Ricordo

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Parole: 408

Silenzio. La stanza era immersa in un silenzio abbattutosi nell'ambiente con prepotenza.
Tutti guardavano un punto fisso. Tutti stavano zitti. Il fruscio delle foglie fuori dalla finestra trascinate dal vento non era abbastanza forte da contrastare quel silenzio.

I petali rosa pastello dei ciliegi svolazzavano nell'aria annunciando l'inizio della primavera, profumando l'aria e dando un po' di contrasto col colore azzurro del cielo senza nuvole.
La temperatura non era poi così alta, ma quel venticello che girava, infilandosi tra le strade della città, faceva sì che per star bene servisse ancora almeno un cappottino leggero.
Le tende bianche immacolate si muovevano morbidamente a causa della finestra aperta che lasciava entrare quel venticello. Tende bianche come tutto il resto in quella stanza: bianche come il pavimento; bianche come quelle quattro mura che rinchiudevano i pensieri, le emozioni, i silenzi, i ricordi in quella stanza; bianche come le lenzuola di quel letto sulla parete a sinistra della finestra; bianche come le bende che fasciavano il corpo di quel ragazzo seduto sul letto; bianche come i visi delle persone nella stanza.

Le ragazze guardavano quel ragazzo con le mani sulle bocche, le guance pallide, il respiro interrotto dai singhiozzi. Lacrime scendevano dagli grandi occhi di una ragazza castana, camminando sulle sue guance, sfiorando il mento e cadendo, infrangendosi sul pavimento di mattonelle. I ragazzi erano senza parole. La mano di un ragazzo dai capelli rossi stringeva quella di un ragazzo biondo e gli occhi ambrati.

Il ragazzo dalla chioma verde si guardava intorno, non capendo il motivo di quel silenzio. Lo sguardo interrogativo che faceva passare volto per volto aggravava solo quella situazione.

Ma la persona che più era rimasta colpita, era un certo Katsuki Bakugou. Stava lì, immobile, a fissare con occhi sbarrati il ragazzo su letto. Ogni parte del suo corpo sembrava essersi scollegata, sembrava essersi disattivata. Il sangue gli scorreva nelle vene ad una velocità impressionante, le tempie gli pulsavano, il respiro si fece sconnesso e pesante. Solo una lacrima, solitaria e così apparentemente fuori contesto su quel ragazzo, osò solcare quel
volto, scappando timida dagli occhi color rubino. La teste era in subbuglio, io cuore schiacciato da un peso sconosciuto, le gambe tremolanti. Nella sua testa, però, vorticava tutto attorno ad una sola, pesante domanda:







Chi sei tu?









SALVE SALVE SALVE!!!!!!!!
SONO TORNATA CON UNA NUOVA OS MOLTO BREVE.
Spero vi sia piaciuta, ADDIO

P.S. mannaggia al mondo non riesco a dormire manco per scherzo

One-Shot BakuDeku/KatsuDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora