L'INCONTRO

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-Non mi aspettavo di vederti qui oggi- gli dico con fare distaccato. Il suo sguardo penetrante mi inchioda, non sopportando questa insensata sensazione che mi avvolge distolgo lo sguardo finendo l'ennesimo bicchiere di vino.

-Venivo qui con i miei genitori per il Ringraziamento da quando ero un bambino, e a tuo fratello come ben sai piacciono le tradizioni- afferma. Ma la sua voce è lontana, lo sguardo è perso in un gruppo di bambini che si rincorrono per la sala.

-Bambini non correte qui dentro!- Summer cerca invano di contenerli, come madre è troppo buona. Uno di quei bambini si dirige nella nostra direzione vedo i suoi occhi fissarsi nei miei prima di passare oltre per soffermarsi proprio al mio fianco.

-Papà! papà ho visto il tacchino! È enorme!- dice con la sua voce un pò stridula. Il viso di Edward si addolcisce rispondendo qualcosa che non riesco a sentire, anzi non voglio sentire allontanandomi in fretta.

Vorrei poter dire che la serata trascorse piacevolmente ma non fu così, evitai tutti e alla prima occasione sgattaiolai via, ma prima di essere in salvo sentii una presa sulla mia mano. Mi girai consapevole di chi mi aveva fermata rimanendo però sbalordita da quella visione, il vichingo che prima mi aveva macchiato il vestito mi sorride sensuale. -Già te ne vai?-

-In realtà si, ho fatto un lungo viaggio e sono parecchio stanca io..-

-Si Roger me lo ha detto, a proposito io sono Geroge un socio di tuo fratello- tende la mano verso di me, mentre la afferro sento un calore che da lì si irradia su tutto il corpo.

-Katherine- sussurro imbarazzata.

-Bene Katherine devo scusarmi con te, credo che una cena per domani sera sarebbe il giusto inizio per farmi perdonare- afferma sensuale con quelle labbra..

-Si come inizio non è male- confermo ridacchiando, ma in realtà mi sento molto lusingata.

Questa mattina si prospetta molto impegnativa 'e per di più ancora non ho visto Winston!' sospiro mentre mi dirigo verso quello che è sempre stato l'ufficio di papà. Adesso logicamente è passato a Roger.

Entrando sento quel profumo inconfondibile di sigaro che mi da tanta malinconia, fisso quella che era la sua poltrona immergendomi nei ricordi.

Sento il fruscio della porta che si apre -Scusa Kiki, sei qui da molto? Sono stato bloccato da Cythia! vuole cambiare colore alle pareti della nostra camera da letto..- smetto di sentire i suoi progetti di ristrutturazione su quella che ho sempre considerato come casa mia, ma che adesso non mi appartine più. Qui io ora sono un ospite, a cui hanno avuto la premura di mantenere intatta la camera da letto che avevo da bambina.

Quanta nostalgia, mi manca papà con i suoi consigli. -Mi diceva sempre di seguire il mio destino- penso ad alta voce.

-Cosa? Chi diceva..- domanda Roger distogliendomi dai miei pensieri.

-Nessuno, in realtà parlavo con me stessa- affermo indecisa sul perchè non condividerlo con Roger, ma una strana sensazione mi spinge a non farlo -Rivediamo questo bilancio, che dici?- domando sedendomi sulla poltrona di fronte alla scrivania.

-Preparati Kiki che ho delle sorprese per te..- e quello che mi dice per me è sconvolgente.

-Credevo che la mamma avesse dilapidato la sua eredità- affermo scioccata.

- E invece no, a quanto pare tua madre era una donna previdente. O chi lo sa, forse è stato tuo nonno materno! Magari proprio conoscendo sua figlia ha vincolato la maggior parte dell'eredità di tua madre - dice conciso.

Faccio spallucce -Non immaginavo che la mamma avesse avuto una grande eredità.-

-L'unica figlia di un duca!- sembra sbigottito o forse sono io quella sorpresa, continua a parlare -Come ho detto una parte cospicua dell'eredità era stata depositata e vincolata, in più tua madre aveva fatto qualche investimento ben piazzato, che col tempo ha fruttato bene. Probabilmente nostro padre deve averle dato qualche consiglio- dice con rassegnazione.

-A dire il vero mi risulta parecchio strano, papà negli ultimi anni di vita di mia madre si è sempre rifiutato persino di sentirla nominare, quindi è difficile pensare che si vedessero- ma io stessa mentre le dicevo dubitavo di quelle parole.

Geroge mi guarda seriamente per un'attimo -Kiki il loro è sempre stato un rapporto complicato- dice bruscamente volendo chiudere il discorso.

La cosa mi rattrista molto, la consapevolezza di non conoscere mai la verità. Forse accorgendosi del mio cambio di umore Geroge cerca di tirarmi un pò su il morale.
-Adesso che hai il titolo e l'eredità di tua madre e in più quello che ti ha lasciato papà, sei una ereditiera sorellina! Ti possiamo far sposare al miglior offerente!- sogghigna.

Tralascio volutamente la sua affermazione infelice - Per adesso cerchiamo di contenere le voci- affermo muovendomi a disagio sulla poltrona - Ho un progetto importante, e non voglio che venga intaccato da questa storia- continuo più decisa.

-Come desideri sorella, anche se potresti vivere agiatamente almeno dieci vite con quello che ti ha lasciato papà, per non parlare di quello che avrai da tua madre adesso. Sai continua a stupirmi che tu voglia lavorare- dice scherzando, ma con me non funziona e lui sa bene il perchè.

-Tu lavori- ribatto infatti decisa.

-Ma io potrei lavorare dieci vite e non guadagnerei quello che hai tu- afferma sincero.
-Ma i soldi non sono tutto Kiki- continua.

-Questo lo so- sospiro, sapendo già dove vuole arrivare.

-Allora perchè ho la sensazione che tu non viva, che tu non sia felice!- dice alzando le braccia e facendole cadere sul suo grembo in un gesto di resa.

-Semplicemente perchè non lo sono- sussurro malinconica.

-Non sei cosa..- chiede, volendo farmelo dire, di recente deve aver letto qualche articolo di psicologia, perché ho la sensazione che mi stia analizzando.

-Felice- rispondo mentre esco ,questa conversazione è diventata stretta.

VERITA' NASCOSTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora