[4] Paper Rings

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"No, non ci provare." Sussurrai, lanciandomi in una corsa disperata verso la cabina.

L'addetto alla sicurezza indietreggió, sconvolto: "Signore?"

Mi tuffai dentro la giostra e tentai di chiudere la porta, ma Oikawa fu più veloce.

Prima che la giostra venisse azionata, il capitano del Seijoh mi aveva rincorso e raggiunto per tempo.

Non fece neanche lo sforzo di richiudersi lo sportello alle spalle, regalandomi un ghigno di superiorità.

Sbuffai infastidito e tirai con rabbia la maniglia, sotto gli occhi spaventati del povero addetto del Luna Park.

Sollevai il pollice contrariato per intimargli che andava tutto bene e l'uomo, ancora scioccato, si avvicinó alla leva di accensione.

La cabina si sollevò da terra e cominciò a muoversi.

Nessuno dei due aprì bocca fino a quando non ci fummo elevati ad almeno dieci metri d'altezza.

"Come hai fatto a trovarmi?" Chiesi, puntando lo sguardo verso il finestrino.

Oikawa, seduto di fronte a me, rise di gusto. "Non eri a casa."

'Logico'.

"Prima davanti al mio ingresso, poi al Luna Park..." osservai il riflesso del ragazzo dal vetro "Praticamente non posso più stare da solo."

"Perché, non mi preferisci alla solitudine?" Oikawa si finse offeso.

"E ti aspetti anche una risposta affermativa?"

"No, preferisco non aspettarmi una risposta e basta."

Soffocai una risata con un colpo di tosse. "Ho incontrato Kentaro." Cercai di fare conversazione.

"Cane Rabbioso?"
"Il fatto che tu debba attribuire strani nomignoli a ciascuno ti rende ancora più irritante, lo sai?"

"Mastu e Makki li adorano."
"No, non è vero."
"Immagino sia semplicemente una mia impressione."
"Finalmente hai detto qualcosa di intelligente."

Il riflesso di Oikawa mi fulminó arrabbiato. "E come ti è sembrato?"

"Normale?"
"Com'è divertente fare conversazione con te."
"Parla la simpatia fatta a persona."
"Hey!"

"Non abbiamo parlato di quella faccenda in particolare. Ha solo detto che era contento di vedermi."

Oikawa sorrise: "Anche io sono contento di vederti."

Nascosi l'imbarazzo dietro il colletto della felpa e cercai di contenermi.

'Coraggio, Iwaizumi. Hai diciassette anni. Mica dieci.'

"Come ti pare."
"Ti ho visto arrossire, Iwa-chan."
"Allora ti consiglio una visita oculistica."

L'aria era così tesa che si poteva tagliare con un coltello. Eppure, sembravo essere l'unico a disagio tra i due.

"Mhh, it's a cruuuel suuummer, with you~"
"Shittykawa."
"Dimmi."

"Cosa farai una volta..." Finsi un altro colpo di tosse "Sì ecco, quando sarai all'estero."

Oikawa fece le spallucce.
"Frequenteró un'Università di San Juan, immagino. Potrei persino entrare a far parte della nazionale Argentina, un giorno."

"Le capacità le hai."
"Era un complimento, Iwa-chan?"
"Non ti eccitare."

"Idiota. Torneró a Tokyo, qualche volta. In fondo, mio padre lo devo pur rivedere." Il suo riflesso si era voltato nella mia direzione. "E non solo lui."

Cruel SummerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora