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L'autunno avanzava lentamente e la città si colorava dei tipici colori autunnali. La temperatura era piacevolmente mite, al di sopra della media stagionale. Le giornate andavano ad accorciarsi e il sole tramontava con qualche ora di anticipo rispetto alle settimane precedenti. A scuola tutti noi cercavamo di fare del nostro meglio, cercando di mantenere una media dei voti alta per il diploma. Io mi ero iscritta ad un corso intensivo di biologia, le cui lezioni si svolgevano due volte a settimana, mirato ad approfondire il programma ordinario e a farci ottenere crediti scolastici extra. Avevo scoperto un inusuale interesse per educazione fisica ma non perché avessi una particolare attitudine per l'attività motoria, semplicemente perché potevo osservare Zac fare corsa e flessioni. Da qualche tempo io e lui passavamo molto più tempo insieme, nel quale ci scambiavamo lunghi ed appassionati baci.

Una fresca mattina di metà Ottobre, prima dell'inizio delle lezioni, mi aveva proposto di passare la sera insieme. Io avevo accettato e ci eravamo dati appuntamento per le otto. Mi avrebbe passato a prendere direttamente da casa mia. Alle otto in punto, lui mi aspettava sotto casa ed io ero pronta per uscire. Avevo indossato dei jeans stretti e una maglietta nera a costine, con le spalle scoperte. Avevo spiegato a mia madre che sarei andata ad una festa di classe e lei severa, mi aveva intimato di tornare per mezzanotte. Oltre il giardinetto che separava la mia abitazione dalla strada, avevo trovato un auto ferma. A bordo erano in tre e tutti maschi. Se mia madre avesse visto che a venirmi a prendere fossero stati tre ragazzi, probabilmente non mi avrebbe mai lasciata andare.
Sul sedile posteriore c'era Zac che aveva aperto la portiera per farmi entrare.
<<Ciao bellezza!>>
Aveva esclamato, squadrandomi dalla testa ai piedi.
<<Ehilà Naomi! Finalmente ti conosciamo.>>
Aveva detto il ragazzo alla guida, apparentemente più grande.
<<Zac non fa che parlare di te.>>
Era intervenuto l'altro, seduto sul sedile passeggero.
<<Spero abbia parlato di me, solo in positivo...>>
Avevo lanciato un'occhiata intimidatoria a Zac che si era avvicinato a me per baciarmi una guancia. Avevo come l'impressione che fosse brillo ma non ne avevo la certezza. Qualche decina di minuti dopo avevamo parcheggiato davanti una fila di case a schiera, tutte uguali tra loro. Ci eravamo fatti strada fuori dall'auto ed eravamo entrati in una delle case. All'interno, l'abitazione sembrava essere disabitata. L'ambiente si presentava polveroso e poco curato. C'era odore di chiuso e molti dei mobili erano ricoperti da grandi lenzuoli bianchi.
<<Dove siamo?>>
Avevo chiesto a Zac, ispezionando l'ambiente circostanze.
<<È la casa degli zii di Nathan.>>
Mi aveva indicato il ragazzo che in macchina stava seduto sul sedile passeggero.
<<Non vivono qui?>>
<<No, si sono trasferiti in Europa l'anno scorso. Noi ci veniamo spesso per passare le serate insieme e affogare i nostri problemi nell'alcol.>>
Lo avevo fulminato con lo sguardo.
<<Che problemi possono mai avere dei diciassettenni?>>
<<Più di quanto immagini.>>
Aveva detto lui sarcastico. Avevo realizzato che non era brillo ma aveva lo stesso piglio che avevo visto quella volta al vecchio magazzino abbandonato.
<<Vieni con me.>>
Mi aveva presa per mano e mi aveva portata in una stanza lontana dal salone d'ingresso, dove aveva lasciato i ragazzi a giocare a carte davanti una bottiglia di Vodka.
Si era buttato sopra un letto singolo e mi aveva fatto segno di sedermi accanto a lui.
<<Questa sembra la cameretta di un ragazzino.>>
Avevo detto sedendomi sul letto, vicino a Zac.
<<Era la stanza del cugino di Nathan.>>
<<Come si chiama il ragazzo che guidava l'auto?>>
<<Quello è Maylor.>>
<<Sembra più grande di noi.>>
<<Infatti lo è ma solo di due anni.>>
Mi aveva posato una mano sulla guancia per avvicinare il mio viso al suo e baciarmi. Probabilmente voleva zittirmi e ci era riuscito. Ci stavamo baciando appassionatamente e lui ci metteva molta più enfasi del solito, nel farlo. Mi spingevo sempre di più contro di lui riuscendo a perdermi completamente nelle sue labbra. Ero poggiata sul letto, sorretta dal gomito e involontariamente la mia mano si era posata sui jeans di Zac, avvertendo un rigonfiamento all'altezza del bacino. Per un secondo il mio sguardo si era abbassato spontaneamente sul cavallo dei jeans.
<<Cosa c'è? Non hai mai visto un ragazzo eccitato?>>
Come al solito i suoi modi diretti mi avevano messa in imbarazzo. Sentivo caldo alle guance, segno distintivo che stavo arrossendo a vista d'occhio. Mi fissava insistentemente come solo lui era solito fare poi era tornato a baciarmi. Era davvero eccitato? Ma soprattutto, ero stata io a procurargli quella reazione? Inaspettatamente la sua mano aveva preso la mia per posarla sulla patta dei suoi jeans.
Che sta facendo?
Sapevo che prima o poi Zac si sarebbe spinto oltre ed era ovvio che non si sarebbe fermato ai baci.

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