Capitolo 1

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**ATTENZIONE**

Questo libro contiene un linguaggio forte, e tematiche per adulti, inoltre continuo a dire, che non lo sto scrivendo io, ma che lo sto solo traducendo con il permesso della scrittrice originale. Lei si scusa per alcune incoerenze presenti soprattutto nei primi capitoli ed io per gli errori di battitura e grammaticali che spero mi segnalerete per rimediare. Buona lettura.

Tahlia's POV

Sento un dolore acuto quando la sua mano viene in contatto con la mia guancia, la mia faccia spontaneamente assume un smorfia. "Sei solo un inutile pezzo di merda!" mi urla in faccia mio padre. "Tu non appartieni a questo posto!" Mi urla ancora una volta contro, prima che un un altro colpo viene sferzato contro la mia guancia opposta. Sento le lacrime scorrere come ruscelli sul mio viso, mentre mio padre continua a gridare, davanti a me.

"Vattene in quella cazzo di stanza."  Sgattaiolo via dalla sua presa e corro su per le scale. Avevo lasciato la porta della mia stanza aperta mentre ora la sto chiudendo facendola sbattere e bloccandola velocemente. Probabilmente state pensando "Perchè non scappare?" bene. Non posso. Non ho modo di uscire, la finestra è troppo in alto ed io sicuramente non sono in grado di intrappolarmi in un mondo orribile senza scampo.

Salto nel mio letto e singhiozzo rumorosamente sui cuscini. Il mio respiro è traballante, ma cerco di calmarmi. Questo è uno dei momenti in cui vorrei che mia madre fosse qui. Morì in un incidente stradale quando avevo solo 3 anni, e venni costretta a vivere con mio padre, che chiaramente abusa di me. I miei, hanno divorziato quando avevo appena 1 anno, e da allora mio padre non è stato più lo stesso. Oltre a lui, non ho nessuno da cui andare, i miei nonni sono morti ed i miei zii e cugini vivono in America. Come mi siedo lascio fuori un grido. Asciugo le mie lascrime e vado nel bagno. Apro l'acqua calda e blocco la vasca da bagno con il tappo, guardando come l'acqua riempe in fretta la vasca. Mi spoglio cacciandomi i vestiti e mi immergo nell'acqua, che dolcemente mi avvolge in un caldo abbraccio come la mia testa china all'indietro toccò le piastrelle.

A volte vorrei farmi crescere le ali e volare via con gli uccelli. Mi chiedo come sarebbe essere liberi, non sono mai uscita, non ho mai avuto amici e per tutta la vita sono stata istruita a casa. Non ho un telefono, o un IPod, e non so cosa significa veramente essere socievole. Non so quella che sembra esserci al di fuori, non so come si ci sente, non ho mai preso aria fresca. Come ho detto, io sono intrappolata. E non so se sarò mai in grado di liberarmi.

Prendo il rasoio dalla piccola mensola della doccia, sopra di me e comincio a trascinarlo lungo la gamba. Un dolore pungente ed acuto trafigge la mia gamba, mi ritraggo, stringendo i denti e mi chino per vedere, una scia di sangue scivolare lungo la mia gamba. In questo momento sento come se il dolore della mia gamba stesse prendendo quello dentro di me. Non lo posso più sentire. E mi sto godendo questa sensazione...che sembra alleviarlo. Volutamente premo di nuovo con forza il rasoio trascinandolo sulla gamba. Un altro dolore acuto pizzica la mia pelle, uno dopo l'altro. Stringo i denti, continuando, per tutta la gamba. Lentamente metto la gamba in acqua, ed una smorfia mi appare in viso come l'acqua calda circonda le mie ciatrici. Il sangue si diffonde, fluttuando intorno all'acqua. Lascio cadere il rasoio che si appoggia sul bagno, e lascio fuori profondi respiri traballanti. Un duro bussare alla porta mi fa accellerare il battito cardiaco.

"Tahlia! Alzati vecchio straccio, dobbiamo andare a fare shopping!" sento gridare attraverso la porta. I miei occhi si spalancano increduli, mi sta portando veramente fuori? Sto per vedere il lato del mondo di fuori e per respirare area fresca? Apro lo scarico della vasca e ne salto fuori, avvolgendo un asciugamano intorno al mio corpo. Mi vedo riflessa nello specchio, sulla mia faccia vi è un grande livido viola. Esco dal bagno ed  vado verso il mio armadio. Il sangue ancora cola dalla mia gamba, ma come ci passo sopra l'asciugamano esso viene assorbito. Vi sono varie cicatrici lungo la gamba, partono dai muscoli del polpaccio e terminano al ginocchio. Volutamente scelgo un paio di skinny jeans scuri per nascondere le cicatrici lasciate oltre al sangue, e ci butto sopra una vecchia camicia. Ho avuto solo pochi vestiti, e questi sono alcuni dei migliori. Faccio scorrere una mano lungo i capelli e li lego in su con una bandana che avevo avvolto intorno al polso. Non prendo nulla e lascio la stanza.

Mio padre mi sta aspettando davanti la porta, con impazienza. Prendendomi dalla parte superiore della testa mi solleva e mi spinge fuori dalla porta. " Non perdere così tanto tempo!" ringhia mentre cammino verso la sua auto. Mi guardo intorno prendendomi tempo per guardare cosa mi circonda e cammino lentamente fino ad arrivare sul sedile del passeggero della macchina. Sento bene il sole sulla mia faccia mentre mi allaccio la cintura di sicurezza. Mio padre preme sul pedale, facendoci volare un po indietro, lasciando la piccola strada occupata dalla nostra piccola casa. Poggio la testa sul finestrino mentre il motore romba.  "Non parlare con nessuno o con niente  di me. Capito!?" Mi ordina mio papà. Annuisco rapidamente prima di tornare con lo sguardo sulla strada. Giriamo intorno ad un grosso centro commerciale, la gente è ovunque. I bambini piccoli camminano con i loro genitori, cercando di tornare a casa. Ed io? Non ho nemmeno bisogno di uscire di casa. Questo è raro per mio padre. E lui si mette questa faccia falsa quando usciamo in pubblico, che mi infastidisce davvero, ma allo stesso tempo mi fa sentire bene perchè mi fa sentirre come se in realtà non ce ne freghi niente.

Lascio un sospiro di sollievo come cammina verso la parte anteriore della vettura. "Ricorda quello che ti ho detto." mio padre ringhia prima di camminare verso l'ingresso. Lo seguio lentamente a testa bassa. Siamo venuti in un centro commerciale per prendere alcuni generi alimentari... lui comunque è sempre stufo. Tengo la testa bassa continuando a camminare. Guardo come mio padre si incammina verso la sezione di carne. Abbaso di nuovo la testa prima di andare a scontrarmi con una supercifie dura, rigida che si schianta contro di me. Cado a terra, coprendo la fredda superfice piastrellata.

Aggrotto la fronte e lo guardo solo per vedere un'ombra alta con un ciuffo di capelli ricci di colore marrone ed un paio di sfere verdi, che sembra mi stiano guardando l'anima. Mi porge una mano, offrendomela per aiuto. Ma mi ricordo quello che mi ha detto mio padre ed ignoro la sua offerta. "Mi dispiace." dice mettendomi una mano sulla spalla. La sua voce roca risuona nelle mie orecchie. Non so' dove guardare, guardo ovunque, ma non lui. Annuisco e cerco mio padre. "Amore, calmati." ridacchia. Rallento il mio passo, ma il mio battito cardiaco si affretta. "Come ti chiami?" chiede, girandomi intorno.

I miei occhi giuzzano intorno, alla ricerca di mio padre. Sapevo che se mi avesse perso, sarei morta. "T-tahlia." balbetto tranquillamente. Sorride, mostrando i suoi perfetti denti bianchi e due fossette sulle sue guancie. Non posso fare a meno di lasciare che i miei occhi scorrano sul suo viso.

"Sono Harry." dice porgendomi la mano, che prendo lentamente nella mia, lasciandogliela agitare. Lui sorride ampiamente.  Mi stacco rapidamente dalla sua presa quando una voce familiare ci interrompe.

"Tahlia." sento  mio padre dire. Sento la rabbia nascosta nella sua voce e la sua faccia tinta di rosso. Muovo un piede vedendo un Hary confuso e dietro mio padre. Mi afferra il polso e comincia a tirarmi lontano da Harry che mi fissava.

"Ci si vede più tardi allora!" lo sento dire prima che perdo il luogo dove era. Guardo indietro verso mio padre che mi sta fissando. Yep, sono morta di sicuro.

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Buona sera ragazze, spero vi piaccia la storia, io come già detto e ripetuto la sto solo traducendo, e spero che apprezziate il mio sforzo, nel farla diventare il più comprensibile possibbile. Credo che pubblicherò un capitolo a settimana, quindi ci sentiamo Domenica/Lunedì... e non dimenticate, oggi è il compleanno di Zayn, auguri patatino, sei diventato vecchio, ben 22 anni, ma per me rimarrai sempre quel ragazzo che aveva paura di fare una figura di merda, dato che non sapeva ballare... Tanti auguri Zayn

Please Don't Judge Me (h.s. italian traslation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora