Capitolo Sei

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"Senti ti avevo detto mass.." mi arrivò una maglietta in pieno faccia.

L'afferai e la tolsi alquanto incazzata.

Tris mi guardò sorridendo facendo finta di nulla continuando a frugare nel mio armadio.

Mi sedetti nel letto fissandola con sguardo scocciato.

Quando faceva così era insopportabile, non che di solito lo sia..

Ogni tanto la sentivo borbottare qualcosa mentre squadrava le mie magliette e dopo le lanciava sul pavimento.

"Ma che cazzo ti metti addosso? Sembra il guardaroba di una quindicenne" esclamò guardandomi scuotendo la testa.

Alzai gli occhi al cielo.

"Mi scusi Carla, vuole darmi qualche consiglio? Ah emh...dove ha lasciato Enzo?" Feci ironica sorridendole in modo strano.

Mi sorrise maliziosa e io la guardai confusa e leggermente preoccupata.

Non mi aspettavo questa reazione.

"Ora vieni con me, ti faccio vedere io quello che ho in mente per te" mi prese per il polso uscendo dalla mia camera.

"Ma aspetta, possiamo uscire?" Le chiesi guardandomi intorno.

"Bhe tecnicamente no, ma stai tranquilla" mi fece l'occhiolino.

Certo, tranquilla.

~•~•~

La stanza di Tris era sicuramente la cosa più colorata che esisteva in questo posto.

Le pareti erano di un viola chiaro che facevano risaltare la stanza rendendola più illuminata mentre dei post di qualche ragazzo a petto nudo erano appesi su di esse.

Si, era da lei.

Il letto a una piazza e mezzo vicino alla finestra era ricoperto di cuscini dello stesso colore della parete,

L'armadio invece si trovava vicino.

Guardai incantata ogni dettaglio.

"Ma come hai fatto?" Chiesi con evidente stupore nella voce.

Ridacchiò.

"Sai il ragazzo di cui ti parlavo prima? Quel Louis? Bhe questi sono suoi..regali diciamo" mi rispose grattandosi la testa e mordendosi il labbro.

Assottigliai gli occhi.

"Stavate insieme, non è vero?" La guardai in cerca di una reazione, ma stranamente la vidi impassibile.

"Si, ma non me ne frega più un cazzo di lui, piuttosto scegliamo qualcosa per te" iniziò a guardare i suoi vestiti.

Qualcosa mi diceva che stava mentendo.

Mi avvicinai notando tutti i vestiti e pantaloncini che aveva.

In questo posto il freddo regnava senza alcun dubbio, per quale motivo si vestiva così leggera?

Alzai le spalle, non mi importava più di tanto.

"Eccolo!".

Mi girai guardando il vestito che aveva fra le mani.

Era un vestito blu lungo fino al ginoccho a balze di pizzo con delle pieghe ai lati del vestito che gli davano un'aria moderna rendondolo semplicemente bellissimo.

"Qualcosa mi dice che ti piace" mi sorrise soddisfatta.

La guardai e le mimai un semplice grazie.

Stava ancora parlando della festa e sul fatto che dovevamo prepararci subito altrimenti avremo fatto tardi, ma a me non importava, ero ancora incantata a fissare quel vestito che giaceva sul letto.

"Megan sbrigati".

~•~•~

"Questa è la tua prima festa organizzata da Louis quindi è meglio che ti avverta, non prendere mai quello che ti offrono i ragazzi e soprattutto le ragazze, sono tutti stronzi con manie omicide e in astinenza di vittime qua dentro, in poche parole, stammi vicina." Mi raccomandò prima di entrare dentro la "famosa stanza" di questo ragazzo.

Rimasi a bocca aperta per la grandezza della "stanza"

Era fin troppo emorme e l'atmosfera si poteva percepire a chilometri di distanza.

Sesso e puro Alcool.

Una cinquantina di studenti si trovavano al centro della sala strusciandosi fra loro con i bicchieri di vodka in mano mentre altri su dei divanetti si stavano praticamente riproducendo.

Che schifo.

"Ma questa non è una stanza, è un vero e proprio appartamento, non è possibile che qualcuno gli abbia dato il permesso per fare una cosa simile" Urlai sovrastando la musica.

Lei mi guardò annuendo e dandomi ragione.

"Capisco quello che pensi, ma lui stesso mi ha detto testuali parole, conosco cose di questo istituto che nessuno dovrebbe sapere" mi raccontó fissando un punto alle mie spalle.

Qualcosa che nessuno dovrebbe sapere.

Cosa?

Che segreti nasconde questo istituto correzionale?

Dove sono finita?

La mia curiosità mi avrebbe portato problemi, ne ero certa.

"Ehi aspettami qua, vado a prendere da bere" mi avvisò prima di sparire definitivamente dalla mia vista.

Mi sentivo di troppo qua dentro e volevo sedermi, avrei aspettato Tris nel divanetto.

Cercai di farmi spazio tra la folla per raggiungere l'altra parte della stanza, ma non mi fu possibile farlo senza sentire varie volte una pressione sul mio culo.

Cercai in tutti i modi di coprirmelo con le mani ma dovevo pur farmi spazio con esse.

Sbuffai finalmente fuori da quell'enorme gruppo di persone e camminai in direzione del divanetto, ma ad un certo punto sentii una mano afferrarmi il fianco con forza mentre un'altra mi copriva la bocca.

In un primo momento sbarrai gli occhi cercando di liberarmi, poi capii di non essere abbastanza forte per farlo, così mi arresi.

Il ragazzo mi fece entrare in una stanza chiudendola poco dopo alle sue spalle.

Per la prima volta nella mia vita, avevo paura.

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Wicked. [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora