Capitolo V

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Il mese di maggio era giunto al termine, e i quattro andavano avanti e indietro dallo studio di registrazione da un paio di settimane.

Nina aveva passato il periodo del suo compleanno, una settimana dopo il concerto, a svilupparne le fotografie, in totale solitudine. Aveva approfittato degli spazi concessi da Giorgio, un fotografo che conosceva da anni.

Non appena pronte, le aveva mostrate al fratello. Aveva accuratamente selezionato quelle più meritevoli, in cui si coglievano l'essenza della band e l'atmosfera della giornata.
Aveva conservato venticinque delle cinquanta fotografie scattate; poteva dirsi soddisfatta del proprio operato e sperava lo fosse anche la band.

Alan ne fu entusiasta e le riguardò più volte, commentandole ad alta voce.
"Questa è favolosa: quel raggio di sole che mi colpisce sembra messo lì apposta! Guarda Fabio qua, sembra stia volando, hai scattato proprio al momento giusto!" continuava a sfogliarle come stesse scartando i regali di Natale.

"Aaah, Stef è proprio figo, in questa foto; che capelli! Vedrai quanto si pavoneggerà, quando la vedrà. Sei riuscita a mettere a fuoco anche Aldo, nonostante fosse dietro. Oh, guarda questi tizi come ballavano! Hai fatto un lavoro splendido, sorellina!" le disse, baciandole la testa.

Aveva stampato anche una fotografia in un formato più grande: immortalava i quattro, sorridenti, l'uno accanto all'altro alla fine del concerto. Infine, aveva incluso anche alcune foto del backstage, poiché desiderava che la band avesse più ricordi possibile di quello che era stato il primo concerto davvero importante della loro carriera.
Il fratello portò gli scatti in sala di registrazione il weekend successivo, provocando un'ondata di entusiasmo nei compagni di avventura.

Il due giugno, giorno festivo, sarebbe caduto di mercoledì quindi, facendo tutti il ponte, ne approfittarono per fare una full immersion in studio e terminare le registrazioni.

Lo studio si trovava in una località collinare sperduta, a pochi chilometri dal lago, e per raggiungerlo dovevano percorrere un'ora di strada a tratta.
Si erano trovati bene con Guido, l'amico di Alberto; era uno che sapeva dove mettere le mani. Non era mai brusco o irrispettoso, sapeva muovere critiche costruttive con tatto e rispetto, riuscendo a spronare i giovani musicisti a migliorare dove erano carenti, senza farli sentire inadeguati o troppo acerbi.
I ragazzi erano volenterosi e mossi dal sano entusiasmo della prima volta. Si erano impegnati tantissimo, nonostante le energie e il tempo richiesti.
A volte, Nina sentiva rientrare il fratello a notte fonda, dopo una sessione in studio, nonostante dovesse alzarsi per andare al lavoro un paio d'ore dopo.

Il mattino del due giugno finirono finalmente di registrare l'ultima traccia. Per festeggiare, e godersi un po' di meritato riposo, Alan avvertì la sorella che avrebbero passato un pomeriggio al lago e le chiese di raggiungerli. Alla sua risposta affermativa, le chiese di dare un passaggio anche a Betty e invitare Marika.

La ragazza, tornata dal lavoro, pranzò velocemente e si fece una doccia, prestando attenzione alla depilazione di gambe e inguine, poi preparò l'occorrente per la giornata: telo mare, intimo di ricambio, ciabattine, occhiali da sole, qualcosa da leggere, walkman e l'immancabile protezione solare.

All'una e mezza era puntuale davanti a casa di Marika, dove l'amica la stava già aspettando insieme a Betty.
Giunte al lago, riuscirono miracolosamente a trovare un parcheggio, poco lontano dalla spiaggia.

Si incamminarono per raggiungere gli amici; le avevano avvertite di andare alla spiaggia antistante il bar 'Porticciolo'. A quei tempi, ci si dava appuntamento in un luogo e orario precisi, sperando non vi fossero intoppi; l'utilizzo del cellulare, da parte della gente comune, era ancora un'usanza lontana nel tempo.

Nel luminoso abissoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora