Part six.

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23 Marzo 2014

 

Because your presence still lingers here

And it won’t leave me alone.

 

-Evanescence, My Immortal

 

 

 “Avanti Luke, non fare il sostenuto.” sbuffò Calum “cosa ti costa?”

“E se poi non gli piaccio?” a quel punto il ragazzo dai capelli corvini sorrise.

“Stai tranquillo, Ashton ti amerà. Gli ho tanto parlato di te e non vede l’ora di conoscerti!”

“Okay, va bene. Hai vinto!”

Calum cacciò un urlo e strinse Luke in un abbraccio. Avevano davvero fatto progressi in quei mesi. All’inizio non era stato facile. Luke era troppo chiuso in se stesso e avvolto da uno spesso muro di dolore. Per Calum era stato difficile ed era arrivato anche a pensare di mollare tutto, ma la costante presenza di Michael lo aiutò ad abbattere quel muro. Luke si era pian piano aperto con lui, raccontandogli quella storia che già conosceva, solo da un altro punto di vista.

Come se avesse letto i suoi pensieri, Michael apparve vicino l’albero dopo erano seduti lui e Luke, rivolgendogli un piccolo sorrido. La primavera era appena iniziata e l’odore si sentiva già nell’aria. Il bel tempo aveva inoltre popolato il piccolo parco e diversi bambini scorrazzavano intorno panchine e siepi.

Michael guardò i due ragazzi. Calum era davvero riuscito a riprendere in mano la vita di Luke e per Michael non esisteva gioia più grande. Si sentiva in pace con se stesso e ora sapeva di essere pronto ad andare.

“Vorrei potesse esserci pure lui, sai, a conoscere Ashton”.

Le parole sussurrate da Luke si insinuarono nei suoi pensieri. Anche lui sarebbe voluto esserci. Guardò Calum alzare un braccio e stringere con la mano la spalla di Luke, poi alzò lo sguardo verso di lui.

“Calum”.

Michael iniziò a parlare con voce strozzata.

“Voglio davvero ringraziarti per quello che hai fatto e che stai facendo. Non ce l’avrei mai fatta da solo e la sua sofferenza e il suo dolore mi sarebbero rimasti sulla coscienza per sempre.

Posso dire che non c’è più niente che mi trattiene qui adesso, perché so che lui con te starà bene.

Ti prego non farlo soffrire. Stagli vicino e non lasciarlo mai da solo. Ricordagli che io ci sarò sempre per lui. E ci sarò anche per te anche quando non mi vedrai più. Vi porterò nel mio cuore fino alla fine e, chissà, forse un giorno ci rivedremo. Ma fino ad allora lui è nelle tue mani.

Grazie, davvero”.

Una lacrima solitaria solcò la guancia di Calum. La asciugò velocemente prima di essere visto da Luke e sorrise in direzione di Michael.

L’attenzione dei tre ragazzi fu rapita da due bambini che stavano giocando sul prato. Uno di loro aveva i capelli biondo cenere ed era visibilmente più piccolo mentre l’altro si era appena buttato sui suoi della vernice, trasformandoli in un pasticcio di castano scuro e viola. I due risero.

“Magari quando sarai più grande puoi tingerli davvero così, ti stanno bene”. Il più piccolo sorrise al più grande che continuò a ridere.

Michael li fissò per un bel po’ di tempo con un sorriso stampato sulla faccia.

Poi una strana luce lo attrasse come una calamita. Era come un tunnel e alla fine di esso riusciva a distinguere una figura.

Era sua nonna.

Il suo sorriso si allargò e continuò ad avvicinarsi alla luce.

Si girò un ultima volta verso Calum e Luke. Quest’ultimo stava fissando nella sua direzione. Era come se potesse vederlo. Michael alzò una mano e indicò il proprio cuore con l’indice, poi guardò anche lui verso Luke e mimò un “per sempre” con le labbra.

Luke, da sotto l’albero, sorrise incredulo verso la figura di Michael. Sapeva che lui era sempre stato lì con lui. E sapeva anche che Michael sarebbe sempre stato al suo fianco e dentro il suo cuore anche quando il suo corpo si dissolse dentro una stana luce.

The end.

Presence. || muke clemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora