Capitolo 3

411 36 7
                                    

"Si potrebbe dire di si," sorrido appena mentre torno ad ammirare la casa.

"Andiamo dai," va verso la porta aprendola.

*****

Ci ritroviamo di fronte a due rampe di scale ai lati, con la vista sul salotto e le finestre sulla piscina. Alla destra si trova una porta, che probabilmente da su la sala da pranzo; alla sinistra c'è una cucina bianca, con un'isola centrale e degli sgabelli vicino ad essa. Una signora fa per entrare in cucina, senza accorgersi della nostra presenza.

"Mamma," dice Seth, la testa della donna scatta verso la nostra direzione e si ferma un secondo a guardarmi, la sua faccia assume un'espressione mista tra la sorpresa e la confusione.

"Figliolo, chi è questa ragazza? Non è di certo Kate," mi sembra quasi disgustata per un secondo, disgustata dal fatto che suo figlio abbia portato a casa una ragazza come me; e pensare che mi stava simpatica.

"No madre, non è Kate. è la sorella di Collin, la professoressa Grey me l'ha assegnata come tutor." Scuote le spalle.

"Collin Kydd? Come ti chiami dolcezza?" Chi avrebbe mai pensato che essere imparentata con Collin mi avrebbe portato dei punti a mio favore.

"Mercury, è un piacere signora Atwood," mettiamo in chiaro una cosa, non è che sia veramente un piacere... è una forma di cortesia. Allunga la mano e la stringo facendo un sorriso forzato.

"Madre, se non ti dispiace noi andiamo a studiare," non lascia il tempo alla madre di rispondere che è già sulle scale, io lo seguo a ruota per non perdermi in questa casa immensa.

Entriamo in una stanza, buia, Seth va verso quelle che penso siano delle finestre e tira su le tapparelle, lasciando che la luce del sole illumini la stanza. I muri sono color celeste mentre il letto è blu scuro ci sono alcune foto qui e là, noto che c'è un poster con una sagoma bianca e il resto nero, la riconosco come la famosa schiacciata di Michael Jordan.

"Siediti pure sul letto e se preferisci possiamo andare nella stanza da 'studio', scegli tu," gesticola leggermente parlando.

"Va benissimo qui," incomincio così a spiegargli alcuni argomenti che abbiamo intrapreso recentemente.

*****

Una canzone dei Linkin Park, di cui non conosco il titolo, risuona nella macchina, sto guardando fuori dalla finestra, la spiaggia scorre davanti ai miei occhi, non vedo l'ora di scendere da questo veicolo, un mal di testa degno di cinque aspirine sta facendosi largo nella mia povera testa. Ecco cosa succede quando sei in macchina con mio fratello.

"Collin, ti prego, abbassa un po'. Scommetto che anche le persone a Sacramento ci sentono." E fate conto che San Francisco e Sacramento hanno 140 chilometri di distanza, quindi provate ad immaginare quanto alto è il volume. Mi chiedo come faccia mio fratello a non essere ancora sordo.

Dopo aver finito di spiegare gli argomenti a Seth, ho chiamato Collin che naturalmente sapeva già dove abita ed è venuto a prendermi. Ed ora mi ritrovo nella macchina di Collin, con la musica a palla e quasi sicura che mia madre dovrà portarmi all'ospedale perchè quando sarò scesa da questa macchina, sarò sorda.

La casa della famiglia Kydd, come ho affermato, è una delle più belle e moderne di Seaside, avere entrambi i genitori che lavorano nell'economia immobiliare ha i suoi frutti. La casa è su due piani, bianca con porte scorrevoli in vetro che danno sul piccolo giardino e la spiaggia. Sopra la porta d'entrata si trova una vetrata che arriva fini al soffitto, che illumina l'ambiente all'interno. Entrati, le scale sono sulla destra, esse collegano il piano terra al secondo piano. La casa ha soffitti molto alti, che danno un senso di un ambiente accogliente. Se si alza la testa c'è un soppalco, con la barriera di vetro che fa vedere un po' il piano di sopra. Alla sinistra si estende la cucina bianca, con un'isola in mezzo, cinque sgabelli sono sotto di essa. Vicino alla scala si trova il soggiorno. In mezzo alla stanza si trova un televisore da sessanta pollici con tanto di casse. Infine, vicino alla vetrata che dà sul mare ci sono due piccoli divani e delle poltrone, sempre di pelle bianca. Il tutto, non ha nessun divisorio il quale rende tutto più arieggiante.

Ho finito con la descrizione della mia casa, tranquilli.

"Mercury!" Gabriel, il mio fratellino di sette anni, urla passando tra le porte finestre in fondo alla stanza e mi corre incontro, mi abbasso ad abbracciarlo. "Vieni a giocare a football con me?"

"Vorrei tanto, ma devo studiare. Perchè non viene Collin a giocare con te?" Mi giro a guardare l'altro fratello, mentre Gabe prende la sua mano e lo trascina fuori, nel piccolo giardino della nostra proprietà.

Forse vi sarete chiesti il perchè del mio nome, insomma, Mercury non è un nome che si trova solitamente, non sono molte le persone che si chiamano Mercury, soprattutto ragazze. Forse vi siete chiesti perchè io un nome come Mercury e i miei fratelli semplicemente Gabriel e Collin. C'è una spiegazione per tutto. I cari signori Kydd, mamma e papà, come noi nella loro adolescenza andavano pazzi per band e cantanti. I loro gruppi preferiti erano i Queen e i Genesis. I membri che i miei genitori preferivano erano rispettivamente Phil Collins, da cui Collin anche se dovrebbe esserci una s finale ma ai nostri genitori Phil non piaceva, Freddie Mercury, da cui la sottoscritta Mercury, e Peter Gabriel da cui Gabriel Kydd.

"Ho sentito che sei andata a casa degli Atwood, immagino che tu debba ancora studiare, su vai in camera," mia madre, Jessica Waldorf una delle più famose arredatrici di San Francisco, dice scendendo le scale con una cesta della biancheria e sorridendomi.

"D'accordo mamma," ricambio il sorriso e salgo le scale, verso la mia stanza.

La mia camera è grande, un letto matrimoniale è appoggiato al muro alla mia sinistra, i muri sono bianchi e sono attaccati quadri di città come New York, Parigi e Londra. Ad entrambi i lati del letto si trovano dei comodini, con come al solito un sacco di cose sopra. Una scrivania bianca si trova appoggiata al muro sulla destra, su un muro sono attaccate foto Polaroid, di momenti importanti da ricordare. Dall'altra parte della stanza, si trovano due porte finestre che danno su un terrazzo affacciato sulla spiaggia. Alla destra delle porte finestre si trova una libreria piena di libri, letti o da leggere.

Ho finito anche la descrizione della mia camera, tranquilli.

"Collin! Andiamo a giocare in spiaggia!" Sento la voce di Gabe in giardino dalla mia camera e un sorriso si apre sul mio viso.

Per quanto la vista della spiaggia dalla mia finestra sia invitante, prima il dovere e poi il piacere. Con questo, prendo i libri dalla scrivania e li butto sul letto, per poi sedermi su di esso e aprire chimica.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 07, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

How They FellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora