6. Eighteen

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Mia madre e mia sorella sono preoccupate da quando mi hanno visto tornare a casa piangendo. Il mio telefono vibra da giorni ormai, ma io non ho intenzione di rispondere. Ci saranno tonnellate di messaggi e chiamate di Louis, ma non voglio sentirlo, non ce la faccio.

Mi sono illuso, mi sono illuso che potesse esserci qualcosa, mi sono lasciato andare, mi sono innamorato e, alla fine, mi sono ritrovato con il cuore spezzato. Come sempre. Deluso da tutto e da tutti, compreso me stesso. Perché io in qualche modo riesco sempre a far ricadere qualche colpa su di me.

Avrei anche dei compiti da fare, ma non ci riesco proprio. È da due ore che ho il libro di matematica aperto sotto il naso e l'unica cosa che ho fatto finora è stata sbatterci contro la testa un paio di volte.
Sento bussare alla porta di camera mia.
"A-avanti..."
"Haz, ti ho portato del gelato, così ti tiri su un pochino." Dice Gemma entrando in camera.
La ringrazio stampandole un bacio sulla guancia.
"Sei sicuro che non vuoi parlare di quello che è successo?" Continua lei.
"S-sì, sono sicuro, davvero non preoccuparti." Rispondo.
Lei mi guarda come per dire: "Come cazzo vuoi che faccia a non preoccuparmi? È da giorni che stai così, che fai casa-scuola-frigo-letto..." ed esce dalla stanza.

Dopo un po' sento dei rumori e una voce che riconosco subito al piano di sotto.
Niall.
Entra senza neanche bussare.
"Su su Harold, sono venuto a tirarti su il morale e a darti una mano in matematica che già fai schifo di tuo, ci manca che tu non riesca a concentrarti perché pensi a... a quel... alle cose tu insomma!"
Cerco di accennare un sorriso, infondo sono felice che qualcuno tenga a me davvero a parte Gemma e mia madre.

Finite un po' di equazioni, Niall capisce che non ne posso più, così mi fa alzare per andare giù, in soggiorno, a giocare alla Play con lui.
Facciamo un paio di partite a Fifa; nel frattempo mia madre torna dal lavoro e, appena arriva a casa, vedendo Niall, gli chiede subito: "Vuoi fermarti a cena, tesoro?"

Da una parte, in realtà, vorrei isolarmi di nuovo e stare da solo, dall'altra credo che mi faccia bene un po' di compagnia, soprattutto se è quella del mio migliore amico.

Ovviamente il biondo risponde subito: "Siiiií!"
Niall adora mangiare e mia madre cucina molto bene, quindi non se lo fa neanche ripetere due volte.

***

I giorni passano e, ogni tanto, quando esco da scuola mi ritrovo ad incrociare quegli occhi blu che mi mancano tanto, mi manca vederli da vicino.
Non so se venga per me, lo spero, ma non voglio illudermi. Fatto sta che mi osserva però non ha mai il coraggio di avvicinarsi.

***

Ho bisogno di lui, ho davvero bisogno di quel ragazzo. Mi sento uno stalker ad appoggiarmi sempre su quel muretto e aspettare che esca da scuola per vederlo 10 secondi.
Non trovo il coraggio di avvicinarmi, sono un codardo, ma ho paura che mi rifiuti e, soprattutto, non riesco ad ammettere di essere bisex o gay o quel cazzo che sono. È già stato difficile accettarlo, dirlo è proprio fuori discussione.
E pensare che tra due giorni è il mio compleanno, compio diciotto anni, e festeggerò con quasi tutti i ragazzi di scuola mia, i miei compagni di band e miei migliori amici Liam e Zayn, ma senza quel ricciolino. Dovro far finta di divertirmi ed essere spensierato. Come sempre. Perché Louis William Tomlinson è sempre felice, pensa solo a sè stesso e non puo' restarci male dato che non tiene realmente a nessuno.
Cazzo, io non sono così, io tengo a Liam e a Zayn per esempio. Io tengo ad Harry, porca puttana.

Ho anche provato a mandargli un messaggio invitandolo alla festa dopodomani, ma figuriamoci se si azzarda a rispondere... come biasimarlo?

*DUE GIORNI DOPO*

"Oioiiii!" Esclamo quando i miei migliori amici e i primi invitati entrano in casa.
Ho già bevuto qualche birra in modo tale da sembrare felice più facilmente.

Appena arrivano tutti, sparo la musica a palla.
Mi butto in mezzo alla mischia e comincio a ballare.
Dopo qualche drink mi lascio andare ancora di più e alcune ragazze cominciano ad accollarsi a me; cercano di mettermi il seno praticamente in faccia, mi strusciano il loro sedere addosso, ma niente: le respingo. A volte mi succede di farlo anche involontariamente dato che non mi rendo bene conto di quello che sto facendo, forse ho bevuto un po' troppo, ma Harry... mi manca Harry, voglio Harry. Di questo sono sicuro.

"Beh, confermiamo, no? Non sei bisessuale, sei proprio gay. Sei tanto gay."
Ma nemmeno se bevo le vocine spariscono?
Che cazzo.

Cerco di distrarmi e continuare a ballare ma, stranamente, in testa ho solo lui.
Porca puttana, sono spacciato.
Sono davvero senza difese, non mi è mai successo...

"Never been so defenceless..."

Oh.

Tiro fuori il cellulare e vado sulle note perché questa devo segnarmela.
Non sapevo che bevendo mi venisse pure l'ispirazione.
Almeno ora che ho diciotto anni posso bere tranquillamente, dimenticarmi per un paio d'ore dei problemi e, da adesso, posso anche scrivere canzoni, fantastico!
Sto scoprendo troppe cose stasera.

"... wish I didn't need so much of you
I hate to say, but I do..."

SPAZIO AUTRICE
Vas happeninnn!
It's happening che la ff è  #4 in #sexscenes senza che abbia ancora scritto una vera e propria scena di sesso, top AHAHAHA
Scusatemi la foto, Larries, ma rendeva troppo l'idea ;(
Ce se senteee
- Rori xx

Take my medicine.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora