5 Febbraio 2014
Erano passati più di dieci minuti da quando Calum aveva iniziato a sbattere la testa contro il tronco di quell’albero, in un parco sperduto di Sydney.
Questa volta l’aveva combinata grossa e Ashton non gliel’avrebbe fatta passare liscia.
Quel ragazzo teneva alla sua moto forse più della sua stessa vita e lui l’aveva praticamente distrutta.
Sì. L’avrebbe ucciso, decisamente.
Sollevò un attimo la testa dopo che questa iniziò a pulsare leggermente, forse era meglio rompersela, almeno aveva una piccola possibilità di far pena ad Ashton.
Il suo sguardo incontrò quello di un ragazzo seduto su una panchina proprio di fronte a lui. Aveva dei capelli proprio strani, di una tonalità di viola sbiadito.
Lo stava fissando e aveva uno sguardo decisamente divertito. Sicuramente aveva assistito alla disperazione che Calum aveva appena riversato su un albero. Sorrise anche lui di rimando in direzione del ragazzo, ma appena quello notò l’attenzione che Calum gli stava rivolgendo sbiancò, letteralmente. La sua pelle diventò incredibilmente più bianca di quando già non fosse e gli occhi si spalancarono visibilmente.
***
Michael si alzò immediatamente dalla panchina e iniziò a camminare spedito verso l’uscita del parco.
Era sconvolto. Non riusciva a capire.
Stava guardando il ragazzo davanti a lui sbattere ripetutamente la testa sul tronco dell’albero dove Luke passava ormai i suoi giorni. Luke. Quel giorno non si era ancora fatto vedere. Iniziava a preoccuparsi.
Si allontanò di qualche altro metro non riuscendo a realizzare. Quel ragazzo lo aveva guardato e gli aveva sorriso. Non poteva. Non poteva vederlo.
Lui era,
lui era morto.
***
Anche quella mattina Luke trovò la forza di alzarsi dal suo caldo e confortante letto per andarsi a sciacquare la faccia. Non dormiva da troppi giorni, ma non gli importava. Niente aveva più senso da quando lui se n’era andato lasciandolo solo ad affrontare tutto il resto, fuori e dentro quella casa, senza un aiuto.
Non riusciva davvero a capire dove trovava la forza di andare avanti, ormai non aveva più nessun motivo per farlo, non aveva nessuno per il quale valesse la pena anche solo tentare di farlo. Ma qualcosa lo tratteneva dal commettere quel piccolo passo che gli mancava per finirla definitivamente.
La verità è che non voleva deluderlo. Sapeva che Michael ce l’avrebbe avuta a morte con lui se si fosse tolto la vita.
Si sentiva così vuoto e così solo, come se la parte migliore di lui fosse stata strappata via dal suo corpo senza pietà, perché lui sapeva che da quando l’aveva conosciuto, Michael era diventato la parte migliore della sua inutile vita, inutile fino a quando lui non gli aveva dato un senso per essere vissuta. Michael. Gli mancava così tanto da far male, troppo male e lui aveva già sopportato tanti dolori. Il suo corpo e, soprattutto, la sua anima erano già stati lesionati abbastanza, da ferite piuttosto profonde, e non sapeva fino a che punto avrebbero resistito. Di sicuro non ancora per molto.
Luke però cercava di auto convincersi a essere forte, per se stesso e soprattutto per Michael. Glielo doveva.
Si alzò e sbrigò il più velocemente possibile per uscire da quella casa. Passava ormai il resto delle giornate sotto quell’albero, il loro albero, in quel piccolo parco alla periferia della città.
Uscì velocemente di casa e si avviò lungo le strade di Sydney. Una volta arrivato superò il solito cancello arrugginito e strascicò i piedi fin sotto l’albero, buttandocisi sotto.
Iniziò a pensare all’intera figura di Michael. Riportò alla mente il ricordo dei suoi occhi ai quali non era ancora riuscito ad affibbiare un colore preciso, il ricordo dei suoi capelli che, al contrario, di colori ne avevano fin troppi, delle sue labbra quasi rosse e delle sue guancie soffici. Cercava di ricordare il più possibile di lui, anche se faceva male, perché non voleva correre il rischio di dimenticarlo. Non se lo sarebbe mai perdonato.
Continuò a perdersi nei ricordi di Michael, senza cercare una via di fuga e l’accenno di un sorriso spuntò sulle sue labbra quando riuscì anche a ricordarsi l’odore che aveva la sua pelle.
Si sentì fiero di sé.
STAI LEGGENDO
Presence. || muke clemmings
FanfictionScacciò via quei pensieri e riportò gli occhi su Luke, trovandolo sempre nello stesso punto, sempre nella stessa posizione.