Una triste realtà

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Erano passati solo pochi mesi ma mi sembrava un'eternità ed ora mi trovavo di nuovo lì, di fronte a quella casa dove ero stata felice. Mi sentivo nervosa e tesa, mentre mi trovavo davanti al suo portone, avevo il cuore che batteva all'impazzata all'idea che fra poco lo avrei rivisto, come avrebbe reagito? Sarebbe stato contento? O mi avrebbe mandato via? Avevo messo in conto anche quell'eventualità ma dovevo comunque fare un tentativo e rischiare, per scoprirlo non dovevo fare altro che suonare il campanello, attesi per quello che mi parve un tempo infinito, poi l'uscio si spalancò, era venuto ad aprirmi Peter, il suo assistente personale, chiaramente stupito di vedermi, mi schiarii la voce ed esclamai

<<Ciao Peter, Freddie è in casa?>>

<<Ciao Laura, vado a chiamarlo e gli dico che sei qui, accomodati pure nel frattempo>>

Incredibile come fossi diventata un ospite in quel posto che fino a qualche mese fa era anche il mio, fui sommersa dai ricordi di tutti i momenti vissuti con Freddie lì dentro, ero ancora persa nei miei pensieri quando lo vidi scendere le scale e per quanto potesse essere cambiato dal punto di vista fisico, gli occhi, quegli occhi che amavo tanto, erano sempre gli stessi e ora mi stavano guardando come se avessero appena visto un fantasma

<<Laura che cosa ci fai qui?>>

Abbozzai un timido sorriso

<<Ciao Freddie, ho bisogno di parlarti>>

Stava per dirmi qualcosa, quando comparve la donna che era con lui al locale, viveva qui? Quella rivelazione mi colpì dritto al cuore, lei gli disse con voce melliflua

<<Freddie, tesoro, chi è questa donna?>>

Al che lui gli rispose

<<Una mia amica>>

Non potei fare a meno di lanciargli un'occhiata inarcando un sopracciglio, un'amica, sul serio? Dopo tutto quello che avevamo condiviso ero solo questo? Lui non fece una piega, allora lei gli si avvicinò e lo baciò a stampo sulle labbra e io mi sentii morire di fronte a quella scena, Freddie mi guardò solo un attimo ma mi sembrò di leggere nei suoi occhi del dispiacere, poi la donna si sedette sul divano ma a quel punto il moro le disse

<<Barbara, lasciaci soli, io e Laura dobbiamo parlare>>

Quindi era quello il suo nome, ma lei ribatté

<<Niente che non possa sentire anch'io no?>>

<<Barbara ti ho detto di lasciarci soli>>

Avevo sempre amato quel suo lato un po' autoritario, questa volta, Barbara, non replicò, limitandosi ad alzarsi, a lanciare uno sguardo ad entrambi e poi a lasciare la stanza, quando sparì di nuovo di sopra da dove era venuta, non riuscii a trattenermi dal chiedergli

<<Ora stai con lei Freddie?>>

<<Sei venuta qui per questo? Non credo siano più affari che ti riguardino>>

Rispose con un tono di voce piuttosto duro, ci rimasi male ma d'altronde aveva ragione, mi presi una ciocca di capelli tra le dita e cominciai a torturarla

<<No, è vero, in realtà sono qui perché voglio sapere che cosa ti è successo Freddie, è evidente che non stai bene>>

<<Non ho assolutamente niente, sto benissimo>>

Disse con quello che voleva essere un tono convincente ma ovviamente non gli credetti affatto

<<Oh avanti Freddie non prendermi in giro, si vede lontano un chilometro che non è vero, capisco che tu non voglia rivelarmi che cos'hai ma almeno non mentirmi per favore, non credo di meritarmelo>>

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