4. Chi si rivede

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JENNA'S POV

Come al solito ieri sera sono stata sveglia fino a tardi con Danielle, ci siamo guardate un film e abbiamo spettegolato un po'. Il tutto accompagnato da popcorn con una quantità industriale di burro e una bottiglia gigante di coca cola. Nemmeno da dire che, appena ho toccato il letto sono sprofondata in un sonno profondo e non ho manco sentito la sveglia stamattina. Indi per cui, sono in ritardo.

Perché sono così stordita? Perché non punto mai delle sveglie di riserva?

E quindi, dopo aver fatto una colazione veloce - un caffè al volo - ho raccattato dal mobiletto vicino alla porta le chiavi della macchina e sono uscita il più velocemente possibile di casa. E ora, come volevasi dimostrare, sono imbottigliata nel traffico mattutino di Londra... e che cazzo, mi servirà un miracolo per arrivare in orario. La vedo non buia, di più.

Almeno spero che Samantha non abbia niente da ridire sull'intervista, anche perché così è e così rimane. Sono sicura di aver fatto un buon lavoro, l'ho riletta 3 volte prima di stamparla, quindi ha poco su cui scartavetrarmi le palle.

La macchina davanti a me va a dieci all'ora e non so se mettermi a suonare il clacson come un'ossessa o urlargli dietro le parolacce peggiori che conosco. Scelgo la prima opzione perchè, dopotutto, sono una signora e devo mostrare la mia buona educazione. Gli insulti lasciamoli agli uomini, che noi donne non siamo credibili. Inizio a suonare il clacson in maniera intermittente, così lo sveglione davanti a me - che pareva stesse pure al cellulare, ma guida anzichè mandare messaggi a tua moglie razza di coglione- inizia ad andare ad una velocità tale da permettermi almeno di sfiorare i sessanta all'ora.

Dopo quelle che mi sono sembrate ore interminabili, arrivo in redazione e scopro ovviamente di essere in ritardo ma che anche Samantha è rimasta imbottigliata nel traffico - e no non era la macchina davanti a me, grazie a Dio queste figure di merda riesco ad evitarle (anche perché poi era un uomo) - e che quindi arriverà tra una decina di minuti. E si, è un cazzo di miracolo.

Appena entro nel mio ufficio ,appoggio la mia giacca e la mia borsa sulla sedia come ogni mattina e aspetto Jason per prendere il nostro solito caffè alle macchinette (quelle economiche, ovviamente).

Arriva nel mio ufficio come un uragano e subito "Allora quell'intervista? Dicono che Harry Styles non rilasci interviste, come hai fatto a convincerlo?" mi chiede, evidentemente curioso.

"Calma calma, sono solo le 9:30 del mattino e sono reduce da imbottigliamento nel traffico..una cosa alla volta" rido "comunque non ho fatto molto, l'ho solamente osservato mentre si allenava e mi sono avvicinata. Volevano persino mandarmi via ma, senti un po' questa, lui tuona dicendo che ero lì con lui. Ed era super evidente che io e lui non ci conoscessimo. Ti rendi conto?" sputo fuori le parole, forse troppo velocemente per i gusti di Jason, ancora incredula di ciò che è accaduto il giorno precedente.

"Calma calma, una cosa alla volta!" si beffeggia di me, lo stronzo. E "Wow" è l'unica cosa che riesce ad aggiungere. E' rimasto senza parole (cosa che dovrebbe insegnarmi a fare perché io, al contrario, sono una logorroica pazzesca)

Vediamo tutti precipitarsi fuori dai propri uffici, segno che è arrivato il capo supremo. Così, io e Jason facciamo lo stesso e raggiungiamo gli altri nel grande atrio bianco, rimettendoci al cospetto di Samantha. 

"Evans, nel mio ufficio. Ora" mi intima. Si ma, che ansia. 

Poi, chiama altri tre miei colleghi e manda via tutti gli altri, assegnando ad ognuno un nuovo compito da svolgere.

Speriamo in bene.

Non voglio che la mia intervista venga risucchiata dal suo trita carte malefico - che noi chiamiamo Samantha 2-  come fa di solito con le cose che non l'aggradano.

Sweet and Sour (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora