"Pensi sia stato eccessivo?" domandò Amelie turbata. La sua postura era esageratamente ritta, con il mento in fuori e il naso all'insù. E nel mentre, batteva come una forsennata le dita della mano destra su una coscia. Non aveva neppure poggiato il proprio zaino. Il suo sguardo era piantato sull'uomo che camminava verso di lei, uscendo da una viuzza dei bassifondi.
"Penso sia stato necessario" rispose Nathaniel, raggiungendola. Il tono che aveva usato non era più freddo come quello che aveva rivolto alla donna ora riversa al suolo in uno dei tanti vicoli alle sue spalle. Tuttavia, non si scomodò ad essere eloquente, e dopo aver recuperato il suo zaino da terra – lì vicino ai piedi di Amelie – si incamminò subito verso il centro di Lione, evitando abilmente lo sguardo della ragazza. Quest'ultima non si mosse immediatamente e aspettò che l'uomo la notasse, ancora ferma. Solo quando le intimò di sbrigarsi prese infine a seguirlo, dopo aver tirato su con il naso, chiaramente stizzita. Nathaniel si limitò ad ignorarla.
Amelie sapeva che fintanto fossero rimasti in città erano ancora in pericolo, e che per questo Nathaniel manteneva una così solerte vigilanza, badando bene che non capitassero vicino a seguaci del Presidio. Ma nonostante il pericolo, il fatto di aver appena contribuito alla morte di una persona prendeva gran parte delle sue attenzioni, mentre continuava a fissare la nuca dell'uomo davanti a sé in cagnesco, come se addossasse a lui tutta la colpa. A un certo punto fece per aprire bocca, per esporre i suoi pensieri e il suo disappunto verso ciò che avevano fatto, ma la richiuse nel riportare alla mente il luogo dove si trovavano. La sua mente tornò brevemente a suo padre, ripercorrendo inevitabilmente la sua fine cruenta. Fu solo per un istante, ma bastò a far tornare la ragazza sull'attenti e a badare bene di non dare nell'occhio inutilmente.
Nathaniel aveva delle faccende da sbrigare prima che lasciassero la città. Sebbene Amelie non sapesse di cosa si trattasse, fatta eccezione per le provviste - che la riguardavano direttamente e delle quali si sarebbero occupati prima di uscire da Lione -, aveva fiducia nell'uomo. O perlomeno, sapeva che ogni sua azione era volta al solo scopo di nuocere al Presidio.
Camminarono per una mezz'ora attraverso le vie della città, attraversando un paio di volte la Saona e il Rodano. Tre volte Nathaniel si fermò davanti ad abitazioni a lei sconosciute, intimandole di aspettare fuori e di restare allerta. Nonostante fosse poco più grande di lei, l'uomo pareva avere conoscenze ovunque andasse. Per Amelie non era un problema aspettare, in fondo Nathaniel era rapido nelle sue occupazioni. E, comunque, lei sapeva di avere altri ruoli. Ad ognuno il suo, pensò. Mentre restava in attesa, la sua mente non poteva evitare di tornare alla donna che li aveva riconosciuti, e che se non fosse stata isolata da possibili aiuti, indubbiamente avrebbe avvisato i suoi compagni. Era fuggita subito, scappando per i bassifondi della città nella speranza di far perdere le sue tracce e allo stesso tempo trovare aiuto. Ma era difficile scappare da Nathaniel: come la donna aveva iniziato correre, così lui la aveva imitata. Amelie aveva capito già in quel momento cosa sarebbe successo in seguito. E non poteva non sentirsi colpevole: lei stessa aveva concordato con Nathaniel che in una simile occasione non ci sarebbe stato altro da fare. E ciò le dava il voltastomaco, la cui aria pregna di umidità certo non aiutava. Cercò di distrarsi e pensare ad altro, osservando il sottile seppur costante flusso di persone che si spostavano per la strada.
Uscito dalla terza casa l'uomo scrutò con dissimulata noncuranza la folla che ingombrava la strada e si avvicinò ad Amelie. "Possiamo andarcene da qui. E faremmo anche meglio a fare in fretta."
La ragazza annuì e i due si incamminarono, restando al confine tra la Città Alta e i bassifondi, sempre incolonnati con lui davanti e lei dietro a seguire. Una simile disposizione si era rivelata molto pratica in diversi frangenti, in quanto permetteva all'uomo di vagliare con più facilità l'ambiente attorno a loro. Inoltre, anche quando l'occhio esperto di Nathaniel si distraeva e coglieva il pericolo all'ultimo secondo, egli poteva agevolmente prendere per mano Amelie e trascinarla in un battito di ciglia nel vicoletto più vicino. Dal quale, grazie alle sue conoscenze riguardo le infrastrutture cittadine, era in grado di elaborare un percorso che aggirasse i membri del Presidio attraversando i bassifondi di Lione. Per due volte dovettero ricorrere a un simile espediente prima di riuscire a viaggiare indisturbati.
Poco prima di raggiungere le mura si fermarono brevemente ad acquistare i viveri per le giornate a seguire, e dopo averli riposti nei loro zaini proseguirono verso l'uscita. In un paio di minuti cominciarono a vedere i portoni di legno, spalancati, che conducevano direttamente al di fuori della città, passando dalla parte Alta all'esterno senza vie intermedie. Erano le tre di pomeriggio, e il sole era ancora lontano dallo scomparire dietro l'orizzonte. Dovevano mancare due ore, forse anche qualcosina in più.
I due non ebbero problemi ad uscire da Lione: anche se il Presidio teneva alta la guardia all'interno della città, fintanto che non c'erano ordinanze specifiche non poteva interferire direttamente con i normali compiti delle Guardie Cittadine, compreso quello di tenere la guardia alle porte della città. Probabilmente vi era comunque un membro del Presidio appostato nei pressi dell'uscita a sondare il flusso di persone con un incantesimo di scansione, ma nessun altro. E un simile ostacolo non impensieriva in alcun modo Nathaniel, la cui esperienza era ben maggiore di quanto chiunque avrebbe potuto pensare osservandone il giovane volto ben rasato. Gli bastò celare le loro presenze magiche con un incantesimo di soppressione. Amelie sentì le sue forze diminuire assieme a un lieve formicolio alla pancia quando il sortilegio agì su di lei, siccome esso aveva come effetto primario quello di impedire l'utilizzo della magia, e solo come semplice conseguenza quello di nascondere la presenza magica ad occhi esterni. Non era un incantesimo semplice da attuare, e solitamente veniva utilizzato con uno scopo offensivo durante i duelli tra maghi. Ma coloro che non si limitavano a conoscere la magia in modo superficiale e la studiavano in tutte le sue sfaccettature riuscivano a trarne anche altri vantaggi, dei quali questo ne era un perfetto esempio.
STAI LEGGENDO
Amelie e Nathaniel
Short StoryUn omicidio. Un assassino. Due colpevoli. In un mondo dalle sfumature fantastiche, all'interno di una Lione immersa nella seconda metà del Settecento, una donna viene uccisa. Nathaniel è l'assassino, Amelie la sua complice. Entrambi sono accomunati...