6. una sconosciuta come le altre

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Il gioco di sguardi durò ben poco o almeno non abbastanza da permettermi di inebriare una dose sufficiente da farmi toccare il cielo con un dito.

«Harry» lo richiamò Jessy con un sorrisino che lasciava trapelare già in partenza quelle che erano le sue intenzioni perverse e poco professionali «togli la camicia e abbassa i jeans. Fa in modo che l'elastico dei boxer sia evidente e in bella vista» borbottò quasi entusiasta.

All'udire di tali indicazioni il riccio si accigliò - probabilmente in lotta tra l'imbarazzo e la sorpresa.

«Oh caro!» enfatizzò allora il fotografo, che dinanzi alla titubanza del modello con fare indignato mise in atto uno spettacolo da quattro soldi che mi fece ribollire le budella... una strana sensazione mi pervase: era rabbia, come se mi stesse infliggendo la peggiore delle ingiurie.

Gli si avvicinò con fare cauto e bastò un sorriso a trentadue denti.
Uno sguardo deciso e una pacca sulla spalla con fare rassicurante - quando nelle sue intenzioni di rassicurante vi era ben poco- ed era fatta.

«Harry, mi conosci da anni e sarò onesto la tua mancanza di fiducia mi ferisce. Stiamo lavorando anche per Calvin Klein e credo venga da sé che il brand voglia il marchio in esposizione. E comunque sono un uomo adulto, non me ne faccio nulla del corpo di un ragazzino di appena ventisei anni se è questo ciò che ti turba» ridacchiò assumendo poi un'espressione imbronciata come a voler intendere che la titubanza di Harry l'avesse in qualche modo, e realmente, turbato. Ma io ancora scossa e pervasa da una miriade di sensazioni ci lessi ben altro - che sì, quel ragazzo mi rincoglioniva e la rabbia mi ribolliva dentro - ma avevo lavorato fin troppo con Jessy e sapevo che dietro alle sue parole c'era sempre un ma e che in ogni caso non si sarebbe fatto sfuggire uno spettacolo del genere.

Harry riprese a guardarmi con una strana espressione, come a chiedere il mio parere.
Poi però fece scorrere le sue iridi verdi sulla mia esile figura e contrasse la mascella in quella che sembrava essere a tutti gli effetti una smorfia di disgusto.

Corrugai la fronte, infastidita.

Percepivo che la stanza fosse sovraccarica di tensione e Jessy, accortosi che occhi verdi non gli stava prestando attenzione, seguì la traiettoria del suo sguardo. Si accigliò perplesso quando si rese conto che ero lì e che probabilmente avevo assistito al tutto.

Io mi irritai ulteriormente quando «Tesoro! Ti stavamo aspettando» disse, venendomi incontro e poggiando una mano sul mio fianco per condurmi sul set.

Il riccio sembrava ancora sorpreso dalla mia presenza e io lo ero altrettanto, ma cercai di mascherare il tutto con un sorriso tirato.

Harry - e potrei giurare che anche solo essere a conoscenza del suo nome e poterlo pronunciare mi metteva in subbuglio lo stomaco - si passò una mano tra i capelli e scosse la testa interrompendo il nostro contatto visivo.

«Amanda lui è Harry, Harry lei è la mia Amanda» ci presentò Jessy, mettendomi totalmente a disagio.
Il riccio fece un cenno per poi seguire le indicazioni di Jessy e mettersi in posa.

Distolsi lo sguardo mentre le mie guance si dipingevano cautamente di rosso, un po' per l'imbarazzo e un poco per la rabbia insensata ed inspiegabile che provavo nei confronti di Jessy.

«Tesoro siediti, appena finisco con lui proseguiamo con i tuoi scatti e subito dopo ci sarà l'intervista» m'informò indicandomi una sedia giusto dietro la sua postazione.

Prima di sedermi scoccai un'altra occhiaia al riccio, trovandolo intento a sbottonarsi i jeans e non potei che ricordare le parole dette da Lexi, Kim e Catrine pochi minuti prima nel camerino: quel ragazzo è un figo da paura! E si, Lexi aveva dannatamente ragione e io sentivo fin troppa paura ed agitazione. Lo bramavo come non avevo bramato nessuno ed ero una cretina, una cretina che avrebbe sicuramente preso fuoco se non si fosse data una calmata ed avesse calmato gli ormoni. E sapete qual era la cosa più divertente, ovviamente oltre al fatto che tutto ciò stesse accadendo con un perfetto sconosciuto? Che fremevo come una ragazzina di sedici anni che si scontra con la bellezza del mondo per la prima volta, nonostante io non avessi mai avuto la possibilità di essere una ragazzina e di godermi la mia ingenuità.

Tremolai insicura.

Non so se era Harry, la situazione o la mia necessità di sentirmi viva, ma io volevo di più e me ne resi conto non appena mi sedetti sullo sgabello e lui sorrise verso l'obiettivo facendo comparire due amabili fossette ai lati delle sue labbra.

Me ne resi conto lì, io ero persa in lui e per lui io non ero altro che una sconosciuta come le altre.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 01, 2021 ⏰

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