chapter 4

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Quando la luce passò attraverso la finestra del soggiorno, Michael aprì gli occhi. Non poté trattenere il sorriso che gli affiorò alle labbra quando vide il ragazzo biondo ancora addormentato sul suo petto. Michael guardò lentamente lo spazio sopra la testa di Luke, vedendo che il suo numero era ancora un uno.
Sospirò di sollievo, richiudendo gli occhi e assaporando quel momento di pace.

Luke, d'altra parte, finse di dormire per le ultime tre ore. Non era che non amasse stare tra le braccia di Michael, ma era spaventato.

Michael gli nasconda qualcosa, e Luke lo sapeva. Era facile capire che il ragazzo continuava a guardare nervosamente sulla sua testa, e non aveva forse sospirato quando lo aveva guardato? Luke non era stupido.

Il cuore di Luke si fermò quando sentì un bacio sulla propria fronte.
Strinse la maglietta di Michael, accoccolandosi di più su di lui.

"Luke, che succede?" domandò Michael dolcemente, incontrando lo sguardo di Luke quando il biondo aprì gli occhi.

"Non dovrei essere io a chiedertelo?" borbottò Luke, la sua voce più bassa del normale.

Michael sospirò. Si sentiva bene, quindi cosa stava cercando di dire Luke?

Oh.

Non poteva essere. Che Luke avesse capito che Michael sapeva qualcosa di cui lui non era a conoscenza? Cazzo, Michael non aveva mai dovuto spiegare a qualcuno la... cosa dei numeri, prima.

Michael tossì.

"Me lo dirai, o no?" lo spronò Luke.

"Più tardi? Per favore, è difficile."

"Bene."

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Michael sospirò, scompigliandosi i capelli verdi. Come si facevano le uova strapazzate? Sembrava così semplice, ma Michael era stupido.

Cucinare era stupido.

Le uova avevano cominciato a bruciare, creando uno sgradevole odore che si espanse in tutto l'appartamento. Poté sentire Luke ridere dal soggiorno, realizzando che Michael non sapeva cucinare.

"Non dovrebbe essere divertente, Lucas!" urlò Michael, frustrato dalla propria incompetenza nel cucinare semplici pasti.

"Come mi hai chiamato?" gli urlò giocosamente Luke di rimando. "Ehy, questa è la tua chitarra?"

"Luke, non toccare que-"

"La sto suonando e tu non puoi fermarmi!" rise Luke, mentre Michael lo sentiva suonare la sua preziosa chitarra. Quel suo comportamento gli ricordò un brutto personaggio. Qual era il suo nome? Hmmm.

Michael afferrò una spatola quando sentì Luke cantare (e suonare la sua fottuta chitarra, non che stesse impazzendo o qualcosa, pshh) una canzone che non conosceva.
Ma cazzo, Luke aveva talento.

"And as the sun went down, we ended up on the ground

I heard the train shake the windows

You screamed over the sound

And as we own this night

I put your body to the test with mine

This love was out of control

3-2-1 where did it go?"

Michael, ovviamente, venne distratto dalla musica.
Le uova che erano solo leggermente bruciate, diventarono un irriconoscibile mucchio carbonizzato di merda nera nella pentola.

Luke andò verso di lui, dando a Michael la chitarra.

"Cucinerò io, tu suona." ordinò Luke, prendendo alcune cose dal frigorifero.

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Dopo il pasto sorprendentemente buono (che consistette in toast, bacon e pancakes) e un ugualmente dolce sottofondo di chitarra (un'idea di Michael), Luke si accigliò.
Si stava aprendo davvero velocemente con Michael, e non lo aveva mai fatto prima. E non gli piaceva.

Luke non era uno che usciva facilmente dalla sua zona di benessere. Al momento, si sentiva grasso e seccato.

(Diciamo più bello e seccato, ma una versione di bellezza più triste.)

Luke tirò giù le maniche del suo maglione nero, decidendo cosa fare. Lui e Michael erano seduti sul divano, e Luke stava cercando di allontanarsi sempre di più.

Tossì. "Michael, non voglio farlo."

"Cosa intendi? Sederti? Okay, va bene, possiamo andare a fare una passe-"

"No, Michael."

Michael smise di parlare e si accigliò, aspettando che Luke continuasse.

"Ieri sera ho detto delle cose che non avevo mai detto a nessuno. Ho ammesso cose che non avrei voluto ammettere. È... spaventoso. Non voglio avere un motivo per cui rimanere qui, ma non posso pensare a come potrebbe essere lasciarti senza sentire dolore allo stomaco. Sono un ragazzino spaventato, praticamente, e mi sento sopraffatto da questa cosa." disse Luke, e i suoi occhi diventarono lucidi.

Michael si sentiva malissimo. Tra tutte le cose, lui non voleva assolutamente far sentire Luke spaventato o confuso in propria presenza.

Luke se ne andò.

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Se Michael fosse stato con Luke mentre tornava a casa, avrebbe notato che il suo numero era tornato uno zero. Se Luke avesse saputo che Michael poteva vedere quel tipo di cose, gli avrebbe assicurato di non esserne sorpreso. Luke si sentiva un po' morto, dentro, e qualche coccola non sarebbe bastata per risolvere tutto quello che aveva passato.

Luke si sedette sul suo letto, con gli occhi chiusi, pensando. Gli piaceva valutare tutte le possibilità possibili. Come si sentiva Michael? Era forse arrabbiato?

Luke cominciò a sentirsi bombardato di domande, soprattutto perché venivano dalla propria mente, ed era difficile pulire i suoi pensieri. Aprì gli occhi, puntandoli immediatamente sui cassetti del comodino. Il cassetto superiore conteneva le cose che aveva sempre tenuto lontano da sé stesso: le sue lamette, le sue pillole e il suo diario.

Il diario di Luke conteneva un elenco di persone, per un motivo molto importante.

E forse, solo forse, era qualcosa che avrebbe dovuto condividere. Ovviamente, Michael era l'unica persona con cui lui aveva pensato di condividerlo.

Luke aprì il primo cassetto, cercando di ignorare le lamette che riflettevano la luce del sole accanto al diario. Lo prese velocemente, passando il pollice sulla copertina in pelle marrone.

Ehilà!
Ecco il capitolo 4 gnew.

Luke è un idiota, picchiamolo.

Non so cosa dire, quindi me ne vado lol.

A giovedì bellezze!

zero ❁ muke au (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora