Capitolo Tre

299 25 23
                                    

"Questa stanza puzza di chiuso" esclamai lagnosa.

Iniziai ad aprire la finestra aspettandomi una visione per lo meno decente, ma a quanto pare le mie aspettative erano fin troppo esagerate.

Mi ritrovai davanti un cimitero con tantissimi alberi attorno mentre in lontananza notai le finestre degli altri studenti.

Sospirai.

Meglio di niente, credo.

Girai la testa verso la mia valigia, ricordandomi che dopo sarei dovuta andare in cortile da Tris.

Tris.

Che ragazza strana.

Aveva i capelli viola lunghi fino alle spalle, Piercing sul labbro e sul sopracciglio, labbra a cuoricino e gli occhi verde bottiglia.

Era una bella ragazza, dovevo ammetterlo.

Con un carattere di merda.

Misi l'ultima maglietta dentro il piccolo armadio e velocemente camminai in direzione del giardino.

Notai in lontananza la chioma inconfondibile di Tris e mi avvicinai.

Si giró notandomi e sorrise.

"Eccoti finalmente, pensavo ti fossi persa" fece ironica alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia.

Notai uno strano tatuaggio con un triangolo con scritto "S&S".

"Quando ti sei fatta quel tatuaggio?"  Mi permisi di chiederle.

Confusa, spostò lo sguardo dal tatuaggio a me.

"Ma come, non sai che lo fanno a tutti gli studenti? È il simbolo della scuola" rispose come se fosse la cosa più normale del mondo.

Avevo la bocca aperta.

Un tatuaggio? Diavolo no.

"Io ho paura degli aghi, e non vado matta per i tatuaggi" esclamai con  tono spaventato.

Mi fece un segno con la mano dicendo un semplice "lascia stare".

La campanella inizió a suonare in modo tormentoso costringendomi ad alzare il culo da quella specie di mattone e iniziare a recarmi verso la mia aula per le 4 ore di lezione.

Raggiunta la classe mi sedetti nell'ultima fila vicino alla finestra.

Prima di venir spedita in questo posto andavo in una scuola pubblica come gli altri ragazzi della mia età, dove però il sole era molto insistente, e dove si poteva capire quando una giornata era bella o brutta.

Qui era tutto diverso.

Le grandi mura del palazzo non permettevano di osservare niente all'infuori di quello che c'era nell'edificio.

Facevano ombra perfino al sole e questo non lo sopportavo.

La cosa che amavo di più dopo i libri e la nutella erano proprio le belle giornate, infatti quando rimanevo a casa passavo il tempo davanti alla finestra a leggere il mio amato libro di cime tempestose.

Inizio a guardare il paesaggio macabro ricoperto di alberi ormai spogli e la cattedrale abbandonata leggermente più lontana dai robusti fusti.

All'improvviso sentii la sedia al mio fianco spostarsi bruscamente finché una figura fin troppo famigliare non si lasciò cadere a peso morto.

Sbuffò alzando le braccia al cielo.

"Non ho intenzione di subirmi la Smith alla prima ora" esclamò con tono sofferente Tris.

La classe iniziò a riempirsi dandomi modo di studiare ogni persona che varcava la porta.

Alcuni sembravano delle scodelle per tutti i piercing e buchi che avevano sulla faccia.

"Andiamo,non può essere così male" ridacchiai notando il suo sguardo contrariato.

"Scherzi vero? Quella è una befana tirchia e perennemente con il ciclo"

Controbatte.

Lo sbattere di una porta fece sussultare tutta la classe mentre i miei occhi erano concentrati sulla donna appena entrata.

Era abbastanza alta, con un fisico snello: il maglione color porpora che indossava insieme alla gonna dello stesso tessuto pesante mi faceva venire un gran caldo solo a fissarla.

I capelli erano bianchi, pettinati all'indietro e raccolti in una crocchia dietro la nuca mentre un paio di occhiali le davano un'aria severa e per niente gentile.

Sbattè il registro sulla cattedra.

Ci fissò uno a uno senza proferire parola finché i suoi occhi non si fermarono su di me.

"Tu" mi indicó con voce leggermente mascolina.

Deglutii.

"Presentati, forza" mi ordinò a braccia conserte.

Mi alzai dalla sedia indugiando sulle mie parole.

"Mi chiamo Megan Moore, ho 17 anni, sono nata in Inghilterra e all'età di 9 anni mi sono trasferita in America" dissi velocemente prima di sedermi.

"Tutto qui?" Continuò a guardarmi come se fossi la cosa più schifosa di questo mondo.

I miei occhi si fecero due fessure.

"Vuole per caso il mio codice fiscale?" Feci ironica alzando gli occhi al cielo.

Tris mi guardava quasi con gli occhi fuori dalle orbite.

"Te lo faccio vedere io ragazzina" sussurrò a denti stretti prendendomi per un braccio e costringendomi a seguirla fuori dall'aula.

"Lei è pazza!" Urlai dal dolore.

Si giró a guardarmi ghignando.

"Non sono io la criminale qui" mi afferrò i capelli questa volta.

Con uno scatto le tirai una gomitata allo stomaco facendola piegare in due.

Scappai più veloce che potevo.

Avevo paura.

Volevo tornare a casa.

Iniziai a camminare frettolosamente nel corridoio dell'istituto alla ricerca di un bagno, ma purtroppo non avevo la minima idea di dove andare, così decisi di girare l'angolo rischiando di sbattermi contro una porta fatta di mogano leggermente rovinata.

Mi fermai a fissarla per qualche istante non sapendo cosa fare, poi, come se qualcuno me lo stesse imponendo, afferrai la maniglia e spinsi piano.

La porta si aprì completamente mostrando ai miei occhi un corridoio buio che sembrava non avere una fine.

Esitai per un attimo osservando quel luogo tenebroso e maledettamente macabro prima di iniziare a camminare.

Ispezionai ogni cosa con lo sguardo cercando di individuare una traccia di colore, ma il buio dominava contrastante.

Una puzza di muffa mi fece arricciare il naso e scossi la testa per il disgusto.

Mentre camminavo, ad un certo punto, udii una risata maligna alle mie spalle che mi fece immobilizzare.

Feci un respiro profondo cercando di calmarmi.

"Dove vai dolcezza?"

#ciao a tutte

Spero che il capitolo sia di vosteo gradimento, votate e commentate.

Un bacio.

Wicked. [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora