Ero sempre stata un'amante della danza. Ero sempre stata una brava ballerina, sempre in prima fila. Ballando esprimevo le mie emozioni, per la prima volta mi sentivo al posto giusto nel momento giusto. Avevo sempre sognato di esibirmi nelle migliori compagnie di balletto classico, nei migliori teatri del mondo. Poi rimisi i piedi per terra e mi concentrai sugli studi. Lettere.
E invece ora ero senza soldi. E mi servivano per studiare.
"Scostati e fammi passare stupida"
Meretrice. Come si permette di interrompere il mio soliloquio? Sospirai.
Ora mi trovavo lì, in una stanza assieme a tante ragazze che come me volevano il posto da coreografa e ballerina per una band. Una band di cui non sapevo nemmeno il nome, ma pagava bene.
Io, ero l'unica che si era presentata con body e punte. La maggior parte delle ragazze indossava shorts e top scollati. Non che fossero brutte, per carità, ma è solo che le ballerine del Moulin Rouge erano più vestite di loro. Mi guardavano tutte storcendo il naso, mentre tentavo di riscaldarmi facendo la floor barre. Avevo portato un pezzo del lago dei cigni. Ci avevano spiegato come avrebbe funzionato l'audizione. Ballavamo con il nostro pezzo, poi ci avrebbero chiamato entro poche ore. Ne avrebbero scelta una. L'unica differenza tra me e quelle ragazze era che loro sapevano chi era la band, che genere faceva e magari aveva portato anche un loro pezzo. Io non sapevo nemmeno il nome.
"Numero 9375, è il suo turno."
Guardai il foglio di carta che mi avevano fatto compilare. Era arrivato il mio turno.
Entrai in una sala bellissima. C'era un parquet che risuonava melodico sotto il peso delle mie punte. Ogni parete aveva uno specchio, al centro c'era una scrivania con 4 ragazzi e un uomo. Avanzai verso di loro, che avevano uno sguardo molto perplesso e mi posizionai dopo aver consegnato il cd con la musica e aver messo ancora un po' le punte nella pece. Percepii uno "stiamo a vedere" dell'uomo, probabilmente il manager.
Le note iniziarono a volare nell'aria e iniziai il mio ballo, e continuai a ballare, senza tener conto degli uomini che mi guardavano. Alla fine conclusi con la tipica reverance, e tornai a prendere il foglio che avevo poggiato sul tavolo.
"Wow" commentò un biondino.
L'uomo si schiarì la voce.
"Signorina, la sua performance è stata impeccabile per quanto possa essere competente in materia, ma non è compatibile con il genere della band. I ragazzi non fanno balletto."
"Stai scherzando Adam?" Ribatté il biondo. "È stata bravissima, è la prima ragazza che è veramente qualificata, che non si presenta vestita come se fosse una pornostar e tu le dici che è incompatibile? Se sa fare quelle cose saprà sicuramente in grado di ballare altri generi. Vero?" Mi fissò, mentre gli altri ragazzi annuivano con il capo verso l'uomo.
"Che genere?"
"Ha un altro pezzo?"
"No."
"Signorina mi dispiace..."
"Adam per favore zitto un secondo" disse un moro. "La band è nostra, scegliamo noi i ballerini"
"Puoi improvvisare?" chiese un ragazzo dai capelli rossi. Quella tinta era terribilmente figa, in quel momento desiderai di avere dei capelli rossi come quelli.
"Si, datemi una musica. O preferite senza?"
"Musica prego" disse il manager. "Joe, metti una canzone dei ragazzi, vediamo che succede."
Cercai di concentrarmi e guardai verso di loro. Un ragazzo con una bandana in testa, seduto a sinistra del tavolo, alzò un pollice e con l'indice dell'altra mano si indicò il sorriso. Sorrisi anche io.
"Pronta?" Esclamò l'addetto alla console.
"Un secondo" dissi mentre mi toglievo le punte e sgranchivo i piedi. Avrei ballato scalza, se non volevano la danza classica. Il biondo sgranò gli occhi quando salii in mezza punta per continuare a "riscaldarmi" e il mio collo del piede divenne evidente.
Feci segno di partire e ascoltai la musica. Prime note. Chitarra elettrica. Come poteva mai essere ballata quella roba? Andai in un primo momento nel panico, ma mi ripresi quando oltre alla chitarra di aggiunsero batteria e basso, che scandivano il ritmo. Iniziai a muovermi, con passi semplici di moderno. Era davvero una bella canzone, molto allegra. Continuai a ballare, io non comandavo nulla, era il mio corpo che si muoveva da solo. Io non ero più nulla, era il mio corpo a dettare le regole. Il manager fece stoppare la musica e a quel punto il ragazzo che mi aveva fatto segno di sorridere iniziò ad applaudire, seguito dagli altri, mentre il biondino aggiunse un urlo.
"Le faremo sapere a breve" disse il manager restituendomi il mio foglio.
"Fino ad ora sei stata la migliore" sussurrò il biondo. Sorrisi.
"Bei capelli, rosso" esclamai prima di uscire.
"Grazie" rispose contento. Uscii e mi recai in bagno.
Iniziai a piangere. Io non volevo ballare per quei quattro. Io volevo studiare lettere. Io non volevo ballare con le scarpe, io volevo stare sulle punte fino a farmi sanguinare i piedi. Volevo danzare nei teatri, non negli stadi. Pensai ai soldi che quel lavoro avrebbe potuto darmi. Avevo sempre sognato di essere pagata per ballare. Ce l'avevo fatta, più o meno.
Tornai nella sala, proprio mentre l'ultima ballerina uscì.
Una donna con i capelli neri ci disse che avremmo dovuto aspettare al massimo 30 minuti. Aveva un tono acido, e si inasprì ancora di più quando disse "le audizioni non hanno soddisfatto i ragazzi e il loro manager, tranne in pochi casi, ecco perché ci metteranno solo mezz'ora."
Simpatica la signora. Presi il mio borsone e dopo aver posato le punte, mi infilai delle comode scarpe da ginnastica e ripresi la lettura di "Racconti del grottesco" di Edgar Allan Poe. Studiavo da sola, ma mi servivano soldi per sostenere gli esami che dovevo fare con insegnanti privati.
Adam arrivò con un foglio tra le mani.
"Mi dispiace davvero molto per tutte quelle che non ce l'hanno fatta..." Tutte balle. Smisi di ascoltarlo e ritornai al libro. Gli prestai attenzione quando chiamò tre numeri, e io ero tra quelli. Mi alzai in piedi e ci fece segno di entrare in una stanza. C'erano i quattro ragazzi, dietro la solita scrivania. Fissai le altre due ragazze. Una era bionda, indossava shorts di jeans e una maglia nera. L'altra aveva dei pantaloni di hiphop bianchi e un top grigio, che finiva giusto sotto il seno. Mi fissarono e si scambiarono un'occhiata complice.
"Ragazze solo una di voi è passata"
disse il moro."fate tutte un passo avanti."
"Charlie Hudson, tu non passi". La bionda sorrise e uscì correndo dalla stanza, seguita poi dall'altra ragazza.
I ragazzi si alzarono e corsero da me complimentandosi. Ce l'avevo fatta.
"Non so se conosci i nostri nomi" iniziò il biondo "comunque io sono Luke, voce e chitarra. Quello è Calum "indicò il moro "basso e voce. Il rosso è Micheal, voce e chitarra e quello è Ashton,coro e batteria"
Ashton venne verso di me "sei stata davvero bravissima" mormorai un grazie imbarazzato, non mi aspettavo un'accoglienza così calorosa.
"Già, ti prego insegnami a ballare, però per favore, non fare mai più quella cosa con il piede, fa impressione" esclamò Luke coprendosi gli occhi.
"Quale cosa?" ridacchiai
"Metterti in mezza punta facendoti uscire quell'osso"
"È normale, si chiama collo del piede"
" Luke è stupido non fargli caso" disse Calum ridendo.
"Amo il colore dei tuoi capelli" dissi a Micheal "sono fighissimi"
"Finalmente qualcuno che mi capisce" mi abbracciò ridendo "a te starebbero bene tinti di blu.
Sciolsi lo chignon, mostrando i miei capelli marroni con punte blu.
"Tutta blu ti voglio vedere" urlò
"Signorina. Complimenti, mi scusi per prima."disse Adam
"Di nulla, grazie per avermi scelto"
"Dovrebbe ringraziare i ragazzi" andò via.
"Dobbiamo festeggiare" urlò Luke
Urlarono tutti, mi sembrava di stare tra tanti pazzi. Io non ero proprio il tipo rumoroso.
"Ti porto a vedere il bus, mentre questi tre si calmano e scelgono dove andare a mangiare, ti va?" Propose Ashton.
"Va bene, mi accompagneresti a prendere la borsa? L'ho lasciata fuori"
"Certo"
"Ashton non te la rubare troppo, che dopo la voglio anche io" disse Luke fingendosi offeso.
"Tranquillo Luke"
Recuperai la borsa e uscii dall'edificio con Ashton.
"Non ti ho chiesto come ti chiami"
"Ma lo sai come mi chiamo, era scritto sul foglio"
"Lo so, ma è più bello se me lo dici tu"
"Amaya" dissi, mentre scostai la borsa sull'altra spalla mentre mi massaggiavo la destra.
"Pesa?"
"No tranquillo, ci riesco"
"Faccio io" mi sfilò delicatamente la borsa e se la mise in spalla.
"Che tieni qui dentro? Pesa tanto."
"Libri, scarpe e qualche vestito, ma soprattutto libri" dissi fissando le sue braccia.
"Libri di cosa?"
"Di letteratura, devo studiare"
"Perché mi fossi le braccia?"
"Eh?" in quel momento ero diventata rossissima "uhm no perché sono belle. Potresti fare delle prese bellissime in un balletto con braccia del genere."
Sorrise. Aveva proprio un bel sorriso, con delle fossette dolcissime.
Salimmo sul bus, che era il doppio del mio piccolo appartamento, e pochi minuti dopo arrivarono gli altri.
"Allora Amaya" esordì Calum "abbiamo deciso che sceglierai tu dove mangiare perché sei la nuova arrivata"
"Ma io non ho fame"
"Dio perdonala non sa quello che dice" urlò Luke gettandosi a terra.
Iniziai a ridere e lui mi seguì. Gli diedi una mano per aiutarlo ad alzarsi ma caddi anche io su di lui, e iniziammo a ridere ancora più forte.
"Devi mangiare"
"Pizza, nel bus"
"Benissimo"
Calum, Micheal e Ashton mi posero la mano per aiutarmi ma mi alzai da sola.
"E io?"
"Tu alzati da solo" esclamò Micheal, scostandosi i capelli.
"Bastardi" disse alzandosi. "Vado a coccolare il mio pinguino, andate a fanculo" e prese un enorme peluche a forma di pinguino.
"Ordino la pizza, che volete?" Disse Calum prendendo il telefono.
"Dove la ordini? A quella pizzeria italiana?" Chiesero Micheal e Luke assieme.
"Si"
"Io una diavola"
"Anche per me diavola, a Micheal margherita, e Ashton siciliana" disse Luke.
"Pizzeria italiana?" chiesi
"È la pizza più buona di Sydney" disse Calum
"Vedremo"
"Che ne sai tu di come si fa la pizza italiana eh?" Chiese Micheal cercando di fare il serio, ma fallì iniziando a ridere
"Io sono di origini italiane. Quindi..."
"Quindi la prossima volta cucini tu? Mi farai tutte le ricette tipiche italiane? Vero? E io ti aiuto a cucinare, che mi piace tanto"
"No Luke a te piace mangiare, non cucinare" disse Ashton ridendo "se ci tieni alla vita, fai stare Luke lontano dalla cucina"
Luke si alzò e tornò dal suo pinguino, mentre io mi sedetti su una sedia vicino al tavolo, e iniziai a torturarmi le mani.
Ashton si sciolse la bandana e si mise accanto a me, estraendo due bacchette dalla tasca dei pantaloni, iniziando a "suonare" il tavolo. Calum prese il basso e si unì a lui, mentre Micheal e Luke presero la chitarra.
Luke iniziò a cantare e rimasi meravigliata da quanto fosse bella la sua voce.
"That's what I like about you, you really know how to dance" cantò indicandomi. Ridacchiai, erano veramente bravi.
Dopo poco arrivò la pizza, e così ci sedemmo a mangiarla. Tutti iniziarono a divorarla, ma io non avevo fame, per davvero. Luke era seduto alla mia destra e mi sussurrò "devi pur mangiare qualcosa se vuoi continuare a ballare, solo una fetta dai"
Presi svogliatamente una fetta di pizza e iniziai a mangiarla, costringendo il mio stomaco ad accettarla tutta. I ragazzi andarono a dormire, ma Micheal esclamò "ragazzi ma il bus nuovo non è ancora arrivato, abbiamo ancora solo 4 letti, dove dorme la mia ragazza dai capelli blu?"
Ridendo risposi "tranquilli devo studiare, non ho sonno, resto qui"
"Sicura Amaya? Se vuoi puoi venire a dormire con me" disse Calum
"Grazie Calum, ma devo studiare veramente, e poi non ho proprio sonno."* * *
AYEEE.
Se qualcuno non l'avesse capito per me "AYEEE." sta per spazio autrice haha. Sono nuova qui su wattpad, mi sarò iscritta da non so, un'ora forse? Già ho postato questa storia è trovato due fanfiction che mi piacciono.
Spero che il capitolo e la storia in generale siano di vostro gradimento, al prossimo capitolo.
ps: perdonatemi la merda di copertina, trovare delle foto decenti è stata un'impresa, e soprattutto (se non s'è notato) io con Photoshop faccio schifo ✌️💙
STAI LEGGENDO
The dancer [l.h] (#Wattys2015)
FanfictionL'unica cosa che voleva fare era ballare sulle punte. Tutto quello che farà sarà scatenarsi al ritmo di pop punk.