Il nero I

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Il telefono suona sul comodino. Il nero apre gli occhi all'istante, come se quello svincolarsi dalle braccia di Morfeo non gli costasse nessuno sforzo. Come se non si fosse mai davvero addormentato. Ma il nero dorme mai? Mangia mai? Sorride mai? Queste erano il genere di domande che si facevano i colleghi del Distretto APS riguardo all'agente numero 33, detto il nero. Come d'usanza degli agenti speciali dell'APS nessuno, a parte i suoi diretti superiori, conosceva il vero nome del nero; ma come tutti gli agenti speciali gli era stato affibbiato un soprannome: il nero. Soprannome oltremodo bizzarro data la sua carnagione chiarissima e i suoi capelli rosso carota tagliati a spazzola. Ancora meno affine al colore dei suoi occhi: di un azzurro chiarissimo, quasi bianco, impenetrabili illeggibili. Il suo soprannome veniva semplicemente dal suo modo di vestire. Infatti l'agente 33 vestiva sempre completamente di nero. Completo nero, camicia nera senza cravatta, scarpe nere, occhiali da sole neri. Nonostante le attività segrete e sotto copertura, gli agenti dell'APS non avevano una divisa d'ordinanza ma al neri piaceva cosi. Alzò leggermente la testa dal cuscino riparandosi gli occhi dalla luce del suo smart phone di lavoro. Una serie di 10 numeri che riconobbe all'istante. Lui non aveva numeri in rubrica. Gli unici di cui aveva bisogno lì ricordava a memoria. <Agente 33, operativo> rispose dopo il breve slide sullo schermo del telefino. Ascoltò con estrema attenzione le parole che arrivavano dall'altro capo del telefono emettendo solo ogni tanto qualche verso di assenso. <Perfetto, mi mandi le coordinate e sarò sul posto entri 27 minuti>. Dopo qualche secondo riattacco senza nessun cenno di saluto. Entro una manciata di secondi ricevette un messaggio con una serie di coordinate geografiche. Posò di nuovo il telefono sul comodino e apri l'armadio. Una decina di abiti nere tutti uguali lo salutarono dai loro appendiabiti. Prese il primo a destra e inizio a prepararsi. Gesti ripetuti, quasi rituali che ripeteva ogni giorno e, come spesso capitava, moltissime notti in  come quella sera veniva chiamato per un'emergenza. Una volta finito di vestirsi guardo l'ora sul telefono sul comodino. Bene, era in perfetto orario come sempre. Mise l'arma d'ordinanza nella fondina sotto la giacca e si apprestò a uscire. Non sapeva che quel giorno tutto sarebbe cambiato. E anche l'avesse saputo non gli sarebbe importato. Non al nero.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 07, 2020 ⏰

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