Mi guardo intorno e intorno a me vedo solo verde. Il verde degli alberi, il verde dell'erba che calpesto con i miei piedi nudi, il verde della natura. In cielo neanche una nuvola e il parco é pieno di gente e bambini che corrono felici. Rimango affascinata dalla meraviglia di questo posto, qui sono tutti felici, senza problemi. I bambini sono sempre loro, giocano e fanno mille domande curiosi di sapere sempre di più. Mentre continuo a sorridere, mi siedo sull'erba e ammiro il paesaggio. Il sole sta tramontando ed é una visione bellissima, ho sempre amato vederlo. Quando lo guardo, penso che é come se qualcosa cambierà, perché non si sa come sarà il tempo il giorno dopo, se il meteo dirà il vero o il falso, e così io non so come sarà il mio nuovo giorno. Se sarà bello come vorrei o scuro e pieno di tristezza.
«Bello, vero?» sento dire alle mie spalle.
Qualcuno si siede accanto a me e io girò la testa di lato per vedere di chi si tratta.
É un ragazzo. Un ragazzo bellissimo. Capelli biondi, pelle chiara, è divino. In questo momento sta guardando il paesaggio davanti a noi, ma quando vede che lo sto fissando si gira verso di me, e quasi non svengo vedendo quelle due pozze azzurre al posto degli occhi. Sono stata catturata da loro, sono come ipnotizzata. Mi perdo nella immensità dell' azzurro dei suoi occhi.
Lo sento ridacchiare e divento subito rossa. Avrà notato che lo fissavo.
«guarda che non c'è niente di male a fissare un ragazzo.» mi sorride.
Sorrido anche io e abbasso la testa.
«scusa, non volevo.» dico.
«ti ho detto che non mi da fastidio.» continua a sorridere. «dai, alzati. Facciamo una passeggiata.» mi stende la mano, e io l'afferro.«dove mi trovo?» chiedo mentre facciamo un giro per il parco.
«sei in un parco» ridacchia guardandosi intorno.
«lo avevo intuito. Ma che ci faccio qui?» chiedo.
«non lo so. Anche io sono qui senza motivo.» scrolla le spalle e poi si ferma.
«potresti, ehm.. smetterla di guardarmi?» chiedo arrossendo.
«mi piace guardarti, sei bella.» sorride e mi accarezza la guancia.
Ora che ci faccio caso, le sue guance sono un po' rosse.
Mi guardo intorno e noto che non c'è più nessuno. Solo io e lui. Noi.«stupida sveglia!» sbuffo e la spengo.
Questa notte ho fatto un sogno stranissimo. Chi era quel ragazzo? Non l'ho mai visto in vita mia? E perché l'ho sognato? Sopratutto, perché quando eravamo insieme non c'era più nessuno?
Domande a cui non so dare un risposta. É straziante fare un sogno e non capire il suo significato.
«Noemi, muoviti!» mi urla mia madre dal piano di sotto.
Primo giorno di scuola. Terzo superiore. Non potrebbe andare peggio di così, l'unica cosa positiva é che mancano due anni e avrò finito anche con le superiori.
«sì, sto arrivando!» le dico.Vado in bagno e mi lavo velocemente. La scuola é iniziata ora e io già sono stanca.
«Noemi, sbrigati!» continua ad urlare mia madre.
Sbuffo e scendo velocemente.
«la colazione?» chiedo.
«é tardi, prenditi qualcosa alle macchinette.» dice.
«Ah, grazie!» alzo gli occhi al cielo e prendo lo zaino.Accendo l'iPhone e noto l'orario. '8:25 a.m.'
Bene, mi devo sbrigare o arriverò in ritardo.«Noemi!» qualcuno grida, ma io so già chi é.
«Jess!» sorrido e l'abbraccio.
«passato bene le vacanze?» mi domanda mentre entriamo in classe.
«solita noia, tu?» le chiedo.
«Sono andata due settimane a Londra.»
«vaffanculo.» le dico, mentre lei scoppia a ridere.
«Anche io ti voglio bene.»
Quando entra il professore, tutti gli studenti si zittiscono.
«buongiorno ragazzi, avete passato bene le vacanze?» domanda.
Alzo gli occhi al cielo. Sarà la domanda del giorno.
«Bene, prima di iniziare le lezioni, volevo presentarvi il vostro nuovo compagno di classe. Niall horan.» dice.
Un ragazzo non tanto alto, un po' più di me, con i capelli biondi, e con le guance rosse entra in classe. Ha lo sguardo abbassato e non riesco a vedergli bene il viso.
«Ciao a tutti. Io sono Niall.» sorride e alza lo sguardo puntandolo su di me.
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Forget. [n.h.]
RandomNon potevo dimenticarlo. Aveva invaso la mia mente e il mio cuore. Ormai lui faceva parte di me e non potevo farci niente. Così mi innamorai di lui, così lo persi.