Si elegge un presidente

10 0 1
                                    

Lui telefonò.

“Come sempre lei si era proposta di non rispondergli. Non ci sarebbe stata questa volta, no. Non avrebbe detto sì per l’ennesima volta al grande manager che le regalava gli avanzi del suo tempo.

Aveva promesso di venire. Lei aveva preparato una splendida colazione, fiori, musiche... Da manuale. Si erano ritagliati uno spazio tutto per loro in quella giornata sospesa. Finché non si fosse nominato il nuovo Presidente tutto restava bloccato e l’elezione poteva andare per le lunghe, due chiamate al giorno…se solo non avessero raggiunto subito l'accordo. Lui aveva promesso di dedicare a lei quello spazio.

Ora la sua telefonata.

Se chiamava, era come il solito per disdire e lei non avrebbe risposto.

Solo quando aveva bisogno di brillare in società lui non disdiceva mai. E lei correva al suo fianco, pronta a parlare con il ministro di turno, con l’ospite americano, a sorridere, a divagarli, e in cambio lui, quando tutti finalmente se ne andavano, quando si finiva di parlare di affari, lui la abbracciava. Si infuocava al ricordo di come lei aveva saputo gestire la serata. La lingua di lui, che tanto aveva discusso di politica e lavoro adesso indugiava sulla pelle di lei.

Il profumo del sigaro si mescolava al suo odore di maschio e lei veniva tramortita da quegli effluvi che risvegliavano la sua parte più oscura e sensuale. E ovunque si trovavano, in sala da pranzo, nello studio, una volta persino nell’anticamera della sua segreteria, lei si lasciava prendere con forza, travolgere dalla sua foga. Però ora non ne poteva più di tutta quella foga. Avrebbe voluto preliminari, corteggiamenti, chiacchiere.

A dire il vero, di preliminari ce ne erano stati sempre eclatanti. Una volta lei aveva trovato la vasca da bagno di un albergo in Groenlandia, dove si erano recati per un convegno, piena di neve e affondate nella neve bottiglie di champagne. Un’altra volta, di notte a Milano, decise che voleva farle un regalo, e dato che alle quattro erano aperte solo farmacie tornò in albergo con cento spazzolini da denti.”

“Ma ora lei voleva una vita normale, con un ruolo. Moglie, forse madre: insomma, voleva un’etichetta.

Il telefono riprese a squillare insistente.

Uno due tre. Al quinto squillo rispose.

“Non ce la faccio a raggiungerti. Sta succedendo tutto così velocemente e se si chiude devo andare da lui. Vieni qua te.”

Innervosita, pensò che forse un’etichetta se l’era conquistata.

Mi tratta come una puttana e puttana sia, decise.

Si mise un completo reggiseno e slip neri. Trovò un reggicalze ricamato, acquistato in un viaggio parigino, roselline nere collegavano gli elastici con il busto.

“Porca miseria! Quel paio di calze lì!”, disse ad alta voce.

Buttò per aria un mucchio di collant ed ecco che alla fine, sotto tutte le altre, trovò delle leggerissime calze di seta con una farfallina disegnata sullo stinco.

Piano piano se le infilò vedendo le sue gambe divenire sempre più tornite. Le attaccò al reggicalze. Infilò delle décolleté dai tacchi altissimi.”

“Si ammirò a lungo nello specchio, soddisfatta di quello che vedeva.

Aprì l’armadio. Scartò tutti i vestiti lussuosi e poi decise: si infilò direttamente uno splendido chimono di seta incrociato in vita, quasi una vestaglia che faceva intravedere ad ogni passo le roselline.

Mentre scendeva per strada, si sentiva la diva di un filmaccio di quarta categoria, ma nello stesso tempo la situazione la eccitava, soprattutto la eccitava immaginarsi la faccia che avrebbe fatto lui.

Camminando sui sampietrini e incespicando sui tacchi alti, arrivo' alla piazzetta alla base del Campidoglio. Gli avventori dell'accogliente ristorante d'angolo, che stavano mangiando riparandosi dal sole sotto l'ombrellone, distolsero lo sguardo dalle maestose rovine romane e si girarono a guardarla. Lei capi' di aver azzeccato la mise e prosegui' verso il residence dove il grande manager viveva.

Varco' il portone ,traverso' l'antico chiostro divenuto giardino e si diresse verso una delle minuscole villette in ”

“cui erano state trasformate le celle dei monaci.

Suono' il citofono e la porta si apri' su una stanza gelida per l'aria condizionata al massimo per sconfiggere la calura estiva.

Lui stava guardando il televisore nello studio ricavato in un separe' in fondo alla sala. Seguiva con passione la nomina del Capo dello Stato, neanche fosse stata una partita di coppa. Così, non si alzò per riceverla.

Dalla poltrona gridò: “Arrivo subito, mettiti comoda.”

E mentre ascoltava “bianca… bianca… Cossiga… Cossiga…” lei, che avrebbe voluto fare un’entrata teatrale, s’inferocì. Poi, in un attimo udì degli applausi ed una voce stentorea si levo' dalla Tv “Proclamo eletto presidente della Repubblica Francesco Cossiga”. Sentì lui che alzava l'interfono “Mario prepara la macchina dobbiamo andare”.

La rabbia crebbe dentro di lei.

Si levò le splendide calze nere e gliele lasciò sul divano.

Chiuse la porta e se ne andò.”

“La splendida voce nasale di Ornella Vanoni intona Domani è un altro giorno e si vedrà.

“Domani è un altro giorno”

Un’altra donna che si costruisce, da sola, la sua gabbia dorata. Quando, quando, imparerete che c’è una sola entità con cui vivere tutta la vita ed è la propria essenza?

“Allora. Ci sono così tanti tipi di amore”, fa Marie Thérèse. “Amori furiosi, calmi, continuativi, amori devastanti, amori riposanti… E noi? Noi cosa vogliamo? Non lo raccontiamo neanche a noi stesse cosa vogliamo. Dovremmo ascoltare di più i nostri pensieri. Sai, Margherita, è paradossale. Tu ora hai tempo per riflettere. Ma noi? Noi sempre di corsa. C’è solo un momento nel quale possiamo lasciare andare i nostri pensieri dove vogliono stare.”

“Ma cosa stai farneticando?”, contesta Francesca.

“Il racconto che sto per iniziare lo dice quello che sto farneticando. Si intitola Sul cuscino.”

“Ecco, brava, proprio dove sta immobile Margherita”, riprende sarcastica Francesca.

“Francesca, su!”, implora Marie Thérèse. “Andiamo avanti. Eccovi il mio racconto, per risollevarvi a chiusura di questo argomento che, come vedo, ci colpisce tutte.”

Noi ancora una VoltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora