La band era su di giri; avevano un ingaggio per suonare in un festival, il primo maggio.
Era tradizione, ormai non solo a Roma, organizzare concerti in occasione della festa dei lavoratori.All'inizio, poteva sembrare un primo maggio sfortunato, visto che quell'anno sarebbe caduto di sabato, ma quell'occasione, saltata fuori all'improvviso, li fece letteralmente saltare di gioia.
Il festival si sarebbe tenuto all'interno dell' ex-ippodromo di una città limitrofa, dotato di grandi spazi verdi. Ci erano già stati gli anni precedenti, da spettatori, sapevano quindi che avrebbero suonato davanti a un pubblico numeroso ed eterogeneo, avendo anche l'occasione di esibirsi insieme ad altre band, alcune già molto note.
Fu un ingaggio dell'ultimo minuto, dovuto probabilmente alla defezione di un'altra band già in scaletta. Un conoscente di Alberto aveva fatto il nome degli Akashica a uno degli organizzatori, che andò a sentirli a suonare al Devil's Tavern, e colpito dal loro sound, li reclutò con sole due settimane di preavviso.I quattro decisero di provare tutte le sere. La settimana in cui Alan avrebbe dovuto lavorare fino a tarda serata, chiese un paio di giorni di permesso, per non trascurare la band; non potevano farsi trovare impreparati in un'occasione così importante.
Avrebbero avuto mezz'ora a disposizione sul palco, potendo suonare cinque, massimo sei pezzi.
Volevano dare il meglio e selezionarono accuratamente quali brani proporre.Nina non era ancora riuscita a vederli suonare dal vivo, perché la sera del concerto da Alberto era bloccata a casa, con la febbre a trentotto. Il primo maggio non sarebbe mancata per nulla al mondo.
Quel sabato Alan si era svegliato presto, dirigendosi col resto della band all'ippodromo, per fare il sound check e sistemarsi per bene.
Nina sarebbe arrivata intorno alle tre del pomeriggio, con l'immancabile Marika; gli Akashica sarebbero stati i terzi in scaletta e avrebbero suonato intorno alle sedici e trenta. Aveva sempre amato i concerti all'aperto per la loro atmosfera informale e rilassata.Gli spazi erano efficacemente organizzati: un palco piuttosto grande e bene attrezzato, era montato sul limitare di una grande e ovale area verde. A metà del prato c'erano le postazioni dei tecnici del suono e delle luci, mentre dall'altra parte, c'erano gli stand di cibo e bevande.
Le due ragazze si incamminarono verso il palco, alla ricerca della band.
Era davvero una splendida e calda giornata di primavera, per questo Nina aveva scelto di indossare un corto abito dalle spalline sottili, insieme agli immancabili Dr Martens neri e consunti, ricordo di Londra."Aldo!" chiamò Nina, adocchiando il batterista, che stava arrivando dalla zona bar con quattro pericolanti birre in mano.
"Ehilà! Ciao, ragazze! Venite, venite, i ragazzi sono là dietro!" Indicò col mento una zona non ben precisata vicino al palco.
Lo seguirono far loro strada nel backstage. Oltrepassata la transenna, si diressero verso una serie di gazebo che ospitavano le band."Birre arrivate! E non solo le birre!" si annunciò il batterista.
Stef stava provando dei passaggi con la sua Les Paul bianca, con espressione concentrata e sigaretta penzolante fra le labbra. Il frastuono che li circondava rendeva quasi impossibile distinguere quali note stesse suonando. Fabio camminava avanti e indietro per il gazebo; Alan era sdraiato sull'erba, fumando a occhi chiusi.
Aldo poggiò le birre sul tavolino, pieno di roba: posacenere già pieni, sacchetti di patatine aperti, bicchieri vuoti, tovaglioli sporchi e plettri.
"Mettetevi comode, se trovate posto" le invitò. Poi, dando un calcetto al cantante, disse: "Stordito! C'è qua tua sorella!"Alan si riscosse dal torpore e si alzò ad accogliere le due ragazze. Era contento di vederle lì, soprattutto Nina.
Le salutarono anche gli altri e chiesero loro se volevano bere qualcosa: avevano pass per cibo e bevande illimitati!
Le ragazze accettarono una birra e Fabio si offrì di andare a prenderle per loro; era così agitato che non riusciva a stare fermo.
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Nel luminoso abisso
Fiction généraleNina è rientrata improvvisamente in Italia, con le valigie piene di pennelli, fotografie e sogni, dopo aver vissuto gli ultimi anni tra l'Inghilterra e il Galles. Ciò che le è successo in Regno Unito l'ha convinta a ripartire da zero, nella speranza...