1.2: Ossa grosse

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Ero paralizzato, lui mi fissava...
Era caduto il silenzio in quel dannato posto, l'unica cosa che sapevo è che dovevo scappare.

Iniziai a tremare, io che fino ad allora riuscivo a mantenere i nervi saldi, combattendo e vincendo contro chiunque, in quel momento non riuscivo nemmeno a parlare. Iniziai a battere i denti, riuscivo a sentire quel puzzo di morto penetrare nelle mie narici fino ad arrivare al cervello.

Lui teneva gli occhi fissi su di me, a 5 metri di distanza. Abbiamo mantenuto un contatto visivo per quelle che sembravano ore.
Allo stesso tempo, sentivo come se qualcun altro mi stesse osservando...  tralasciando quella.... cosa...
Sentivo come se quel teschio mi stesse guardando... eppure era un teschio, una testa morta e decomposta non può guardarti. Ma il problema non era quel mucchio d'ossa; il problema erano quei due occhi viola che mi osservavano da lontano. Erano strani... la pupilla era piccola, bianca e luminosa, sembravano due piccole torce puntate verso me, l'iride era un miscuglio di colori: essi andavano dal rosso al viola i quali si disperdevano in un nero scurissimo. Tutto ciò era inquietante.

Non avrei resistito un minuto di più in quel posto con quel coso che mi guardava da lontano. Dovevo liberarmene o lui si sarebbe liberato di me. Feci un profondo respiro, strinsi i pugni e generai delle bolle che dopo poco esplosero in gocce di sangue incandescente. In quel momento... in quel fottuto momento.
Posso giurare di aver visto il volto di quel coso.

Cazzo come potrei descriverlo...?Ugh...!

Era un uomo... se così si può chiamare... era pallido. Effettivamente mi ricordava un morto.... era estremamente pallido, come se il suo sangue avesse smesso di circolare da ormai anni. La sua faccia era scheletrica; potevo vedere le fottutissime ossa degli zigomi. Era strano però, nonostante il pallore e la faccia da morto, era possibile intravedere un'ipertrofia muscolare abbastanza accentuata.

Qui qualcosa non va... non ci avevo capito un cazzo.... scusate per le parole... ma... è stata la cosa più spaventosa che io abbia mai visto a quei tempi.

Egli era seduto dietro una scrivania con le gambe appoggiate sulla cattedra. Dietro di lui c'era una grossa vetrata rivolta verso il paesaggio serale di Milano.

Il sangue sfiorò la creatura che restava immobile.

-Ti stavo aspettando... Frix.. Frisk... Kix... Sticks.... boh comunque tu.

Ero infastidito, mi ha sempre dato fastidio quando una persona sbagliava il mio nome, soprattutto uno sconosciuto come lui.

Se prima provavo paura, ora provo rabbia. Questo turpe bastardo non solo entra nella mia camera, non solo la impuzzolentisce di merda morta; OSA ANCHE SBAGLIARE IL MIO NOME, INFANGANDO ME E LA MIA ABILITÀ!

Ne avevo abbastanza... non so che mi è preso ma invece di usare la mia mossa speciale... cacciai una pistola che avevo nascosta nel mio taschino....
Che cazzata!
Era una revolver 39 Taurus, un'ottima pistola. Sparai velocemente 6 colpi. Anche se era ritornato tutto buio, i suoi occhi mi permisero di individuare la sua posizione. Riuscii a colpirlo tutte e sei le volte colpendolo al torace e al bacino. Dal contraccolpo,  spaccò la finestra cadendo giù dal palazzo:

-PORC-

Esclamò prima di cadere.

Ero sollevato, oramai non mi importava più se commettevo un omicidio. Riuscivo sempre a cavarmela con qualche giorno di carcere.
Cercai di tranquillizzarmi, avevo bisogno di rilassarmi; ai tempi andava molto in voga la coppia Fedez e J-AX, grazie soprattutto al loro ultimo singolo: Maria Salvador, per la precisione. Dopo un po' iniziai a canticchiare.

-Oh Maria Salvador...

Improvvisamente una voce nasale alla mia destra:

-Ti chiavo o' mio amor!

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