WESTINGHOUSE

12 2 0
                                    

Prima di riuscire ad accorgersene, una nuvola di capelli biondi oscurò la vista di Asya urlando.

"Finalmente ti sei fatta viva!"

"Ciao, Bridget. Hai preso la scossa?" Le sorrise.

"Ho rinnovato il look, ma questo il mese scorso e tu lo scopri solo ora perché ogni volta che ti chiediamo di uscire sei troppo impegnata a studiare, a leggere o a fare qualsiasi cosa che possa evitarti di uscire all'aperto!" Bridget era così, sincera fino all'osso, adorabile e unica.

Era tutto il contrario di Leslie: bionda, quanto l'altra castana. Bridget superava il metro e settanta, mentre sua cugina faceva compagnia ad Asya nella schiera delle nanerottole. Una era agitata e estroversa, Bridget, l'altra semplice e socievole, Leslie. Ma c'erano aspetti in cui collimavano alla perfezione e da cui si capiva perché fossero così legate: erano entrambe molto belle e sapevano come rivolgere l'attenzione di chiunque verso di loro, senza risultare antipatiche. Asya aveva sempre invidiato in maniera positiva quel loro modo di essere, sperando di riuscire un giorno ad apprendere la lezione, ad essere più disinvolta.
Loro tre si conoscevano da quando erano piccole, Leslie aveva esattamente un anno, un mese e un giorno meno di Asya poiché era nata il 3 febbraio del 2000, mentre lei il 2 gennaio del 1999, come avevano scoperto un'estate, fatta di strani calcoli e serate sotto i portici. Bridget era la più piccola del trio, aveva appena compiuto 18 anni, ma era spesso stata al loro fianco, a volte insopportabilmente adolescente, mentre ora loro si rendevano insopportabili nel ruolo delle zie acquisiste più pazze. Erano stati anni densi, pieni di luce, che avevano rafforzato una grande amicizia. Nonostante ciò Asya aveva iniziato ad allontanarsi da loro quando aveva iniziato l'università, ma ogni tanto uscivano ancora insieme ed erano rimaste grandi amiche.

"Questo non è vero! Porto il cane a fare una passeggiata almeno tre volte al giorno. Quindi vado all'aperto." Disse Asya fingendosi offesa.

"Sì, certo..." La guardò di traverso, prima di rivolgersi a un ragazzo dietro di lei. "Trevis, vieni qui. Asya, Trevis. Trevis, Asya. Questo è il mio ragazzo!" I suoi occhi facevano faville stringendosi al braccio di Trevis, un ragazzo alto e biondo quanto lei, con una divisa da calcio.

"Piacere mio, ma non sei troppo grande per lei?" La zia protettiva era tornata e aveva uno sguardo glaciale.

Trevis rise di gusto e si passò una mano tra i capelli, in una maniera che ricordò fortemente ad Asya qualcun'altro. "Ho solo 20 anni, non sono tanto più grande di lei e non ho intenzione di farla stare male, promesso."

Il ghiaccio era sciolto, almeno con Trevis, ma le due avevano da presentarle ancora tre ragazzi.

"Lui è Jake, era un mio collega di lavoro." Disse Leslie indicando uno spilungone con la pelle colore cioccolata, gli occhi dolci coperti da un paio di occhiali spessi e un inconfondibile aspetto da nerd informatico che fece subito un ottima impressione ad Asya.

Leslie indicò una ragazza scura accanto a lui che Asya riconobbe poiché frequentava alcuni corsi con lei in università, con una bellissima massa di capelli ricci e la stessa espressione dolce che si rifletteva nel suo sorriso, "Lei è la sua gemella, Jamie. Caso vuole, che frequenti lettere come te!"

"Ciao, Jake. Jamie. Mi sembrava di averti già vista." Le disse stringevo la mano prima a suo fratello e poi a lei.

"Ci siamo anche sedute vicino per alcune lezioni."

"Caspita, hai ragione! È che io difficilmente rivolgo la parola a qualcuno a lezione..." Asya arrossì, sperando di non averle dato l'impressione di un'asociale, dato che in università aveva fatto conoscenza con poche persone e di certo non le considerava sue amiche, al massimo si scambiavano gli appunti.

"Tranquilla, Jamie," intervenne Bridget. "Lei non è asociale, è sostanzialmente... Ok, è asociale!"

"Ehi! Io non sono asociale. Infatti vedi come sono socievole con gli estranei."

"Perché sei educata e capace di parlare in una situazione sociale, non vuol dire che sei socievole e che ami le persone." Leslie decise che era il momento di girare il coltello nella piaga.

"Io adoro tutti, infatti..." Non riuscì a terminare la frase che l'ultima ragazza del gruppo interruppe la conversazione.

"Eh ehm! Ragazze, io non sono degna della vostra attenzione?" Disse volgendo i lati della bocca carnosa all'ingiù, esagerando l'affettazione del tono.
Era la segretaria che l'aveva accolta alla Plusair. Asya non ricordava l'abbigliamento che aveva quel giorno al lavoro, ma sicuramente non poteva essere quello che aveva scelto per una domenica pomeriggio con le amiche. Un top striminzito tempestato di lustrini e una gonna di pelle, coronato da sandali col tacco glitterati come il top, che la facevano sembrare più adatta per una festa in un locale esclusivo. Si sentì subito a disagio di fronte al fatto che Evelyn sarebbe comunque sembrata una modella anche con un sacco di juta con il fisico che aveva, mentre Asya nei suoi soliti jeans Levi's e maglia h&m azzurra si sentiva una stracciona.

Asya alzò la mano per salutarla. "Ciao, sei la segretaria della Plusair. Evelyn, giusto?"

Lei alzò sulla testa gli occhiali da sole a mo' di cerchietto e le fece un sorrisetto. "Esatto. Anch'io mi ricordo di te... Alex... No, Amber."

Asya la guardò stranita e capì perché sua cugina aveva detto che era 'una a posto, ma...', c'era sempre quel ma. "Mi chiamo Asya."

"Oh, sì. Che smemorata!" Fece una risata frivola, che le fece guadagnare le occhiate di ammirazione di un gruppo di ragazzi che passavano accanto a loro.

"Bene, ora che tutti sono stati presentati che ne dite di prendere un caffè da Maria?" Disse Bridget, stringendosi a Trevis.

Al sentir nominare quel nome, Asya ebbe un fremito. Era la propietaria del bar dietro la Plusair e lei non aveva intenzione di incontrare Miles. Poi ricordo che era domenica e sicuramente lui avrebbe avuto di meglio da fare che passare il pomeriggio in un piccolo bar dal sapore messicano. Più sollevata, si unì al coro di sì.

***

Erano seduti ad un tavolino, quando Evelyn nominò proprio Miles, spettegolando con Leslie.

"Ammetto che lavorare lì è una fortuna, dato che sono appena uscita dalle superiori." Si sistemò in maniera studiata una ciocca dietro l'orecchio. "Credo sia dovuto al mio aspetto. Sai, fa sempre una buona impressione vedere una bella ragazza all'entrata e io di certo sono adatta a questo ruolo." Stava dicendo Evelyn.

Il cuore mi si strinse al pensiero di Leslie, dato che si era da poco licenziata poiché non si era trovata bene nell'ambiente lavorativo in cui si trovava. Sapevo quanto dovesse farle male sentire certe frasi, avendo anche lei fatto domanda per quel posto. Asya era sicura che Evelyn lo sapesse.

"E poi, vedere questi grandi imprenditori e magnati che hanno appuntamento con mr Fitzroy è entusiasmante. Senza parlare di Miles... Giuro che dal vivo è anche meglio."

"Ci hai mai parlato?" Chiese Leslie, più per educazione che per vera curiosità, perché sapeva che questa domanda avrebbe fatto sì che Evelyn le propinasse una dozzina di ragioni per cui lui sarebbe stato l'uomo ideale per lei, eccetera, eccetera.

"Oh, sì! All'inizio solo per chiedermi dei suoi appuntamenti o di quelli del padre. Poi, ad una pausa, ci siamo ritrovati vicino alla macchinetta del caffè e mi ha offerto un ginseng. Abbiamo chiacchierato e nelle settimane a seguire si è sempre fermato a parlarmi. Ora aspetto solo che mi chieda il numero e poi è fatta!" Disse ammiccando.

Asya alzò gli occhi al cielo e si girò verso la porta che si apriva da dove stavano entrando un due uomini e una ragazza. Come se i suoi incubi si fossero avverati, si accorse che erano i due erano Fitzroy senior e junior con quella che doveva essere la sorella quindicenne di Miles.

***
Come vi sembra?
I commenti sono ben accetti ;)
Chissà se Miles si accorgerà di Asya? È burbero come sembra il rapporto con suo padre?
Tutto nei prossimi capitoli!
See you soon...
***

Stairs - Passi Nell'AriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora