CAPITOLO 1

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Ero legato con tutte due le mani ad un anello sopra il mio capo, nel muro umido e freddo, l'umidita' bagnava il muro ed esso me. Sentivo solo l'acqua che gocciolava formando piccole pozzanghere, qua' e la' uno squittio di un roditore disturbato poi apri' gli occhi.

La prima sensazione che provai fu di frastornamento, mi sentivo la schiena indolenzita e i polsi stretti, un sapore dolciastro e salato allo stesso tempo mi veniva alle labbra seguendo i lineamenti del mio volto dalla fronte.

Mi guardai attorno e vidi altre due persone ai lati opposti di quel che sembrava un bagno abbandonato; era grande, mattonelle sporche erano disposte sul pavimento quadrangolare, lavandini che un tempo servivano a lavare le mani giacevano ora rotti, tazze prive di coperchi e docce guaste erano ora piene di muffa.

Percepi' un gemito e la figura alla mia destra sollevo' il capo. Era una ragazza pressoche' della mia età , aveva un labbro gonfio, i capelli scuri le ricadevano sulle spalle e la sua carnagione olivastra faceva risaltare i suoi lineamenti delicati

- Sei sveglia? - le chiesi

- Dove... dove mi trovo? - mi chiese guardandosi intorno

- Non saprei - dissi - ti ricordi qualcosa?

- No, come sono finita qui?

- Non ne ho la piu' pallida idea, riesci per caso a liberarti?

- Non so - disse scuotendo le manette che aveva a uno dei polsi - e tu?

- No, ci ho provato ma niente da fare... come ti chiami?

- Kate e tu?

- Darren, Darren Lee

- Chi e' quello? - mi disse indicando il ragazzo dall' altro lato della stanza

- Non so dirti chi sia, l'ho trovato li' al mio risveglio

- Non pensi che sia morto?

- Bho, hai una buona mira?

- Penso di si, perché ?

- Prova a lanciargli qualcosa

- E cosa?

- Fammi pensare un attimo - cosi' dicendo mi guardai intorno e vidi un chiodo ad un metro di distanza dai miei piedi, mi sfilai le scarpe e ringraziai la mia sbadatagine di avermi fatto scordare di indossare i calzini la mattina, se no sarebbe stato molto difficile. Allungandomi poco a poco riusci' ad acchiappare il chiodo con le dita dei piedi e lo lanciai con tutta la forza che avevo a Kate che grazie ai suoi ottimi riflessi lo prese al volo con la mano libera

- Ce l'ho fatta! - disse entusiasta

- Brava, ora che l'hai preso cerca di tirarlo con tutta la forza che hai a lui; non importa se gli farai del male anzi sarebbe meglio cosi' si sveglia di sicuro - mentre finivo di dire la frase Kate lancio' il chiodo e prese in pieno volto il ragazzo che emise un gemito.

Era ridotto male, un occhio era gonfio mentre dai suoi movimenti potevo dire che aveva un paio di costole rotte ed una gamba fuori uso.

Proprio in quel momento la porta davanti a me si apri', tutto si oscuro', non vedevo nulla; senti' solo un rumore - ZAC- , un liquido caldo mi bagno' il lato sinistro del volto e qualcosa rotolo' ai miei piedi. La luce si riaccese quasi accecandomi e senti' Kate urlare, allora apri' gli occhi e capi' che quello che avevo percepito come liquido caldo in realta' era sangue, allora mi volsi a sinistra e vidi il corpo inerme del ragazzo privo di testa sdraiato accanto a uno dei gabinetti . Capi' solo allora con mio grande orrore che quello che era ai miei piedi era la testa del ragazzo.

Il sangue sgorgava ancora dalle vene recise e formando una pozza, mi bagnava i polpacci. Istantaneamente mi dovetti voltare perche' avevo dei conati di vomito, non avevo mai avuto l'esperienza di vedere cosi' tanto sangue tutto insieme .

- O mio Dio ! - urlai - stai bene ? - chiesi a Kate - S-si - rispose

- Bene, ora la cosa più importante da fare è liberarsi il più presto possibile . Se non vogliamo fare la sua stessa fine - conclusi - riesci a vedere qualcosa con cui possiamo spezzare le manette ?

- No.. o no.. non mi dire ... - Cosa ? - chiesi a Kate con un po' d' ansia - Hai visto... il suo collo? - No, perché ? - proprio in quel momento notai che nella testa vicino ai miei piedi era stata conficcata una piccola chiave all' altezza delle sue prime vertebre cervicali - pensi che sia la chiave delle manette ? - Non saprei, per essere piccola è piccola e penso che entri nelle manette. Riesci a prenderla ? - Penso di no, aspetta ti mando più vicino la testa così la puoi prendere te con la mano libera - cosi dicendo spinsi con l' alluce la testa che rotolò vicino al ginocchio di Kate. Proprio mentre stava per prenderla una voce proveniente dagli altoparlanti posti sugli angoli della stanza cominciò a contare

-100, 99, 98 ...-

- Darren cos'e? - chiese Kate un po' impaurita - Non so' , però non promette nulla di buono. Su dai sbrigati a liberati - Ok - così dicendo infilò la chiave nella serratura e uno scatto preannunciò l'apertura delle manette

- Grazie a Dio sei libera, riesci a liberare pure me? - Che pensi che ti lascio qui ? - mi chiese Kate con un sorriso - Be' non saprei... - Dai smettila Darren, sposta un po' le gambe cosi' riesco a raggiungere l'anel...

- 3, 2, 1 ,0 ... - un lungo suono silenzio e poi dai rubinetti e dai tubi cominciò ad uscire acqua, prima riempì i lavandini e dopo poco a poco la stanza

- O cazzo ! Sbrigati Kate, non voglio morire qui

- Non si apre ! - urlò presa dal panico

- Come non si apre ! Cerca qualcosa un sasso, un tubo ... insomma qualcosa che rompa queste maledette manette !

Intanto l' acqua avevo già riempito la stanza e mi arrivava fino al collo

- Ho trovato ! - disse prendendo un sasso nascosto dentro in una delle tazze rotte

- Colpisci con più forza che puoi - ma mentre alzava la mano per colpire la fermai - hai una buona mira vero? Se no oltre alle manette mi romperai anche la mano. Ti ricordi prima? Quando hai lanciato il chiodo?

- Si

- Bene, devi fare esattamente la stessa cosa ma invece di puntare alla testa del ragazzo ora devi prendere la catenina che unisce le manette - poi prima che facesse qualcosa la guardai dritto negli occhi e le dissi - Io credo in te, non mi deludere.

Passarono pochi secondi prima che sentissi il suono del sasso che si abbatteva sul ferro. Aprì gli occhi che fin'ora avevo tenuto chiuso. Instantaneamente non percepì nessun dolore così alzai lo sguardo e vidi le mie due mani libere

- Brava Kate ! C'è l'hai fatta ! Ora sbrighiamoci ad uscire

Appoggiandomi un po' contro il muro e anche grazie all'aiuto di Kate riuscì ad alzarmi e piano piano ci dirigemmo verso la porta. L' acqua che sino allora mi arrivava al collo ora mi arrivava alla vita e ci spingeva dalla parte opposta. Più volte perdemmo l'equilibrio ma alla fine arrivammo all'uscio.

Until the last breathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora