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Avevo aperto gli occhi in direzione del soffitto. Il tenue chiarore delle prime luci dell'alba, entrava dalle finestre semi aperte. Mi ci erano voluti una decina di minuti, prima di capire che quella non era la mia stanza. Mi ero messa seduta, stavo sopra ad un letto a una piazza e mezza. Accanto a me c'era Zac addormentato. Eravamo vestiti tutti e due ma visibilmente malconci dopo la notte trascorsa fuori. Cercavo di ricordare com'ero arrivata fin lì ma per quanto mi sforzassi, l'ultima cosa che ricordavo era il bacio con Zac.
Ho dormito con un ragazzo?
Cos'altro avevo combinato la sera precedente? Lui stava disteso a pancia in giù accanto a me. Dal bordo superiore dei suoi pantaloni, fuoriusciva quello dei suoi boxer e la maglietta a maniche corte scompigliata, scopriva in minima parte la sua schiena. Era la prima volta che facevo attenzione ai tatuaggi che aveva sul braccio sinistro; una banda nera avvolgeva il braccio sotto la spalla e due più piccole l'avambraccio.
Mi trovavo ancora una volta ad osservare il mio nuovo compagno di scuola. In quel momento la mia immaginazione galoppava senza freni ed era stata capace di mostrarmi addirittura Zac senza maglietta. Lui si era mosso e si stava voltando a pancia in su. Aveva aperto gli occhi e si era svegliato. Io avevo distolto rapidamente lo sguardo da lui.
<<Buongiorno.>>
Avevo detto.
<<Sai per caso dove mi trovo?>>
Dopo essersi strofinato gli occhi e sistemato la maglietta che metteva in bella mostra il suo ombelico, Zac era riuscito ad emettere tre parole.
<<A casa mia.>>
A casa tua?
<<E Mi ci hai portato tu?>>
<<Certo che ti ci ho portato io.>> Aveva fatto una piccola pausa per sbadigliare e si era messo seduto sul letto come me, per poi riprendere a parlare.
<<Non sapevo dove altro portarti. Non eri molto in te, ieri.>>
Non ero in me?
<<C'è qualcun altro in casa?>>
Cosa avrebbero pensato i suoi se mi avessero vista sul suo letto?
<<I miei genitori e il mio fratellino Liam ma sta tranquilla loro non mi hanno visto rientrare. Ti riaccompagno a casa prima che possano svegliarsi.>>
<<Ok.>>
Non mi sentivo affatto sollevata, non ancora.
<<Che intendevi prima dicendo che non ero in me?>>
Avevo chiesto, cercando di capire meglio cos'era successo alla festa.
<<Beh, hai bevuto qualche bicchiere di troppo e l'erba non ti ha aiutata.>>
<<Non ricordo quasi nulla, a parte... il... Beh insomma... il bacio.>>
Sapevo che quasi certamente stavo arrossendo, anche se non riuscivo a vedermi in volto. Accadeva spesso quando sentivo caldo alla faccia.
Zac guardava altrove. Non riusciva ad incrociare il mio sguardo e questo mi metteva ansia.
Perchè non mi guarda? Che altro ho combinato ieri?
<<È successo qualcos'altro che non so?>>
<<Cosa vuoi sentirti dire Naomi?>> Questa volta i suoi occhi puntavano i miei. Il verde acqua delle sue iridi sembrava molto più nitido e chiaro dell'ultima volta.
<<Beh...>>
Avevo abbassato lo sguardo e anche il tono di voce.
<<Se lo abbiamo fatto?>>
Zac era passato dritto al sodo senza troppi giri di parole. Io avevo annuito temendo la risposta.
<<Sì. A casa di Bethany. In bagno.>>
Cosa? No, non può essere.
La mia bocca si era aperta involontariamente ma non per parlare. I miei occhi stavano fissando il vuoto senza sbattere le palpebre. Non sapevo cosa dire e mi sentivo una stupida.
<<Mi dispiace Naomi. Non ero al massimo delle mie facoltà nemmeno io.>>
Le parole di Zac arrivavano alle mie orecchie in modo ovattato e la mia mente cercava di ricordare anche solo un particolare che potesse smentirle.
<<Ho sempre immaginato la mia prima volta con il ragazzo dei miei sogni.>>
Parlavo con gli occhi persi nel vuoto, rivolgendomi più a me stessa che a Zac.
<<Mai avrei immaginato di farlo con uno sconosciuto, in un bagno.>> Quella era la triste realtà ed è stato in quell'istante che le parole di Kyan riecheggiavano nella mia testa e mi facevano capire che avrei dovuto dargli ascolto. Zac si era alzato dal letto, non aveva più detto niente. Si era messo le scarpe e le stava allacciando.
<<Non importa, non ti do colpe. Sono stata io l'idiota.>>
Mi ero alzata di scatto, anch'io stavo mettendo le mie scarpe. Avevo la sensazione che Zac mi avesse guardata per un attimo. Forse si sentiva in colpa o forse era solo una mia illusione.
Nessun ragazzo si sente in colpa, dopo aver fatto sesso.
Pensavo.
<<Posso tornare da sola a casa.>>
Il mio tono deciso lasciava intendere che non avrei dato a Zac possibilità di scelta.
<<Va bene. Come vuoi.>>
Rispondeva lui secco.

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