"Quando tutto ebbe inizio."

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E forse, non basterebbero mille pagine per raccontare il tutto, ma dovrò riassumerlo in poche pagine. Io sono Harry, lui era Louis, noi eravamo quello che c'era di più bello.

La nostra storia comincia così..

"Ma non vedi che ti fissa? Dai, vai a parlarci!"
Marta, non capiva quanto fosse difficile creare un approccio con qualcuno, soprattutto se si tratta di un'altro ragazzo.

Beh, non mi è servito neanche un attimo di riflessione, perché quel ragazzo si avvicinava proprio al mio tavolo.

"Posso sedermi?" Mi chiese gentilmente.
"M-ma certo.." Risposi, chinando leggermente il capo.
"Io andrei, se per voi non è un problema. Harry, vuoi un passaggio?"
Non diede neanche il tempo a Marta di finire la frase che rispose:
"Non si preoccupi, il signore lo riaccompagno io a casa"
-'il signore'? Forse ero anche più giovane di lui, che sbruffone-
"Resto qui altri due minuti. Fare due passi, non mi farà male" risposi.

Non furono proprio due minuti..
Restammo lì a parlare altre tre ore, prendendo caffè su caffè, chiacchiere su chiacchiere. Il tempo passava senza che io me ne accorgessi.

Mi intrattenne così tanto che, non ebbe neanche bisogno di dirmi il suo nome. Ero concentrato sul cercare di memorizzare il suo viso. Non distoglievo lo sguardo dal suo volto.
Aveva un paio d'occhi stupendi, di un azzurro limpido. Il suo sguardo era molto particolare, quasi affascinante.

Insistette così tanto, pur di darmi un passaggio, che, alla fine, mi arresi. Mi lasciò proprio sotto casa, pensai 'era un modo per vedere dove abito?..'

Mi accorsi solo dopo di aver dimenticato il cellulare in macchina, e che, nella valigetta, al posto del cellulare, c'era un walkie-talkie.

Cosa voleva questo qui? Perché mi aveva "sequestrato" il cellulare?..

Erano le 23:37 quando sentii arrivare una voce da quella radiolina.
Come poterla dimenticare, era proprio la sua voce. Così calda e dolce, quasi innocentemente piccola.

"Uno, due, tre, prova. Mi senti? Prova."
Che faccio, rispondo o no?..
Rispondo!
"Tu devi essere il mio tassista di turno."
"Vedo che non mi hai dimenticato."
"E come potrei, ricordo sempre la voce di un ladro"

Stette pochi secondi in silenzio..

"Uhm..e cosa avrei rubato?"
"Il mio cellulare!"
L'unica suono che proveniva da quell'affare, era una risata.
"Non c'è nulla da ridere!"
"Beh, se rivuoi il tuo cellulare, dovremmo rivederci. Uh, incastrato. Ci vediamo domani, stesso posto, stesso orario di oggi."

Non mi diede neanche il tempo di rispondere che aveva già spento il walkie-talkie.

Un'intera notte passata a fissare il tetto. Non avevo mai visto un azzurro può bello di quello che imprigionava i suoi occhi, come se nascondesse un oceano in tempesta, ed io, di certo, non avrei voluto annegarci dentro.

L'indomani, fu la luce del sole, penetrante dalla finestra, a svegliarmi.
O forse, la voglia di riavere il mio cellulare, o per il semplice motivo di voler rivedere quel ragazzo..
-no, non può essere questo!-

Mi vestii di corsa, rischiavo di far tardi!
Arrivato al bar, lui non c'era, sul tavolino c'era solo un biglietto:
"Il mio nome è Louis, ed è stato un piacere essere il tuo tassista".
Non si sarebbe presentato? Forse era nascosto da qualche parte. Perché tanta voglia di vederlo?

"Mi scusi, per caso lei è Harry? Questo dovrebbe essere il suo cellulare."
Com'è possibile che, il mio cellulare, era in mano della banconista?..

"Mi scusi, ma il ragazzo che le ha lasciato questo, sa dov'è?"
"No, mi dispiace. È venuto qui alle 7 di questa mattina, ha lasciato questo e poi è andato via."

The tree of memories.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora