Un suono assordante si fece spazio nella stanza per svegliarmi dal mio sonno profondo, cercai di allungare il braccio sul comodino vicino al letto per spegnere la sveglia per poi potermi rimettere a dormire, tentativi inutili dato che la sera precedente l'avevo spostata sulla scrivania per essere sicuro di alzarmi.
Ancora un po' assonnato e con la bocca impastata mi diressi verso la cucina per fare colazione, trovai un bel croissant e una tazza di tè fumante. Mi sedetti a tavola e rimasi incantato a quadrare il cucchiaino che creava piccoli vortici nel mentre che lo giravo nel liquido.
A interrompere questo mio stato di mezza trance fu mia madre che con un "Ben svegliato tesoro" che mi fece alzare la testa per guardarla, io risposi con un semi sorriso accompagnato da un "Ciao ma".
Si sedette a tavola vicino a me e mi guardò per un paio di secondi in silenzio per poi dirmi "Pornto per la scuola?" la guardai inclinando la testa per poi fare spazio a un sorrisetto beffardo sulle mie labbra "Nato pronto" le dissi, lei appoggiò una mano sul mio volto per poi accarezzare dolcemente le mie gote sussurrando un "Anno nuovo vita nuova".
Disse queste parole così piano che quasi sembrava non le stesse dicendo a me ma a se stessa, la cosa non mi sorprese più di tanto, iniziare un nuovo anno, di nuovo, non penso le facesse troppo bene. E neppure a me, ogni anno scolastico cambiavo città, vita e anche taglio di capelli, ogni anno dovevo riraccontarmi ogni volta che entravo in classe, sempre la stessa storia i professori che chiedevano chi fossi e da dove venissi e io che rispondevo ogni anno uguale, cambiava solo l'età, ora ne avevo compiuti sedici.
"Ce la farai pure quest'anno" disse mia madre distogliendomi dai miei pensieri "Non ne dubito" risposi convinto di me stesso, alla fine ce l'ho sempre fatta, guardai le lancette dell'orologio a forma di mela che avevamo sopra la porta della cucina, segnavano le 7:30.
Sobbalzai urlando "certo che se però perdo il pullman il primo giorno di scuola potrei dubitarne" mentre mia madre stava lì seduta a ridere del mio pessimo senso dell'orario, corsi per le scale andando in bagno, mi buttai sotto l'acqua e mi lavai il corpo in fretta e furia, presi lo spazzolino e ci misi sopra il dentifricio, iniziai a strofinarlo sui denti per poi accorgermi che non era sulle setole ma sull'impugnatura, tutte a me devono capitare. Finito di lavarmi i denti presi un paio di pantaloni neri di jeans, una maglia bianca della champions, una camicia verde sbottonata sopra di essa e i miei adorati stivaletti.
Scesi le scale, salutai mia mamma e mia sorella Gemma, che nel frattempo si era appena svegliata, mentre stavo per varcare la soglia di casa mia sorella mi ricordò che forse mi mancava qualcosa "Harry come pensi di andare a scuola senza zaino?" disse lei, imprecai mentre salivo le scale, stamattina il mondo intero ce l'aveva con me. Presi lo zaino e lasciai la casa, definitivamente.
Arrivai giusto in tempo per salire sul pullman, mi sedetti in un posto vuoto, misi su gli auricolari e mi persi completamente nella musica. Alla terzultima fermata non c'era già quasi posto per sedersi e un ragazzino biondo che era appena salito sul veicolo mi chiese se potesse sedersi, io tolsi lo zaino e lui si accomodò, "Non ti ho mai visto" disse lui guardandomi "Sì sono nuovo" risposi prima di rimettermi le cuffiette per continuare ad ascoltare la mia bellissima musica.
Dopo circa tre canzoni arrivammo a scuola, scesi dal bus e mi diressi verso l'entrata, il portone blu spiccava in mezzo al verde un po' grigiolino della mura, ero assorto dai miei pensieri, chissà come sarebbe stata questa scuola, magari migliore delle precedenti quattro o forse peggiore, i miei pensieri si dissolsero quando mi sentii toccare una spalla "Comunque piacere Niall" disse il ragazzo che si era seduto accanto a me "Piacere mio, Harry" tesi la mano. Non ho mai amato i contatti mattutini ma quel biondino mi stava simpatico, anche se avrei scommesso fosse tinto.
Arrivato in classe mi fecero le solite domande di routine, risposi controvoglia, subito dopo mi mandarono a sedere vicino ad un ragazzo con la felpa di Star Wars e le mani sudaticce.
La mattinata passò abbastanza in fretta, tranne l'ora di storia, io amo quella materia ma il professore che la spiegava sembrava davvero un goblin, sì avete presente quelli di il Signore degli Anelli, poi parlava scandendo tutte le parole, una ad una.
Arrivò l'ora della pausa pranzo, dato che la professoressa di letteratura ci aveva fatto uscire sette minuti dopo la mensa era pressoché piena, mi trovavo in seria difficoltà a trovare un tavolo vuoto, il ragazzo biondo di stamattina mi stava guardando da un tavolo, successivamente si alzò, e si diresse verso di me "Ciao Harry" disse lui con dolcezza "Umh ciao Niall" risposi io diffidente.
"Perché non vieni a sederti con noi?" mi chiese indicando il tavolo dal quale si era alzato poco prima "In realtà io-" tentai di rispondere, ma lui non mi fece finire la frase che mi ritrovai ad essere trascinato per la mensa.
"Loro sono Liam e Zayn" me li presentò lui "Piacere Harry" tesi la mano al moro che la strinse con un sorriso misterioso, successivamente la tesi al bruno, il quale indossava un cappello di lana in una scuola in cui non pensavo si potesse girare col cappello e poi era settembre, lui replicò la stretta del moro ma con un sorriso pieno di dolcezza.
"Ti stai chiedendo perché ha un cappello di lana a settembre vero?" mi chiese il biondo "No ma vah" risposi anche se in realtà me lo stavo chiedendo, "In pratica" si avvicinò per non farsi sentire da gente oltre noi tre "Si è rasato i capelli e ora si vergogna" incominciò a ridere e di conseguenza pure io, più che per quello che aveva detto io ridevo per la sua risata. Non avevo mai sentito risata più contagiosa di quella di questi biondino.
Ad un certo punto arrivò un altro ragazzo, i suoi occhi di ghiaccio mi penetrarono in profondità. Non avevo mai visto occhi del genere, non lasciavano trapelare niente di niente.
Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio si avvicinò al bruno guardando stranirò il suo cappello di lana "Bene, cosa porti Liam?" disse per poi togliere il cappello al ragazzo "Senza capelli!" si mise a ridere, io lo guardai stranito mentre Liam cercava di riappropriarsi del suo cappello "Louis dammelo, basta!" disse.
Ah quindi il nome del ragazzo con gli occhi di ghiaccio era Louis, buono a sapersi.
Louis dopo un po' smise di ridere e ridiede il cappello invernale al bruno, dopo questo scambio si girò e mi vide, "Tu chi sei?" chiese lui freddo, "Emh io so-" cercai di rispondere ma il moro misterioso si intromise dicendo "Lui è Harry ed è nostro amico" Louis mi squadrò dalla testa ai piedi come se fossi inferiore, successivamente si avvicinò a me "Questo è il mio posto" mi disse impassibile, allora decisi che la cosa migliore da fare era non creare discussioni, prendere la mia roba e andarmene. Presi lo zaino e il vassoio, mi alzai dal tavolo, mi sentii stringere il polso "Harry tu non te ne vai" mi disse il biondino, lo guardai un po' stranito; perché mi voleva far restare? Il moro riprese il mio vassoio e lo adagiò sul tavolo "Tomlinson questo non è più il tuo posto da mesi ormai" disse arrogantemente, il bruno si limitò a dire un semplice "Sì Louis, ha ragione Zayn".
Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio mi guardò male per poi allontanarsi e farci mostrare un bel dito medio.
La situazione non era ancora ben chiara per me, perché tutto ciò, perché hanno mandato via lui per far restare me? Questo dubbio me lo dovetti tenere, perché poco dopo suonò la campanella di inizio lezioni pomeridiane. Salutai i ragazzi e mi diressi verso la classe di biologia, mentre le domande si facevano sempre più spazio nella mia mente.
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Destiny {Larry Stylinson}
FanfictionHo sempre visto l'amore in una forma più contorta rispetto a tutti i miei coetanei, loro lo vedevano come ciò che riusciva a colmare un cuore frastagliato, io piuttosto come una cosa superficiale della quale si poteva fare a meno. Parlo al passato p...