Capitolo 1

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Quel fine settimana avevamo deciso di andare al mare Cesare, Marika, Fede ed io. Credevo che avrei sopportato di vederla per due giorni consecutivi incollata al suo ragazzo ma sapevo che non sarebbe stato così. Decisi di andare lo stesso, non volevo privarmi del piacere di stare insieme a lei solo perché ora stava insieme a Federico.

Avevamo deciso di partire per le 8 di mattina, io dovevo passare a prendere Marika, mentre Cesare e Federico ci avrebbero raggiunto su un'altra macchina. Arrivai sotto casa verso le 7.50, consapevole che lei sarebbe arrivata estremamente in ritardo, invece quella mattina mi stupì e alle 7.55 stava già salendo in macchina ­-Sorpreso di vedermi così presto? – mi disse mentre richiudeva lo sportello dietro di se – Buongiorno anche a te Marika – le risposi mentre azionavo la macchina per partire verso la nostra destinazione, Porto Venere.

Non starò a dirvi che era bella come il sole, con quella mezza coda e i capelli mossi che le ricadevano sulle spalle, però si cazzo era bella come il sole. Il viaggio passò relativamente in fretta, forse troppo, mi mancava infatti stare un po' da solo con lei. Da quando lei si vedeva con Fede i nostri momenti erano stati drasticamente ridotti, il massimo che potevo sperare infatti era un aperitivo il venerdì pomeriggio, perché il più delle volte il sabato faceva serata con il suo ragazzo, mentre il resto della settimana era impegnata o con la scuola o con la danza o con tutte e due. Nonostante il leggero traffico alle 9.30 ci stavamo già dirigendo verso la spiaggia dove Cesare e Federico ci stavano già aspettando. – Ciao piccola- fu il saluto di Fede, mentre abbracciava la sua ragazza sollevandola un po' da terra. Lei arrossendo un po' si scansò appena e ricambiò il saluto con un bacio a stampo. Mi aveva confessato che si sentiva ancora imbarazzata a baciarlo in pubblico e questo non aveva avuto altro effetto che rinforzare i miei presentimenti che i due non fossero davvero in totale sintonia. Ovviamente non ne avevo parlato con Marika per non iniziare un'altra litigata sempre sullo stesso tema, ovvero che non dovevo continuare a difenderla da tutti e che, anche se apprezzava il fatto che io mi preoccupassi per lei, non ce n'era bisogno, perché era una ragazza con la testa sulle spalle e sapeva cosa stava facendo. Le solite cazzate insomma. – Finito il quadretto romantico? – dissi ansioso di andare a tuffarmi in acqua. I due piccioncini si staccarono ci finimmo di salutare e finalmente ci avvicinammo verso la spiaggia. Piazzammo i teli e l'ombrellone e ci tuffammo subito in acqua. Era una giornata perfetta c'era molto sole, eppure tirava un fresco venticello che portava con sé il profumo d'estate. Ad un certo punto degli schizzi mi ridestarono dai miei pensieri - Nelson hai intenzione di startene lì come i vecchi o vieni qui a farmi compagnia? – disse Marika continuando a schizzarmi - Vuoi la guerra allora? E guerra sia – mi avvicinai correndo nell'acqua cercando di far schizzare più acqua possibile verso la ragazza e poi la presi da dietro in un abbraccio e tentai di buttarla sott'acqua. Lei cercava di divincolarsi e io allora rafforzavo la presa, ad un certo punto però diede un colpo troppo forte e cademmo entrambi all'indietro. Ritornammo in superficie e non riuscivamo a smettere di ridire. "È proprio bella quando ride" fu il pensiero che continuava ad entrarmi nella mente. Anche se io tentavo di scacciarlo era lì e non aveva intenzione di andarsene. Decisi di distrarmi proponendo a lei e al resto del gruppo una partita di beach volley. – Io faccio da arbitro- disse Marika alzando un braccio - Dai non fare l'asociale- risposi io - Non faccio l'asociale è che sono impedita a giocare sarei solo d'intralcio- .

- Mi propongo io per fare squadra con te- intervenne Federico – e non accetto un rifiuto- concluse mentre le sfiorava il mento per poterla baciare. – Come potrei rifiutare- ripose lei terminato il bacio - Allora le squadre sono coì formate io e Nelson e Marika con Fede. Pronti ad essere distrutti? - esclamò Cesare preparandosi alla battuta iniziale. I nostri avversarsi si scambiarono uno sguardo d'intesa ed esclamarono all'unisono – Sì - La partita si concluse con un inesorabile 7 a 3 per noi; Marika aveva tante qualità, ma la pallavolo non era assolutamente una di queste. - Brucia la sconfitta? – le chiesi mentre passavo sotto la rete per andare nel suo campo . - Non mi vanterei così tanto se fossi in te. Vincere contro di me non è proprio una cosa di cui andare fiero - - Certo che ne devo andare fiero, c'è almeno una cosa in cui sono più bravo di te – risposi rivolgendole un sorriso malizioso. – Ah, Nelson, Nelson, Nelson- mi rispose passandomi una mano tra i miei ricci ingestibili. Adoravo quando lo faceva, mi ricordava quando eravamo più piccoli e lei era più alta di me, anche se di poco, ma io non riuscivo a sopportarlo. Lei lo sapeva e continuava a scompigliarmi i capelli rivendicando quei suoi centimetri in più. Per fortuna la pubertà ha fatto il su corso e io sono cresciuto superandola in altezza. Allora odiavo quel gesto, mentre ora quanto vorrei che la sua mano non si allontanasse più dai miei ricci.

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