Play×Time!

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"Killulaaa io sono stanca, è da ore ormai che stiamo camminando..."
Sbuffò Evangeline barcollando, reggendosi a mala pena in piedi, mentre Killua non dava alcun segno di stanchezza. Per lui non era nulla una camminata del genere, poteva tranquillamente spostarsi da un continente ad un altro senza dare il minimo cenno di debolezza.
"Poco fa mi hai detto che venivi da là, 'là in fondo'. Ora, non per essere franco, ma laggiù si trova Padokia, il regno che delinea il confine della Repubblica di Padokia."
"E quindi?"
"E quindi è lì che stiamo andando, così ti riporto a casa."
"Ma io non voglio tornare a casa!"
La ragazza che fino a un momento fa stava camminando trascinandosi dietro di lui, gli balzò davanti bloccando la strada. Killua tentò di passarle davanti, ma ad ogni passo che faceva arrivava la fanciulla a posizionarsi dinanzi a lui, come per non farlo passare. Evangeline non voleva proprio saperne di tornare a casa.
L'assassino sospirò scocciato, osservandola con aria annoiata. Non aveva proprio voglia di giocare con lei ora e questo suo comportamento stava mettendo a dura prova la sua pazienza.
"È troppo pericoloso per una come te andare in giro da sola, è già un miracolo che tu sia riuscita ad arrivare viva fino all'Arena."
"Ma ci sei tu a proteggermi, quindi andrà tutto benone! Heheh~"
La rosa sorrise allegramente pensando a tutte le avventure che avrebbe potuto trascorrere col suo nuovo amico. Killua al contrario avrebbe preferito proseguire la sua avventura da solo, ma il sorriso della ragazza fece uno strano effetto su di lui; non poteva negare che era veramente graziosa. Decise così di raggiungere un'accordo con lei e di fermarsi nella città più vicina per riposare, almeno fino al giorno seguente.

I due si fermarono in un piccolo albergo: Killua si offrì gentilmente di pagare due stanzette per riposarsi, anche perché era l'unico ad essersi portato dietro dei soldi

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I due si fermarono in un piccolo albergo: Killua si offrì gentilmente di pagare due stanzette per riposarsi, anche perché era l'unico ad essersi portato dietro dei soldi. Scortò Evangeline nella sua camera e le insegnò ad aprire la porta con la chiave; a quanto pare lei da sola non sapeva farlo.
"WAAAAH! È così spaziosa!"
Esaltata si buttò a capofitto sul letto, anch'esso molto grande.
"Heheh, è così morbido~"
"Bene, se hai bisogno di qualcosa mi trovi nella stanza affianco."
"Va beneee heheh~"
"Buonanotte."
Il ragazzo fece un cenno di saluto con la mano e chiuse la porta prima di entrare nell'altra camera. Si stese sul letto ed osservò il soffitto, assorto nei suoi pensieri: pensava a quello che era successo fin'ora, al litigio con sua madre ed al suo amico Gon. Chissà come se la stava passando; un po' Killua lo invidiava perché lui aveva ben chiaro che cosa fare e aveva già scelto la strada da percorrere.
"Ed io invece cosa farò..."
Il ragazzo socchiuse gli occhi, nell'intento di appisolarsi, ma improvvisamente sentì un forte rumore ed un tonfo provenire dalla stanza affianco, la stanza di Evangeline.
Un po' preoccupato corse a vedere cos'era successo. Bussò un paio di volte alla porta:
"Ehi tutto bene? Evangeline?"
L'unica cosa che riuscì a sentire erano dei lamenti di dolore, al che aprì la porta per verificare coi suoi occhi e davanti a lui si presentò IL disastro: il grande mobile che stava attaccato alla parete era crollato a terra e la ragazza si trovava stesa sul pavimento con il mento leggermente sbucciato, probabilmente era caduta.
"Ma si può sapere che cavolo hai combinato?"
Tra un singhiozzio e un altro la giovane rispose: "I-Io volevo solo prendere una cosa dal comodio e... e sono caduta... ecco..."
"Non dirmi che ti sei arrampicata-"
"N-Non mi sono arrampicata!
. . .
Forse solo un pochino ecco..."
Killua sospirò affranto per poi avvicinarsi a lei aiutandola ad alzarsi, verificò in oltre che la ferita non fosse troppo profonda. Evangeline osservò il ragazzo prendersi cura di lei, era la prima volta che lo vedeva così vicino al suo viso, riusciva addirittura a sentire il suo profumo.
"È solo un graffietto, nulla di grave."
Le guance della ragazza iniziarono ad assumere una tinta rossastra ben visibile e Killua non poté fare a meno di non notarlo.
"Ma che c'è?"
"Eh? N-Niente! Ecco... io posso sistemarla da sola la ferita!"
"Ah si? E come? Sentiamo."
La fanciulla si mise in ginocchio stringendo le mani al petto, come se stesse pregando. Rimase in quella posizione per qualche secondo, poi si interruppe.
"Dimenticavo che su di me non funziona... heheh~"
"Ma che cosa stavi facendo di preciso?"
"Heheh è un po' complicato da spiegare. Papà dice sempre che non devo dire a nessuno di questa cosa, perché poi le persone potrebbero approfittarsi di me e del mio potere... Però ecco, io mi fido molto di te Killula."
Evangeline iniziò a giocherellare con le sue dita attorcigliandole tra di loro, comportamento che assumeva spesso quando diventava nervosa.
"Ah si? E di che si tratta?"
Killua sembrava abbastanza incuriosito ma allo stesso tempo non credeva molto alle parole della ragazza. A giudicare dal suo comportamento sembrava che stesse per sparare una bugia colossale.
"Beh ecco, diciamo che posso curare le persone... anche se non funziona sempre, solo sotto certe circostanze."
"Se fosse veramente come dici avresti un sacco di gente alle calcagna... persino uno come mio padre farebbe di tutto per averti..."
L'ultima frase la disse quasi sussurrando, non voleva che Evangeline sentisse. Non aveva nessuna intenzione di iniziare a parlare della sua famiglia.
"Ma io sto dicendo la verità! Devi credermi!"
In realtà non credeva neanche ad una parola di quello che gli aveva detto, però decise comunque di darle corda per non offenderla.
"Si va bene, ti credo!"
Evangeline gonfiò le guance e aggrottò le sopracciglia mentre lo guardava indispettita.
"Non è vero, lo dici solo per farmi stare buona!"
"Ma no, non è così!"
Killua non si aspettava una reazione del genere da parte sua, pensava che fosse troppo ingenua per arrivare ad intuire certe cose. Per calmarla un po' le accarezzò la testa appoggiandole una mano tra i capelli. Erano morbidi.
Lei iniziò subito a calmarsi, tornando a sorridere allegramente come aveva sempre fatto.
'Che sempliciotta...' pensò.
-
Passò qualche minuto prima che Killua riuscì a tornare nuovamente nella sua camera, giusto il tempo di calmare un po' quella ragazza. Di ritorno in stanza il giovane si stese sul letto, sperando di riuscire a prendere sonno: mille pensieri invasero la sua mente, aveva troppe cose per la testa, senza contare che non era ancora riuscito a smaltire la rabbia repressa verso sua madre.
D'un tratto sentì un urlo provenire dalla stanza della sua amica.
'Ancora...?'
Si alzò dal letto e andò a vedere che cosa stava combinando, questa volta con più calma. Ancora una volta bussò alla porta della ragazza prima di entrare; sta volta però non ce ne fu bisogno perché, non appena la aprì, Evangeline sgattaiolò fuori nascondendosi dietro alla schiena del ragazzo. Sembrava terrorizzata.
"Ehi ma che succede?"
Killua domandò un po' preoccupato, sentiva la ragazza che tremava come una foglia.
"C'è... u-un mostro! Un mostro in camera mia!"
"Un mostro?!"
La rosa annuì indicando il muro della stanza che si intravedeva dallo spiraglio della porta socchiusa.
"Va bene, adesso ci avviciniamo lentamente così controllo meglio okay?"
Lei annuì nuovamente mentre Killua si avvicinò a passi lenti e silenziosi, aprendo lievemente la porta in modo da entrare in quella che era diventata la 'tana' del mostro. Non era spaventato, però dopo aver visto la reazione della fanciulla si aspettava di ritrovarsi davanti qualcosa di gigantesco e dall'aspetto grottesco. Invece l'unica cosa che vide era un piccolo grillo fermo sul muro.
"...Sarebbe quello il 'mostro'?"
"Si! È orribile! Ti prego uccidilo o mandalo via!"
"Ma è solo un grillo-"
"Non è un grillo è un mostro!"
Evangeline gridò in preda al panico. Voleva solo che quell'essere disgustoso se ne andasse via e la lasciasse dormire in pace.
"Okay, okay! Sei insettofobica, ho capito. Tranquilla lo mando via!"
Killua prese letteralmente il grillo con le mani per poi gettarlo fuori dalla finestra. Facile facile. La ragazza iniziò a tranquillizzarsi e tutto tornò alla normalità, se non fosse che improvvisamente il giovane assassino iniziò a ridere e a sghignazzare tra se e se.

 La ragazza iniziò a tranquillizzarsi e tutto tornò alla normalità, se non fosse che improvvisamente il giovane assassino iniziò a ridere e a sghignazzare tra se e se

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Evangeline lo osservò perplessa.
"Cosa c'è di così buffo?"
Tra una risata ed un'altra Killua cercò di rispondere alla sua domanda.
"Nulla, è solo che eri così spaventata da un misero grillo! Sei proprio una fifona!"
La rosa iniziò ad indispettirsi mentre quel birbante continuava a ridere di gusto, al ché fece la prima cosa che le venne in mente: prese un cuscino e glielo lanciò dritto in faccia.
"Non c'è nulla da ridere Killula!"
L'assassino, dopo essersi massaggiato un po' gli occhi a causa del colpo improvviso, guardò la giovane con sguardo malizioso.
"Hah, è questo il gioco che vuoi fare? Ti accontento subito~"

"Hah, è questo il gioco che vuoi fare? Ti accontento subito~"

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(Scusate ma sta faccia mi fa morire, DOVEVO usarla)

Killua le lanciò indietro il cuscino assieme all'altro che stava sul letto, con forza moderata, per non rischiare di farle troppo male. Evangeline tentò di schivarli ma senza successo, era troppo lenta e caddero entrambi su di lei come sacchi di patate.
"Heheh, sono imbattibile alla battaglia di cuscini~"
Il ragazzino trionfante si avvicinò a lei, notando che non dava cenni di movimento. Era rimasta lì stesa a terra, tramortita dal peso dei cuscini.
Non appena il temerario si chinò per verificare che stesse bene, lei lo colse di sorpresa lanciando un bel 'cuscino a tradimento' dritto in faccia.
"Ho preso Killula! Heheheh~"
"Ne sei sicura? Non hai ancora avuto un assaggio della mia tecnica micidiale segreta!"
"Quale?"
"Solletico~"
Killua iniziò a solleticare il pancino della fanciulla, mentre lei si dimenava cercando in tutti i modi di farlo smettere.
"Questo è slealeee!"

I due amici continuarono a giocare e ridere insieme, finché non furono abbastanza esausti da addormentarsi fianco a fianco, come due angioletti.

(Ed ecco un altro bel capitolo concluso! Mi sono ispirata ad una vicenda accaduta qualche settimana fa: mi sono ritrovata un grillo in camera ed io sono INSETTOFOBICA. Ho aspettato che mia madre lo cacciasse via;-;
Insetti a parte mi sono divertita molto a scrivere questo capitolo, quindi spero che possa strappare un sorriso anche a voi^^)

Road Less Taken | zoldyckDove le storie prendono vita. Scoprilo ora