Be Accepted

145 12 0
                                    

Upper Est side,Manhattan,31 Dicembre

Tra poco sarebbe scoccata la mezzanotte,ero accecata dalle luci,rumori e tutti quegli alcolici che solo ad un festa in pieno centro non possono mancare . Non sapevo nemmeno cosa mi avesse spinta ad andare a quella stupidissima festa,eppure non conoscevo nessuno.,

Affogare i problemi del vecchio anno nell'alcool non era il rimedio migliore,ma cosa avrei potuto fare??

I miei genitori non approvavano affatto l'idea che io vivessi a Manhattan con la zia Jane,per gli amici J,che disapprovavano totalmente poiché la sorella più ribelle delle tre,mia madre Lory,Berny,e lei...la più libertina della famiglia.Dopotutto mia madre e Berny avevano sempre preso alla lettera ogni cosa detta dai miei nonni,mentre lei aveva sogni ben più ambiziosi e temerari,diciamo che...non si accontentava di sposarsi e farsi mantenere dal marito,voleva una vita autonoma e fu per questo che era trasferita con la migliore amica a Brooklyn, dove aveva cominciato una carriera da stilista,non ha un marchio famoso ma diciamo che ha una vita ben piu agiata di quella che aveva avuto e che avevo io.Mia madre mi ha sempre rimproverato di essere come lei,di essere troppo sognatrice eppure non avevo chi sa quali aspettative dalla vita...è troppo chiedere di essere felici? Beh...comunque sia,finché allogiavo da zia J i miei non mi avrebbero rivolto la parola e mi andava anche bene! Forse una nuova vita nell'Upper east side mi avrebbe cambiata in meglio e mi avrebbe soddisfatta e resa felice.Ma come poteva trovare la felicità una sedicenne in un mondo completamente diverso da quello che conosceva e che al posto di un adulto a farle da guida aveva una zia amicona che amava fare baldoria? Però,nonostante ciò,questo aveva anche lati positivi: nessuna sgridata per la scuola,nessun coprifuoco,tanta libertà...se fossi stata ancora con i miei genitori questa festa mi sarebbe stata vietata, ma adesso che potevo far di tutto: andare alle feste,vestire firmato,spendere tutta la mia paghetta in piaceri personali...non sembrava poi tanto entusiasmante..forse i primi mesi ,ma adesso sembrava quasi scocciante.Nella scuola in cui andavo erano tutte ragazzine esaltate,figlie di grandi imprenditori,avvocati,giudici,stilisti famosi,star...e poi c'ero io...il cui padre aveva un negozio di ferramenta,all'apparenza ero come loro...SEMBRAVO anch'io una smorfiosa legata all'apparenza ma ,appunto, non mi sentivo cosi,non me ne fregava nulla del ballo scolastico,di diventare reginetta,di avere come fidanzato il più bello della squadra di baseball o di essere una cheerleader.Mi piaceva leggere,disegnare e scrivere ma cercavo di non farlo emergere,mi bastava essere accettata e non avere nemici ,diciamo che non cercavo di dare nell'occhio,cosa alquanto improbabile poiché eravamo tutte uguali, volevo essere come tutte le altre...almeno per una volta. A scuola non brillavo di certo per il mio andamento scolastico che era sufficiente a mala pena,peccavo in qualche materia ma il tutto era risolvibile.Avevo poche amiche,diciamo che quelle che avevo non erano il massimo della compagnia,forse era normale sentirmi sola i primi tempi.Avrei trovato il mio posto anch'io..questione di tempo.

"Blame  it on me"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora