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A ventitré anni messaggiavamo come degli innocenti adolescenti.
Lui era tornato in tour, ma faceva i salti mortali solo per vedermi.
Mi sussurrava ogni notte un ti amo, accompagnato da qualche strofa di una loro canzone.
Lui non era con me.
Non potevo toccarlo, baciarlo o accarezzarlo.
Ma era chiaro come il sole,
che avrei continuato a soffrire per lui.
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