21 ▪️ LA FINE DEL TUNNEL

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Sabato 2 Novembre 2013

Quando scendo dalla mia berlina sento le gambe che tremano. Ho il terrore che qualcosa vada storto.

"Li contatterai questa sera stessa, dicendo che hai appena rimediato i soldi. Gli darai appuntamento alla solita cava per le otto del mattino del giorno successivo. Ti presenterai con una valigia vuota."

Per allentare la tensione mi muovo un po'.

Speriamo che quei due si rivelino all'altezza del compito. Speriamo che riescano a catturare quei dannati criminali.

Mentre cammino i sassi producono fastidiosi scricchiolii sotto alle mie Converse, e a ogni passo si solleva una nuvola di polvere che mi imbianca i pantaloni. Mi sposto all'ombra di una struttura metallica, dove il terreno è più regolare e leggermente umido, e mi guardo attorno.

Di lì a poco, dietro la boscaglia, vedo sbucare la loro berlina blu notte dai vetri oscurati. Percorre lentamente la stradina sterrata e piena di buche, per poi fermarsi poco lontano dalla mia macchina.

Mi volto in direzione del muretto ricoperto di graffiti.

"Noi saremo nascosti dietro al muretto. Usciremo solo quando tu ci darai il segnale."

Di nuovo la mia attenzione si focalizza sull'auto del mio nemico. Quando la portiera del guidatore si apre, il cuore mi schizza in gola.

Il Boss, come al solito, indossa abiti eleganti e un'espressione dura, mascherata dietro un paio di occhiali scuri. Dalle altre tre portiere escono altri quattro uomini: lo slavo, il brasiliano, Spacca-schiena e lo zoppo.

Cavolo, cavolo! Sono in cinque! Forse... hanno fiutato la mia trappola?

Dopo un cenno del boss loro si avvicinano a me con fare minaccioso, e io indietreggio lentamente e a piccoli passi, col cuore in gola e le gambe ridotte ad un ammasso di gelatina.

Lo slavo esibisce un sorriso sghembo e mezzo marcio, sghignazza ed estrae un coltello lucido e affilatissimo. Lo zoppo lo segue a ruota, mentre Spacca-schiena solleva sulla spalla destra la sua mazza da baseball, con la quale, probabilmente, mi sfracellerà la testa. Il brasiliano invece non ha bisogno di armi: i suoi calci sono micidiali.

In pochi istanti mi circondano.

«I nostri soldi, Laner.» Ringhia il nanerottolo Slavo.

«Sì, li ho por-portati.» Balbetto. Cerco di prendere tempo. «È la somma che avete chiesto, sono tutti nella valigetta.» Sollevo la valigia scura e la stringo al petto.

Il Brasiliano allunga una mano verso di me. «E che cosa aspetti a consegnarcela?» Dice, con uno strano accento.

«Non volete prima controllare?»

«Dacci quella dannata valigia, maledizione!» Urla Spacca-schiena.

A quel punto indietreggio ancora, lanciando il grido di segnale ai miei collaboratori.

Ma dei due non c'è traccia.

*****

I fari della mia auto spezzano un buio freddo e denso, mentre tutto attorno a me scorre veloce. Il contachilometri, nel quadro strumenti, segna i centotrenta chilometri orari, eppure, diverse auto mi superano, sfrecciando velocissime sull'asfalto umido.

Vorrei rincorrerle, pigiare il pedale dell'acceleratore fino a passare in centocinquanta. Non vedo l'ora di tornare a casa e di raccontare tutto a Samanta. È tutto finito.

Ma chissà, forse lo sa già. Sa già che Fabio è tornato. Sa anche cos'è successo alla cava, dove tutto è andato secondo i piani: i delinquenti che per anni hanno reso la nostra vita un inferno sono stati arrestati. E anche il King, purtroppo, è stato arrestato.

Magari sa anche che cos'è successo al vecchio canile.

La mia bocca si storce in un sorriso amaro.

Alla fine la profezia si è avverata.

"Una fiamma brucerà un re e un principe, sgretolando l'impero."

Ripensando a quelle parole e a tutto ciò che è successo, dentro di me si mescolano sensazioni contrastanti. Un vago senso di colpa, alleviato da una profezia destinata ad avverarsi. La nostalgia per qualcosa che oggi ha cessato di esistere. Il dolore di una famiglia che si spezza. Un senso di libertà e di sollievo nell'immaginare i miei aguzzini marcire dietro alle sbarre.

Non resisto alla tentazione e chiamo Samanta. Le parlo del ritorno di Fabio: la madre mi aveva contattato circa un'ora dopo la mia partenza, e io, appena l'avevo saputo, ero tornato indietro. Le racconto ciò che è successo alla cava, ma evito di citare la mia ferita al braccio, per non farla preoccupare. Le parlo, infine, del vecchio canile e dell'arresto del King.

Lei continua a sentirsi in colpa.

«È colpa del destino, Sami. Noi non potevamo farci nulla, se non accettare ciò che era stato deciso.»

Lei sbuffa, poi ride. «Mah sì! Forse mi sto facendo troppi problemi!»

«Brava, è così che ti voglio ragazza!»

«E poi, prima o poi, ci uscirà da quel carcere, no?»

Ridiamo entrambi. Finalmente liberi, finalmente fuori dal tunnel.

In quel breve lasso di tempo mi tornano in mente le sue parole. Quando tutto ebbe inizio.

"Ho visto i raggi neri espandersi sul mio polso come gocce d'inchiostro liquido, la pupilla dilatarsi, fissa su di me. Come se quell'occhio mi stesse guardando... e mi stesse vedendo".

Ripenso poi alla prima volta che la scoprii fare uso di droghe pesanti, nella sua squallida cameretta. Seduta su un letto sfatto, il volto rigato di lacrime e gli occhi sporchi di mascara. Aveva un laccio emostatico legato al braccio e una siringa in mano, pronta per l'uso. Non appena feci irruzione nella sua stanza lanciò la siringa a terra e corse a chiudere la porta, singhiozzando e urlandomi di andarmene perché non c'era nulla di bello da vedere.

Mi sembra così lontano, quel giorno. Pare una cartolina sbiadita e dai bordi ingialliti, un qualcosa che non mi appartiene più.

Da oggi in poi sarà solo un ricordo.

Basta droghe. Basta debiti. Basta sballo e basta profezie. Voglio solo vivere una vita normale!

«Ah, Vale, anche io ho una novità!» Samanta interrompe il silenzio con quella notizia.

«Quale novità?» Le chiedo, continuando a sorridere da solo come un imbecille.

«Oggi non ho resistito alla tentazione e sono tornata a casa. Sono tornata nella stanza.»

Il mio cuore perde un battito, il mio sorriso si spegne.

«Non tenermi sulle spine.»

Tutto attorno a me rallenta. La musica soffusa alla radio, diventa solo un brusio.

«Ho parlato di nuovo con lui.»

Le mani iniziano a formicolare, strette attorno al volante.

«Il ritorno del re porterà sangue e tempesta. Solo rimanendo unita la famiglia sopravviverà.»

FINE TERZA PARTE

Le profezie della piramideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora