La stella più fragile dell'universo

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Ero di nuovo a Roma da una settimana.
Io e Niccolò in questi ultimi giorni litigavamo solo, in più per motivi inutili. Lui e la sua costante gelosia.

R: "Niccolò basta, non possiamo continuare così, te ne rendi conto?"
N: "Rebecca sei tu che forse non capisci quanta gente ti sbava dietro, e io cosa dovrei fare ? Restare a guardare?"
R: "Nessuno mi sbava dietro, e anche se lo facessero a me non importerebbe perché amo te. Ma mi sento in una campana di vetro ancora una volta, non respiro Niccolò."

Queste erano le discussioni che avvenivano ogni giorno... a causa di un passante che mi fissava mentre passeggiavamo, a causa di Alessio che faceva apprezzamenti, a causa di Antonio che mi metteva like, o a causa di qualche amico mio e di Clarissa che mi scriveva dicendomi che non mi vedeva da un sacco di tempo.

Forse avevamo bisogno solo di rilassarci, eravamo pieni di impegni, il lavoro ci soffocava. Dovevamo ritrovarci in un modo o nell'altro.


R: "Nì che dici, divano e Netflix?"

Erano le tre del pomeriggio, avevamo pranzato ovviamente in religioso silenzio dopo l'ultima lite di stamattina a lavoro per colpa di una frase detta da Alessio "Nelle foto i tuoi occhi parlano, e in quelle di schiena non ti dico cosa è a parlare"... ovviamente frase detta in presenza di Niccolò... fortunatamente a fermare il pugno del mio ragazzo in quel momento ci ha pensato Adriano . Appena usciti dallo studio mi sono dovuta sorbire la solita ramanzina da parte di Nicco "Tu stai sempre zitta, gli dai corda, non gli dici mai niente" e altre frasi del genere.

N: "Come vuoi"

Lo trascinai con me sul divano e accesi la televisione, non mi interessava del film, ne scelsi uno a caso senza nemmeno leggere il titolo. Alzai il braccio di Niccolò per circondarmi il corpo. A quel gesto lui mi guardò , scosse la testa e rise.
Iniziai a lasciargli piccoli baci sul collo, sulla spalla e sulla clavicola. Sentivo il suo respiro che si stava irrigidendo. Era da più di una settimana che tra me e Niccolò non c'erano momenti intimi e privati, e se io ne stavo soffrendo non oso immaginare lui.
Gli girai il viso verso di me e gli lasciai sulle labbra un bacio a stampo. Non abbi nemmeno il tempo di allontanarmi che mi ritrovai di nuovo con le labbra sulle sue, ma stavolta era un bacio voluto da lui. Le nostre lingue iniziarono a danzare all'unisono.

N: "Io ti amo peste, so che sono un rompicoglioni, ma io tra le braccia ho la stella più fragile dell'universo e ho il compito di proteggerla"

I miei occhi iniziarono a pizzicare. Sapevo che tutto ciò che faceva Niccolò era solo per me , ma sentirselo dire provocava un effetto strano. Le lacrime minacciavano di uscire, lui se ne accorse. Mi sorrise e iniziò a lasciarmi dei piccoli e dolci basi su tutto il viso.

N: "Ma che cazzo di film hai messo?"

Mi girai verso la tv ed iniziai ad andare a fuoco. Avevo cliccato sul film '365 days', un film porno praticamente. Iniziai a coprimirmi il viso con le mani mentre Niccolò se la rideva allegramente. Ero rossa come un peperone, ma amavo sentire il suono della sua risata.

N: "Non ti imbarazzare peste, noi facciamo di peggio" mi sussurrò vicino all'orecchio.

Un secondo dopo ci stavamo già baciando di nuovo, forse in un modo più passionale rispetto a prima. Niccolò si alzò in piedi prendendomi in braccio, ero attaccata a lui stile koala. Con me in braccio e senza smettere di baciarmi , ci dirigemmo al piano di sopra. Dopo la rampa di scale sentii che il mio corpo venne adagiato da lui sul letto.
Niccolò si posizionò sopra di me, in meno di venti secondi ci spogliammo. Eravamo desiderosi l'uno dell'altro.
Niccolò entro subito in me appena mi tolse l'ultimo pezzo di stoffa... io urlai, forte.

N: "Scusa, ma non ce la facevo più"

Quel pomeriggio finalmente io e Niccolò ci ritrovammo.
Eravamo io e lui nudi in un letto, le nostre paure e insicurezze le avevamo lasciate al piano di sotto.
In quel letto c'era solo il nostro amore, accompagnato da urla, gemiti e vari 'ti amo'.

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