A Dream.

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Era chiaro come tutto fosse stato un errore, o almeno così preferiva pensare.

Ancora credeva di non aver premuto lui quel grilletto, ancora sperava che quell'avvenimento fosse solo il frutto di un incubo.

Ancora sognava la mano di Newt che stringeva la sua, almeno un'ultima volta.

Come avrebbe potuto dire a Minho una cosa del genere? Come avrebbe potuto rivelare quell'atroce atto; era come se avesse infranto la stessa fiducia che riponeva in sé.

Thomas espirò; disteso sul prato della collina osservava le stelle e lasciava che i pensieri lo devastassero, o -in altri momenti- che lo cullassero.

Gli altri sopravvissuti si stavano dando da fare per.. per che cosa? Forse per ricostruire una società stabile, a discapito di quegli uomini che sarebbero morti a causa dell'Eruzione.

Il pensiero inevitabile di Newt gli tornò alla mente, vivido come non mai. Egli fece un grande sforzo per evitare di pensare proprio a lui.

Decenni e decenni di progressi scientifici e tecnologici non avevano fatto altro che rovinare tutto, e a cosa si era arrivati?

Ora la legge più forte, quella della Natura, stava predominando: sopravvive solo il più forte, colui che sa adattarsi meglio all'ambiente.
Cioè lui, e gli altri Immuni.
Newt no, lui no. Lui era andato via, via da tutto.

Il cielo notturno mostrava sempre una bellezza eterea e senza tempo, e Thomas ricordò tutte quelle notti in cui fissava il "cielo" nel Labirinto, ancora senza alcun ricordo o via d'uscita.

Quello che però sempre lo aveva consolato, era stata la presenza di New accanto a lui. Irremovibile ed inestimabile.

Anche la notte in cui era successa una cosa strana, una cosa che forse non sarebbe dovuta accadere.

Ma dopotutto, chi era che decideva cosa fosse giusto o meno?

In quel momento, Thomas non poté fare a meno di pensare che Newt non fosse altro che una Variabile, l'ennesima ed inutile Prova. Prova conclusa con la morte di quest'ultimo.

La rabbia lo travolse, ma il ragazzo costrinse se stesso a calmarsi: quel che era stato, ora non c'era più. C.A.T.T.I.V.O compresa.

"C.A.T.T.I.V.O è buona."

Solo un altro stupido ricordo.

Thomas si addormentò: la testa poggiata su un braccio, il vento che lo cullava. E sognò.

Era l'alba e lui era nella Radura, ma non la Radura del Labirinto, una che si estendeva per chilometri e chilometri. Non c'erano alte mura, e neanche mostri meccanici.
Alle sue spalle c'era una piccola casa ed i suoi amici che sorridevano e parlavano. C'era Minho, Jorge, Brenda, Fraypan che cucinava. Appoggiato ad un angolo c'era perfino Gally, e nell'angolo opposto Chuck.
Oh, Chuck. Thomas si sentì il cuore pieno di gioia immensa e felicità. Rivedere tutti i suoi compagni di avventura lì era un'immagine spettacolare.
I suoi occhi, poi, cercarono la figura di Newt, che non era con gli altri, ma vicino a lui e stringeva forte la mano di Thomas nella sua.
I capelli chiari ben ordinati ed un sorriso beffardo sul volto allegro.
Parlava, ma Tom non riusciva a sentire cosa gli stesse dicendo.
Il sogno cambiò, e Thomas ora si trovava su un letto comodissimo, ed il viso assonnato su un cuscino azzurro.
I raggi del sole penetravano dalla finestra e Thomas sapeva che quello che brillava era un vero sole.
C'era un corpo al suo fianco, steso sul lenzuolo candido e respirava piano.
Thomas gli sorrise e l'altro gli si avvicinò, anche lui sorridendo.
Un bacio sulle labbra, un ricordo di una notte passata insieme, vicini più che mai.
Poi un altro bacio, il rumore di risa.

Ad un certo punto, il sogno cambiò ancora e Thomas vide il volto di Chuck piangere. Allungava il braccio verso Thomas a lo incolpava della sua morte.
L'altro, spaventato, indietreggiava e scuoteva la testa, sconvolto.

«Thomas.» Una voce familiare, lo stava chiamando.
«Andrà tutto bene, Tommy.»

Il ragazzo si svegliò di soprassalto, le guance bagnate dalle lacrime.

Era stato tutto solo un incubo, a tratti un sogno.

Ma la realtà era che aveva perso troppo, ed ora non gli restava altra alternativa, se non ricominciare.

Once Upon A Dream || NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora