Epilogo

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Non passò molto tempo che le sue condizioni peggiorarono sempre di più, il giorno prima era stato emesso un comunicato stampa, dove veniva rivelata al mondo la malattia di Freddie e posso solo immaginare quanto possa essere stato difficile per lui fare quel passo e quanto gli sia costato, ora tutti avrebbero saputo, proprio quello che lui non avrebbe mai voluto. Il 24 novembre del 1991, la mattina, mentre gli stavo sistemando le coperte, Freddie mi chiamò, alzai lo sguardo su di lui chiedendogli

<<Hai bisogno di qualcosa tesoro?>>

Lui scosse la testa, mi indicò con la mano il posto accanto a lui e disse con voce flebile 

<<Vieni qui>>

Quando mi sistemai accanto a lui, mi guardò con gli occhi lucidi e mi sussurrò

<<Ti amo>>

Fu l'ultima volta che me lo disse, gli andai ancora più vicino e gli presi delicatamente il viso tra le mani, sussurrando sulle sue labbra prima di posarci leggermente le mie

<<Ti amo>>

Mi sdraiai accanto a lui, poggiai la testa accanto alla sua e strinsi la sua mano, facendo intrecciare le nostre dita, restammo così in silenzio, non c'era bisogno di parole, ci godemmo semplicemente quel momento come se entrambi fossimo consapevoli che sarebbe potuto essere uno degli ultimi che avremmo trascorso insieme. Dopo di che Freddie si addormentò e per quasi tutta la giornata rimase in uno stato di dormi veglia, io gli rimasi sempre accanto, non lo lasciai mai, non mangiai nemmeno, ogni tanto venivano Joe e Terry a monitorare la situazione e a chiedermi se volessi riposarmi un po' o mangiare qualcosa ma ogni volta rifiutavo, non volevo allontanarmi da lui per nessuna ragione al mondo. Poi più tardi quella sera, ad un certo punto aprì gli occhi e mi cercò

<<Laura...>>

Fu l'ultima cosa che disse, l'ultima volta che sentii la sua voce, io che ero sdraiata accanto a lui, mi avvicinai al suo viso sussurrandogli

<<Sono qui amore mio, sono qui>>

Poi richiuse gli occhi per non riaprirli in più, se ne andò serenamente, constatai che il suo cuore si era fermato e che non respirava più, mi aveva lasciato, all'inizio non chiamai nessuno, volevo ancora un momento con lui, anche se non c'era più e non poteva più sentirmi, così rimasi a cullarlo tra le mie braccia, con le lacrime che scendevano copiose sul mio viso, lacrime che si trasformarono ben presto in singhiozzi veri e propri, gli ripetetti che lo amavo e che lo avrei amato per sempre, lo baciai sul viso e infine gli diedi un ultimo bacio sulle labbra. Non so per quanto tempo rimasi così ma ad un certo punto anche se non avrei voluto staccarmi mai più da lui, alla fine mi vidi costretta a chiamare Peter e Joe, quest'ultimo riuscì a trascinarmi via in qualche modo da quel letto e da quella stanza. Posso dire con certezza che sia stato il giorno più brutto della mia vita in assoluto, il dolore mi distrusse, mi annientò completamente, era come se qualcuno avesse preso il mio cuore e lo avesse strappato via dal mio petto, lo avesse ridotto in mille piccoli pezzettini, non riuscivo a smettere di piangere. Dovevo avvisare la famiglia di Freddie, Charlotte, Jim e i ragazzi, ma non me la sentivo di fare assolutamente nulla, per fortuna che c'era Peter che pensò a tutto, poi arrivò anche Terry, appena saputa la notizia. Più tardi la casa si riempì di gente, anche se io sinceramente non avrei voluto vedere nessuno, Charlotte stette sempre con me, mi costrinse a mangiare qualcosa, anche se avevo lo stomaco completamente chiuso, ma nonostante tutto il suo affetto, io riuscivo a pensare solo che volevo indietro il mio Freddie, anche se sapevo perfettamente che ciò non era possibile e quando quella notte lo portarono via, io avrei voluto solo seguirlo. I giorni successivi furono a dir poco strazianti, per quanto avessi vicino le persone che mi volevano bene e che avevano amato Freddie, mi sentivo terribilmente sola, senza di lui niente aveva più senso per me, lui era il mio tutto e ora non mi rimaneva più nulla. Vennero anche i miei genitori che erano stati avvisati dalla mia amica e a modo loro cercarono di starmi accanto. Poi arrivò il giorno del suo funerale che vissi praticamente come un automa, non ricordo molto di quella triste giornata, solo un via vai di persone che venivano ad esprimermi il loro cordoglio, Freddie fu cremato e seppellito secondo le sue volontà. Quando tornai a casa volli restare da sola, nonostante Charlotte fosse preoccupata per me, avevo bisogno di rimanere con i miei pensieri, senza avere nessuno intorno e comunque per qualsiasi cosa, c'erano sempre Joe e Peter che erano diventati i miei angeli custodi durante quel periodo. Mi sforzai di mandare giù qualcosa, anche se il mio stomaco non ne voleva proprio sapere di mangiare, l'unica cosa che desideravo era mettermi a letto, tra quelle lenzuola che profumavano ancora di lui e che mi rifiutavo categoricamente di cambiare, anche se sapevo che avrei dovuto farlo prima o poi, volevo solamente stare lì e piangere, ricordando tutti i momenti che avevamo trascorso insieme e che non sarebbero tornati mai più. La mia amica, veniva da me tutti i giorni, anche se io me ne stavo tutto il tempo a piangere o a dormire, tranne quando Joe praticamente mi costringeva a mangiare. Venni convocata da Jim nel suo ufficio, sarebbe potuto benissimo venire lui da me, ma immaginai che fosse una scusa per farmi uscire di casa, così con un enorme sforzo mi preparai e misi piede fuori da Garden Lodge, per la prima volta dopo la morte di Freddie. Mi parlò del testamento che mio marito aveva lasciato, una parte di soldi era andata alla sua famiglia, delle somme erano state destinate a Joe, Peter e Terry, il resto rimaneva tutto a me, avrei dovuto immaginarlo e mi sentii così grata nei confronti di quell'uomo, anche se avrebbe anche potuto non lasciarmi niente e sarebbe stato lo stesso, perché mi aveva donato un'eredità molto più grande che era stato il suo amore. Ero diventata praticamente ricca, avrei anche potuto non fare nulla per il resto della mia vita, ma se non lo avessi fatto, sarei impazzita, soprattutto ora, per cui decisi che dovevo assolutamente riprendere a lavorare, i primi tempi non furono affatto facili, ma poi piano piano ripresi la mia routine, il primo giorno che tornai a casa, tutto il peso della mia solitudine mi crollò addosso, appena entrai per un attimo la mia mente si illuse che Freddie fosse ancora lì, ad aspettarmi da qualche parte, ma poi mi resi conto che non solo non c'era ma che non sarebbe tornato mai più, quella consapevolezza mi schiacciò, mi accasciai sul divano e piansi, mi chiesi dove prendessi tutte quelle lacrime, eppure non ne volevano sapere di smettere di scendere, è così che mi trovò Peter che mi chiamò timoroso

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