Capitolo Nove

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Mi recai nella mia aula con un permesso scritto e dopo averlo fatto vedere alla Smith, che mi guardava minacciosa, mi sedetti vicino a Tris.

Aveva i piedi sul banco, le braccia dietro la testa e lo sguardo rivolto verso di me.

Alzai un sopracciglio.

"Perché mi fissi?" Le chiesi appoggiandomi al banco in modo da non poter essere vista dalla Smith.

Ridacchiò.

"Perché ti nascondi? Nell'ultimo banco chi vuoi che ci veda con questi alberi davanti?" Indicò i nostri compagni di classe.

Feci una smorfia.

Quando dio distribuiva qualche centimetro in più io stavo partecipando ad un concorso per il settimo nano di biancaneve?

Mi girai a guardare la Smith che scriveva alla lavagna.

"Dopo quello che è successo con quella sottospecie di strega penso che potrebbe fare di tutto pur di farmi iniziare qualche terapia strana"

Rabrividii per le mie stesse parole.

"Non hai tutti i torti" fece fissandola.

La campanella suonó.

Con un balzo Tris scese dalla sedia e mi prese per il braccio.

"Andiamo in giardino".

*

"Allora, hai fatto il tatuaggio vero? Fai vedere" mi prese il braccio e io mi immobilizzai all'istante.

Non doveva scoprire che il tatuaggio non era vero e Tris mi sembrava piuttosto informata su queste cose.

"Scusa" mi strattonai facendo finta di massaggiarmi il braccio per il dolore.

Mi guardò divertita posando una mano sulla mia spalla con fare teatrale.

"Amica mia, sei proprio una mollacciona" ridacchiò girandosi completamente per stendersi nel muretto.

Sbuffai alzando gli occhi al cielo.

Non la sopportavo, per qualche strano motivo siamo diventate amiche?

Mentre viaggiavo con lo sguardo per tutto il cortile e gli studenti notai un ragazzo dalla carnagione mulata, il ciuffo nero da una parte e con una leggera barba che gli solcava il viso fumare.

No aspetta, fumare?

Il ragazzo, probabilmente sentendosi osservato, si girò per guardarsi intorno finché i suoi occhi non si posarono sui miei.

Mi fissò per qualche secondo, dopodiché calpestò la sigaretta ancora a metà e sparì dalla mia vista.

"Si può sapere che cazzo stai fissando?" Sbottò Tris spazientita.

Sobbalzai per il tono fin troppo alto.

"Em..." non mi fece neanche parlare.

"Sono da 10 minuti che ti fisso e non te ne sei neanche accorta" rise di gusto portandosi le mani nella pancia.

Prima mi urlava contro e poi se la rideva.

"Sei pazza" feci divertita.

Si rimise in piedi e scede dal muretto.

"Io almeno lo ammetto" fece buttandomi una frecciatina.

Perché mai avrei dovuto ammettere una cosa non vera? Io non sono pazza e non lo sarò mai.

"Tris perché le persone fumano qua dentro?" Le chiesi scendendo anche io e iniziando a camminare al suo fianco.

"Stiamo andando proprio nel posto giusto per la risposta giusta" mi fece l'occhiolino.

La guardai confusa e feci per chiederle che cosa intendeva, ma la mia risposta arrivò appena vidi quel ragazzo castano dagli occhi celesti della festa insieme ad Harry.

Un momento.

Insieme ad Harry.

Sbarrai gli occhi fermando Tris con un braccio.

"Io ti aspetto qua" le dissi piantando i miei piedi nel pavimento.

E giuro, se avessi potuto l'avrei fatto senza alcun dubbio.

"Perché?" Mi guardò torva con le braccia incrociate.

Iniziai a mordermi il labbro, segno che ero nervosa.

"Perché..mi fanno male i piedi" fu la prima cosa che mi venne in mente.

Ma che razza di scusa era.

"Sei strana oggi, ma va bene, aspettami qui" alzò le spalle prima di dirigersi verso di loro.

La guardai avvicinarsi ai due ragazzi chiedendo qualcosa, il ragazzo di cui non mi ricordo mai il nome estrasse dalla tasca un pacco di sigarette e lì iniziai a capire.

Sbuffai.

Sembravo una cogliona con le braccia incrociate, sola, nel bel mezzo del cortile.

Spostai il mio sguardo di nuovo su Tris e notai Harry venire nella mia direzione.

Sbarrai gli occhi.

No, no e ancora no.

Preferivo sembrare una cogliona, con le braccia incrociate e sola nel bel mezzo del cortile che una cogliona con le braccia incrociate nel bel mezzo del cortile con Harry.

"Ciao Megan" mi salutò con un sorriso.

Brutto diavolo di merda.

"Ciao" risposi fredda cercando di non guardarlo negli occhi.

Fece gli occhi a due fessure, dopodiché mi fissò con un sorrisetto strafottente.

"Ancora devi capire molte cose di me e questo posto vero?" Ridacchiò avvicinandosi di più a me.

Indietreggiai, non volevo mi toccasse.

Mi prese per il fianco e con uno scatto mi ritrovai a pochi centimetri dalle sue labbra.

"Ti ho già detto di non farmi incazzare dolcezza, se pensi che qua le persone che ti circondano siano tutti dei criminali e pazzi assassini, bhe, non hai ancora conosciuto me." Mi soffiò a denti stretti sulle labbra prima di lasciarmi e andarsene.

Il mio cuore batte troppo forte o semplicemente è appena uscito dal petto?

Wicked. [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora