La sera in cui non tornarono ad accendere il camino fu la notte più fredda della mia vita.
Mi è sempre piaciuto il freddo.
Il timido vento che ti scompiglia i capelli, che ti fa venire piccoli brividi ma che ti fa sentire in pace.
Il vento che fa parlare gli alberi e fa tacere i pensieri.
Ma il freddo di quella sera non mi ha fatto sentire in pace.
Anzi mi è entrato dentro, fin sotto le ossa, e mi ha fatto immergere in una tempesta, trascinandomi sempre più giù, in un susseguirsi di onde, scogli e squali che ti lacerano dentro.
Che ti lascia cicatrici.
Che ti marchia, fin sotto le ossa.
Ti strappa via la felicità, te la morde, te la distrugge e te la restituisce in mille pezzi.
Tu ti guardi, la guardi, e pensi che non riuscirai mai a ricostruirti, a ricostruirla.
Ma in tutte le tempeste c'è un faro che ti illumina la via, ti lancia ago e filo e ti dice "tieni ti aiuto io, ti aiuto io a trovare la strada della felicità, a rimettere insieme i pezzi, a ritrovare la tua rotta."
Lui per me è stato questo, il mio faro.
Ma non devo tutto a lui.
La luce del faro sono stata io.
Io ho deciso di trascinarmi fuori dalla tempesta, io ho avuto la forza di prendere ago e filo e ricucire tutto, io ho avuto la forza di pungermi e di curarmi le ferite.
Questa è la mia storia illuminata dal mio faro.
Vi auguro di trovare il vostro faro, ma ancora di più vi auguro di essere la luce del vostro faro.
Di essere la luce del faro che illumina il mare.
Di essere la luce del sole che illumina il giorno.
Di essere la luce della luna che illumina la notte.
Di essere la vostra luce e di brillare sempre, anche durante le tempeste.___________________________________
Questa storia è per me,
ma sopratutto
per voi.
Siate la vostra luce,
buona lettura.
-G.
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Lighthouse
RomanceDa piccoli la felicità è uno zucchero filato comprato alle giostre o il giocattolo che tanto desideravi, dopo qualche anno diventa una serata in discoteca con gli amici o scoparsi la persona più bella della scuola. Dopo cresci e impari che la felic...