3. Orgoglio ed Esibizionismo

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Le prime settimane di scuola scivolarono in fretta sulle menti spensierate dei nostri protagonisti, anche perché ben pochi avvenimenti riuscirono a sconvolgere, anche se di poco, le loro routine quotidiane tra le vaste mura di quella scuola austera: le cene di Lumacorno erano, come ogni due weekend del mese, la quinta essenza del dibattito pacato tra purosangue istruiti a dovere e gente ricca di acume; iniziarono a tornare gli studenti del quinto e del sesto anno che avevano uno stage all'estero, chi in America, chi in Belgio, chi in Romania, e, con il loro ritorno, ripresero anche gli incessanti allenamenti di Quidditch; iniziarono anche le gite ad Hogsmade, e le attività pomeridiane dei Club, come quella del Club dei Duellanti – principalmente perché un Corvonero del quinto anno, un certo Gilderoy Allok, aveva stressato il personale scolastico intero per farli smuovere nella riapertura delle attività extrascolastiche, al punto che, per esasperazione, gli stessi lo hanno accontentato.

Era esilarante, però, vedere come Allok cercasse di imporsi in ogni modo possibile come rivale di Ives, Malfoy ed altri purosangue e mezzosangue realmente dotati o talentuosi in molti campi, al suo contrario, che era mediocre in quasi tutto ciò che faceva. E per molti mezzosangue come lui, come, ad esempio, Severus Piton, che non vedeva l'ora di vederlo sbattere la faccia con la dura realtà, era solo un pallone gonfiato con l'autostima fin troppo alta. Non perché gli augurasse di soffrire, ma più perché sapeva perfettamente come girava il mondo. Forse la sola cosa positiva nell'essere il figlio di Tobias Piton era che, dall'età di otto anni, Severus era, a causa di suo padre, perfettamente familiare con il lato più squallido della vita, e con la dura realtà che comportava; Tobias non aveva scrupoli ad esporre Severus agli elementi più malfamati della società, che, come Allok, in preda alla loro megalomania, erano poi finiti a raschiare il fondo del barile, tra chi entrava in giri malavitosi per avere più soldi, o si vendeva al miglior offerente in qualsiasi maniera esistente. Anche dopo aver cominciato Hogwarts, Severus aveva mantenuto un certo scetticismo, davanti a determinati soggettoni: inizialmente perché così, durante l'anno, poteva mantenere una sorta di muro immaginario tra sé stesso e chi cercava di coinvolgerlo in imprese improponibili, promettendogli la luna, rimanendo ben ancorato alla consapevolezza che fosse tutto fumo e niente arrosto, quindi promesse valide come dei soldi falsi; ma le sue convinzioni furono, come dire, "sbaragliate", solo da una persona, tra tutti, cioè Luxifer Ives. Lui, per quanto tutto il mondo magico presente in quella scuola lo vedesse come una sorta di Messia magico, non si atteggiava da tale: l'unica cosa che aveva fatto Ives per Piton era garantire una protezione a lui e Lily, ed una serie di conseguenze che migliorarono, di fatto, sia la sua vita, che quella della ragazzina dai capelli rossi che vennero da sé, senza che nessuno gli avesse promesso nulla. Era venuto tutto in maniera abbastanza naturale, e senza aspettative, e questo piaceva a Piton molto più di quanto desse in realtà a vedere.
La sua vita, e quella di chi gli era più caro, migliorava sempre di più con piccole cose: innanzitutto, iniziò a smettere di indossare abiti di seconda mano, o babbani, perché i genitori degli Ives, quando hanno saputo che sua madre, Eileen Prince, aveva un bambino in così pessime condizioni, iniziarono a vestire Piton di tutto punto, arrabbiandosi appena questi cercava di ribellarsi; Luxifer, poi, esaminò attentamente il suo cuoio capelluto, costringendolo ad usare uno dei suoi shampoo per risolvere il problema che rendeva la sua acconciatura particolarmente unta – di fatto, i suoi capelli, ora finalmente sani, erano ondulati in maniera naturale ed emanavano un profumo di rose abbastanza particolare, cosa che piacque a molte sue coetanee, che presero il vizio di passargli le mani tra i capelli anche a tradimento, durante le lezioni; ultimo, ma non meno importante, aspetto della sua vita migliorato, fu da un punto di vista culturale, ma non direttamente per mano di Ives, ma per via dei dibattiti culturali durante le partite a scacchi ripresi dopo il suo ritorno. In questi dibattiti, cultura babbana, magica, passata, futura, storica e sociale diventavano un miscuglio divertente da fare, sia come partecipanti al dibattito, e sia come puro pubblico. Anche se Igor Karkaroff, campione in carica, imbrogliava per vincere con trabocchetti abominevoli, era estremamente colto, e comunque lasciava notevoli nozioni a chi lo guardava giocare e dibattere.

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