Capitolo 2

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<<Scuola pubblica...>>

Reginald meditava nel suo ufficio con  Cinque di fronte a lui decisamente contrariato a tutto questo.

<<Esattamente.>> Sibilò il ragazzo, per quanto avesse accettato l'inevitabile...questa storia non gli andava ancora giù.

<<Interessante.>> Commentò l'eccentrico miliardario scrivendo sul suo solito taccuino.

<<Seriamente, ancora con quel coso?! Pensavo che ti fosse passata la fissa nello studiarmi.>>

<<E perché mai Cinque? È così divertente.>>
Rispose Reginald facendo un mezzo sorriso, era ovvio che il suo cosiddetto padre stesse prendendo la situazione come "divertente", il che faceva incazzare ancora di più Cinque.

Dalla morte di Handler, i due si erano avvicinati molto, non come padre e figlio ma più come due coetanei che confrontavano le proprie idee...tanto che il padre aveva smesso di chiamarlo "numero Cinque" usando solo il suo nome.
Cinque almeno una volta a settimana andava a trovare il vecchio e spesso quest'ultimo chiedeva al ragazzo dei consigli o dei pensieri per poi argomentare e strutturare il tutto.

<<Quindi dovrei iscriverti e creare dei documenti falsi. Tutto qui?>> Chiese Reginald, Cinque annuì prima di iniziare a parlare

<<Sai per il mondo sono morto.>>

Reginald lo osservò attentamente, prima di prendere l'agenda in cerca di un numero telefonico.

<<Me ne occuperò subito, entro domani avrai un'identità completamente nuova. Come vuoi essere chiamato?>>

Cinque alzò un sopracciglio, giusto probabilmente il nome Cinque non era del tutto adatto eppure non voleva un'altro nome.

<<Cinque.>>

Reginald lo guardò confuso probabilmente intento a protestare, invece si limitò ad alzare le spalle.

<<Come vuoi...Buona fortuna a scuola con quel nome.>>  commentò poi

<<Sei stato proprio tu a darmi quel nome.>>  Rispose l'altro con un sorriso ironico.

<<Certo per far parte di un' Accademia privata di supereroi formata da sei persone, non una scuola pubblica.>>

<<Sette.>> Lo corresse Cinque.

<<Come scusa?>>

<<Erano sette le persone non sei, Vanya...lei esiste.>>

L'uomo alzò le spalle per poi cambiare argomento.

<<Grazie agli agganci che ho entro domani sarai Cinque... Cinque Oxford.>>

C'erano cognomi migliori pensò Cinque, ma non si lamentò, non gli importava più di tanto.

<<Bene.>> Disse alzandosi il ragazzo, Reginald lo guardò come per chiedergli perché se ne stesse andando così presto, sapeva che il vecchio tollerava la sua compagnia anche se non l'avrebbe mai ammesso.

<<Devo andare a parlare con la dirigente e fare un giro turistico.>> Disse Cinque e Reginald annuì salutandolo.

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La scuola era grande ma tenuta male... come ogni cosa gestita dallo stato dopotutto.
Le sedie erano rovinate, i muri bianchi erano sporchi e pieni di graffiti o gomme da masticare, per non parlare dei pavimenti, probabilmente non verranno spazzati e lavati da una settimana. La polvere è ovunque.

Okay non che Cinque fosse una persona precisa o troppo attenta a cose come la polvere o lo sporco...anzi negli ultimi tempi quando era ancora impegnato a salvare il mondo...quasi si dimenticava l'esistenza di una doccia, per non parlare dell'apocalisse, sicuramente l'acqua l'avrebbe usata per bere, non per lavarsi.

Nonostante questo ricorda come nell'accademia tutti dovevano essere precisi, senza un capello fuori posto.
Quindi vedere una scuola, luogo di istituzione, trascurato così...lo fece irritare.

Reginald gli aveva dato certi principi dopotutto.

Diego ed Allison erano al suo fianco pronti per fare questo magnifico tour di cui erano veramente molto entusiasti... certo.

La preside uscì dal suo ufficio e si presentò con un sorriso raggiante stringendo la mano a tutti e tre.
Era una donna bassa e magra, più o meno sulla quarantina, capelli corti e castani e con un sorriso falsamente cordiale sul volto, Cinque dopotutto è esperto di sorrisi falsi.

<<Bene voi dovreste essere i nuovi arrivati.>> Diego ed Allison annuirono sorridendole mentre Cinque si limitò a fissarla accigliato.

<<E tu devi essere il nostro nuovo studente.>> Il viso della donna si rivolse direttamente a Cinque, un bel sorriso con finto entusiasmo...un classico.

Il ragazzo le scambiò un sorriso falso, decisamente poco cordiale e più maniacale.
La donna lo guardò abbastanza inqueta.

<<Bene...nome e Cognome? giusto per sapere, i documenti per l'iscrizione dovrebbero arrivare domani giusto?>> Aggiunse poi la dirigente così Allison parlò.

<<Oxford... Cinque Oxford.>> Nella sua voce su poteva percepire il disagio, la preside scambiò loro uno sguardo confuso.

<<Cinque?>>

Diego annuì imbarazzato, lei si limitò a fissarli stranita.

<<Bene, seguitemi nel mio ufficio, mi servono alcune informazioni sul ragazzo... ad esempio dove ha studiato in precedenza, la data e il luogo di nascita.>>

I tre annuirono, dopotutto avevano già preparato una storia pronta.

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<<Quindi il ragazzo non ha mai frequentato una scuola pubblica prima d'ora?>> Chiese la donna, Allison negò con la testa.

<<Ha proseguito i suoi studi a casa.>> Aggiunse poi l'attrice.

<<Interessante, sono sicura che si troverà bene qui.>> Affermò la donna guardando Cinque con un certo entusiasmo.

L'altro voleva lanciarle qualche cattivo insulto ma Diego ed Allison erano stati chiari, niente insulti o tentati omicidi, così si limitò ad annuire.

Passarono quasi due ore e la famiglia uscì dalla scuola, l'interrogatorio era finalmente passato e anche il tour, tutto era andato secondo i piani, okay forse non proprio tutto...

La preside aveva riconosciuto Allison e la donna dovette spiegare il suo legame di parentela, fortunatamente avevano considerato anche questo di inconveniente.

Così ora era Cinque Oxford, figlio adottivo di Allison e Diego... onestamente sperava per Allison che nessuno venga a sapere l'esistenza di questa storia  sennò la povera attrice potrebbe ritrovarsi nuovamente in prima pagina...e tutto questo solo perché i giornalisti non sanno farsi i fatti loro.

domani avrebbe iniziato il suo primo giorno si scuola.




Non vedeva l'ora.




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Nota
Okay mi rendo conto che è passato veramente troppo tempo, ma con l'inizio della scuola e i compiti ho dovuto dare  priorità ad altro, in più ho avuto veramente molta difficoltà nello scrivere questo capitolo e tutt'ora non mi sento soddisfatta.
In verità avevo il capitolo nella bozza da un po' e mi dispiaceva lasciarlo lì...non ho intenzione di lasciare la storia a metà, anche perché tutto il lavoro che c'è stato dietro sarebbe sprecato, sicuro non aggiornerò ogni giorno come facevo questa estate ma cercherò comunque di portarvi i capitoli abbastanza frequentemente. Detto questo alla prossima!







Corri Ragazzo Corri 3-Il tempo che non c'è stato (Incompleta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora