VILIPÈNDIO

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Miles stava discutendo con suo padre sul fatto che non doveva esagerare con i carboidrati e con gli zuccheri, quando i suoi occhi caddero sulla ragazza che lo aveva intervistato venerdì.
Quel giorno l'aveva trovata carina, ma si rendeva conto solo ora di quanto fossero profondi i suoi occhi e gradevole la sua risata.

Ti stai imbambolando per quella che hai definito una ragazzina... Non fare lo scemo, altrimenti bevi un superalcolico così sei sicuro di fare l'idiota.

Mentre pensava, lei alzò gli occhi verso di lui e le fece un cenno con la testa per salutarla, dato che ormai l'aveva beccato a fissarla.

"Papà, vuoi conoscere la ragazza che scriverà la storia su di noi?"

"Perché me lo chiedi? Se lo avessi voluto, mi sarei presentato all'intervista." Gli rispose brusco, come lo era da diversi mesi a questa parte.

"È qui." Indicò il tavolo a cui era seduta. "Ci teneva tanto a conoscerti."

Michaela si mise a saltellare. "Io voglio farmi intervistare così diventerò famosa!" Così facendo, fece cadere il bicchiere di tè freddo che aveva ordinato.

"Diventerai famosa per la tua goffaggine." Ribatté Miles, arruffandole i capelli, mentre Maria accorreva con un panno a risolvere il disastro, poiché era abituata ai guai che lei combinava ogni volta.

Mentre parlavano, una ragazza mora e slanciata si avvicinò.

"Buongiorno, signor Fitzroy. Miles."

Il padre le rivolse un saluto frettoloso, continuando a sorseggiare il suo boccale di birra. Miles si concesse un sorriso riconoscendo la segretaria egocentrica che aveva cercato puntualmente di ammaliarlo ogni volta che faceva il suo ingresso negli uffici.

"Spero che il lavoro non ti stressi troppo e ti lasci il tempo per divertirti con i tuoi amici." Le disse Miles con un velo di ironia, pensando alla quantità di cartelle da smistare che ricordava di aver visto sulla sua scrivania.

"Oh, per niente. È un lavoro magnifico e mi sento molto fortunata ad avere avuto l'occasione di poter lavorare per la vostra azienda. Infatti stavo giusto parlando di voi a..." Venne interrotta dalla voce di Carl.

"La mia azienda." Precisò burbero suo padre, che fingeva fino ad allora disinteresse per la loro conversazione scorrendo annoiato la schermata di Google home.

"Sì, sì. La sua azienda, esatto." Arrossì presa in contropiede e si limitò ad augurare una buona giornata per poi scappare dai suoi amici.

"Dovevi proprio farla vergognare per un errore che non si può neanche definire tale?"

Rise sotto i baffi cespuglioso, "Sentivo odore di conquista e volevo evitarti la scocciatura di dover lasciare un'altra povera ragazza appena ti sarai stufato di giocare con lei."

"Guarda che non gioco con le ragazze."

"Ma non fai nemmeno sul serio. Volevo darti la possibilità di scegliere con più calma e saggezza la prossima ragazza. Magari è quella giusta."

Miles non rispose, chiudendo il discorso con un'alzata di spalle, mentre si girava a guardare la gente seduta ai tavoli. Suo padre si sbagliava quando pensando che lui cambiasse ragazza come fossero calzini. Quelle erano solo chiacchere dovute al fatto che la loro era una piccola città. Aveva frequentato il liceo pubblico poiché sempre sul padre voleva evitare che gli venissero idee di grandezza in una di quelle scuole esclusive solo perché era ricco. Ma dato il fatto che era figlio di Fitzroy, ogni genere di pettegolezzo era nato intorno alla sua persona fin da piccolo e crescendo gli interessi si erano spostati altrove. I primi anni delle medie giravano voci sulla possibilità che fosse illegittimo (come se nel ventunesimo secolo fosse così importante), verso quindici anni erano passati alle gang e allo spaccio. A diciotto anni erano tutti sicuri che si fosse convertito a qualche particolare religione orientale e avesse deciso di vivere da eremita, perché aveva postato sul suo profilo Instagram una foto su una di quelle altalene zen sul mare durante un viaggio di lavoro in cui il padre aveva portato con sé entrambi i figli. Era ormai da quando aveva compiuto vent'anni che la sua fama di Don Giovanni aveva preso il volo. Era un bel ragazzo e lo sapeva, come sapeva di piacere alle ragazze, spesso per il cognome che aveva. Si era divertito, ma senza mai ferire nessuno, o quasi. Alla fine lasciarsi non è mai divertente. Però non saltava da una preda l'altra così facilmente come sembrava pensare suo padre.
Suo padre lo riscosse dai suoi pensieri chiedendogli dove fosse la ragazza dell'intervista.

"È quella vicino al ragazzo di colore e alla ragazza con la frangetta. Castana, maglia a righe."

"Chiamala, sentiamo come procede il suo lavoro."

***
È un po' corto questo capitolo...
Mi rifarò con il prossimo ;)
Magari mi ripeto, ma ogni commento è ben accetto come ogni stellina!
See you soon...
***

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 10, 2020 ⏰

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