Blue Moonlight

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Inconsciamente l'avevo sempre paragonato alla luna. Fredda, perfetta, luminosa e lontana.

Ero irrimediabilmente innamorato di lui. I miei sentimenti erano cresciuti lentamente con la stessa naturalezza e pazienza di un fiore di loto che dal fondale limacciose del Nilo s'innalza verso il cielo.

Ne ebbi l'assoluta certezza quella notte dopo che lo vidi sparire oltre i tendaggi semitrasparenti della sala dei banchetti e incamminarsi verso i giardini. Mi alzai senza riflettere, attirato dalla sua luce bianca e rassicurato dalla festa che animava la sala. Nessuno si sarebbe accorto della mia assenza. Lo vidi allontanarsi lungo un portico, scivolare fra le ombre delle colonne e i riflessi d'argento della notte, e lo seguì.

Inconsciamente l'avevo sempre paragonato alla luna che nella sua incontaminata purezza sembra arrogarsi il diritto di posare, altera e solitaria, il proprio sguardo freddo sul mondo mortale.

Appiattito dietro a una colonna osservai rapito la sua figura melanconica rivolgere lo sguardo alla volta celeste. I suoi zaffiri sfolgoravano nella notte e custodi di un fuoco latente erano come ghiaccio che brucia. Provai un senso di perdita e lo guardai, impotente, immaginando di vederlo volare via, sollevarsi leggero e disfarsi nel chiarore lunare.

Lo odiai. Perché non mi guardava con la stessa intensità con cui contemplava le stelle?

Nella mia vita non avevo mai desiderato nulla, forse per il semplice fatto che avevo sempre avuto tutto ciò che si potesse desiderare. Sino a quel momento.

Inconsciamente l'avevo sempre paragonato alla luna. Fredda, perfetta, luminosa e lontana.

Ma nemmeno un principe può avere la luna.

Le ultime luci sul Nilo e il profumo dorato del soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora