chapter 7

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Ci mancò poco perché Michael lanciasse il telefono contro il muro.

Aveva chiamato Luke 37 volte. Aveva lasciato innumerevoli messaggi in segreteria, ognuno sempre più disperato.

Michael chiamò Luke per la trentottesima volta, sbuffando quando ancora non rispose.

"Hey Luke, uh, sono Michael. Sono sicuro che tu lo sappia. Non so perché sei arrabbiato con me, ma voglio davvero sapere se stai bene. Io... io non voglio che farti del male, Luke. O che tu ti faccia del male. Stai cercando di sbarazzarti di me, ma non importa, okay? Se ho fatto qualcosa di sbagliato, mi dispiace. Mi dispiace così fottutamente tanto. Ma potresti solo mandarmi un messaggio o qualcosa per farmi sapere che stai bene? Okay, io... io smetterò di chiamarti. Io, uh, ciao."

Michael era diviso tra il piangere e l'arrabbiarsi. Non era molto sorprendente - si era sentito tante volte così - ma se Luke non fosse stato bene? Era davvero egoista da parte di Luke non rispondere alle chiamate, che lo rendevano matto, e non aiutava il fatto che fosse preoccupatissimo per il ragazzo.

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Ci mancò poco perché Luke lanciasse il telefono contro il muro.

Michael lo aveva chiamato 38 volte, e gli dava fastidio. Non poteva essere lasciato solo? Ovviamente, non aveva mai avuto quel problema prima, perciò non sapeva bene come prenderla.

Non aveva realizzato di star piangendo finché sua madre, Liz, non entrò nella sua stanza. Le voleva bene, ma lei aveva sempre un pessimo tempismo.

"Cosa succede, piccolo?" Liz si accigliò. Luke la guardò, non riuscendo più a trattenere le proprie emozioni.

Luke singhiozzò e nascose il viso con il cuscino.

"Oh, Lukey." disse Liz, "Che è successo? Ti voglio tanto bene, dolcezza, ti va di parlarmene? Posso farti del tè se vuoi."

"Io voglio M-Michael!" Luke pianse contro il cuscino, abbracciandolo stretto e rifiutandosi di guardare sua madre negli occhi.

"Piccolo, chi è Michael?" si accigliò. Non voleva che qualche ragazzo facesse del male a Luke.

Luke costruì dei muri intorno alla propria mente, riprendendo lucidità. "Non è importante, mamma."

Liz era decisamente confusa.
"Bene-"

"Vattene, mamma."

Lei annuì, sospirò e uscì dalla stanza.

Luke scese dal letto, e infilò di nuovo il diario nel primo cassetto. Sospirò, guardando le lamette che non voleva buttare. Di sicuro non avrebbe parlato con Michael, ma voleva ancora restare forte per lui. In qualche modo, aveva senso per Luke.

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Michael era un disastro. Sapeva che, in qualsiasi modo si stesse sentendo Luke, non stava bene. Perché lo aveva lasciato? Michael era così felice di avere qualcuno, finalmente, e aveva lasciato scivolare Luke dalle proprie dita. Michael era stupido.

Non ci voleva un genio per capire che Luke non era... emozionalmente forte, e Michael avrebbe voluto essere più cauto con lui. Forse Luke era così insicuro da non voler stare con lui? Michael non ne era sicuro, ma aveva solo una cosa in mente.

Aveva bisogno di Luke.

Quest'unico pensiero rimase nella sua testa per ore, Michael semplicemente non riusciva a fare niente. Le lacrime rigavano le sue guance, e passò tutto il pomeriggio a fissare il soffitto del suo appartamento. Non voleva muoversi, lo avrebbe fatto solo se Luke avesse bussato alla porta.

Gli mancava tutto del ragazzo; i suoi capelli, i suoi occhi che tremavano quando rideva, il suo nuovo piercing al labbro - che non sarebbe stato così bene su Michael - e gemette, nascondendo il viso sul cuscino.

"Luke, per favore, torna." gracchiò Michael, sperando che l'aria intorno a lui portasse le sue parole a Luke.

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Luke era in bagno, guardando silenziosamente il proprio riflesso nello specchio. I suoi occhi vagavano sulla pelle, scovando i difetti che macchiavano il suo corpo.

Luke si pettinò, pensando a cosa aveva fatto a Michael. Chi credeva di essere?

Luke aveva un amico (ma in quello momento non era vero), e lo aveva lasciato andare via. Finalmente qualcuno si era avvicinato a lui, e lo aveva mandato via? Luke era un idiota.

Dire che si odiava era un eufemismo. Disprezzava ogni piccola ed insignificante parte del proprio corpo, e odiava il fatto di aver lasciando andare Michael.

Certo, non aveva intenzione di cambiare idea, perché non c'era nient'altro che potesse fare.

L'orologio ticchettava, e Luke non poteva riavvicinarsi al ragazzo con i capelli lilla.

Tuttavia, la sua mente non poteva fare a meno di pensare a lui.

Luke sospirò, scendendo le scale.

"Hey Luke-"

"Zitta, mamma." la bloccò.

Se ne andò prima di vedere l'unica lacrima che scese per la sua guancia.

Ehilà!
Povera Liz.
Luke è uno stronzo.

Vi annuncio che ho finito di tradurre tutti i capitoli.

Ma c'è una cosa positiva.

Ho letto anche negatives, il sequel di zero. Non è ancora completata, ma appena ci saranno dieci capitoli inizierò a tradurla.

Ho chiesto alla scrittrice e mi ha dato il consenso, e ne sono felicissima.

Detto questo, vado a scrivere... una nuova fanfiction.

Mi sto impegnando davvero tanto a scriverla, e spero che abbia il successo che hanno zero, gold eyes e daylight.

GRAZIE PER LE 2.000 LETTURE!

A sabato!

zero ❁ muke au (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora