Capitolo 16

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Convincere i miei genitori a lasciarmi andare in montagna per quel week end si era rivelata un'impresa più ardua del previsto, ma data la mia insistenza dettata dal fatto che tutto il gruppo ne parlasse in continuazione, alla fine acconsentirono.
Mia madre aveva trovato fuori un sacco di preoccupazioni a cui nemmeno io avevo pensato! E io penso sempre a tutto ciò che potrebbe accadere.
Aveva voluto parlare con la mamma di Liam e questo mi aveva fatto conoscere un livello di imbarazzo ancora sconosciuto.
Alla mia età aveva bisogno di sapere con chi sarei partita. Per me era inconcepibile.
Avevo poi calcato molto sul fatto che ci sarebbe stato Niall... alla fine aveva ceduto e convinto mio padre.
Avevamo raggiunto la casa del cugino di Liam verso le sei di pomeriggio e sorprendentemente eravamo riusciti a non farci sbattere giù dal pullman, anche se Louis era in evidente stato di droga; su Zayn avevamo ancora qualche dubbio ma il modo in cui spinse via malamente Oli che si stava sedendo accanto a lui ci fece intendere che probabilmente era anche lui fatto.
Mi chiesi come avrebbero potuto fare il gioco in quelle condizioni: stando a quanto dicevano era piuttosto complicato.
Era venerdì e la temperatura era abbastanza alta perciò indossavamo solamente una maglietta e dei jeans corti. Perrie era addirittura seminuda ma oramai ci eravamo abituate alla sua "allegria", mentre Payson non era riuscita a venire.
Appena arrivammo ci presentammo agli amici del cugino di Liam e accidenti... erano tutti belli, non quanto quelli del gruppo ma se non altro questi sembravano molto più solari.
Il cugino di Liam si chiamava Andrew ed era sui 30 anni. Io mi aspettavo un ragazzo della nostra età ma scoprii che lui dirigeva solamente il gioco, insieme alla sua fidanzata.
Fin da ragazzo ci giocava con i suoi amici durante i week end che passava in montagna, l'avevano inventato loro stessi.
A casa di Andrew conobbi le tre ragazze e quattro ragazzi con cui ancora non avevo parlato e che sembravano tutti più grandi di me.
Ci mostrarono la lista dei vincitori degli anni passati (sembrava tutto molto professionale) e il nome che compariva più spesso era quello di Louis, intervallato da un certo Ashton.
-Conoscendolo, Louis può aver benissimo trovato un buon metodo per barare o uccidere gli avversari senza farsi beccare- mi sussurrò Clover all'orecchio.
Verso le otto, quando ormai il sole era tramontato e cominciava a calare la temperatura, ci dirigemmo verso il bosco, arrampicandoci per una collina. Detestavo le salite e pregai che il terreno di gioco sarebbe stato pianeggiante, difficile in realtà trovandosi in montagna.
Cenammo attorno al fuoco arrostendo marshmallow e altri cibi davvero buoni e cantando, incoraggiati da Niall che anche senza la sua chitarra riusciva ad animare il gruppo.
Raccontarono e ricordarono vecchi episodi accaduti durante il gioco gli anni passati e venne fuori che gente si era graffiata la faccia, rotta il naso...
Fatto sta che capimmo di non avere alcuna possibilità di battere tutti quei ragazzi senza usta e con più esperienza di noi.
Osservai Niall che continuava a cantare e agitare le braccia intorno al fuoco ricordandomi un pellerossa. Mentre ero in pullman avevo deciso di adottare la tattica dell'ignorarlo e vedere se lui sarebbe venuto da me. Tutto questo perchè non ero riuscita ad ottenere il lato del corridoio, perciò mi ero persa a creare piani idioti guardando fuori dal finestrino.
Verso le undici meno un quarto Andrew ci chiamò tutti intorno a lui e cominciò a spiegare: -Quest'anno le regole sono molto semplici, considerando che c'è gente nuova, tuttavia vi consiglio di stare zitti e ascoltare. Allora, c'è una bandiera bianca nascosta entro i confini di gioco. Il vostro scopo è trovarla, naturalmente. Chi la prende per primo e la riporta a me vince. Ho sparso nel bosco alcuni indizi che se avrete fortuna troverete e vi aiuteranno ad avvicinarvi alla meta. I cellulari li lasciate a me cosi nel caso ci siano indovinelli e robe del genere non barate. Il gioco è individuale, ovvero tutti contro tutti, senza squadre, poi sta a voi scegliere se allearvi con qualcuno o meno. Si elimina l'avversario facendogli un timbro sulla pelle o sui vestiti che adesso vi consegnerò. Ciò significa che bisogna prendere fisicamente l'avversario. Chi è eliminato torna qui da me e aspetta la fine. Finchè nessuno trova la bandiera, la quale vi avverto è assai ben nascosta, il gioco non finisce. Terminerà domani mattina all'alba se proprio non ce l'avrete fatta. Tutto chiaro?-
Tutti annuimmo.
-Alleate?- chiese Clover stringendomi il braccio.
-Eh direi, io in quel bosco da sola non ci entro- le rispose Noelle.
Consegnammo i cellulari e ci dividemmo in due gruppi, partendo da due postazioni separate giusto per non accalcarci tutti insieme.
I timbri erano piuttosto piccoli con un un simbolo che non avevo mai visto, una specie di teschio. Rassicurante insomma.
Non potevamo nemmeno avere una torcia... Sarebbe stato difficile, se non impossibile. Durante la spiegazione mi era salita veramente l'ansia. Mi stavo quasi pentendo.
Mi avvicinai ad Andrew: -Mi potresti dare il tuo orologio? -
-Sì certo- mi aiutò ad allacciarlo al polso.
-Anche il tempo vuoi controllare, Aria Evans?- mi sussurrò Niall all'orecchio.
Era nella mia stessa postazione e non la smetteva di saltellare sul posto.
-Ogni cosa- gli feci un sorriso malizioso.
Eravamo circa in venti giocatori.
Ero agitata, come sempre prima di qualsiasi cosa.
Al suono del fischietto di Andrew i ragazzi schizzarono su per la collina inoltrandosi nel bosco; mi volarono i capelli in avanti tanto fu forte lo spostamento d'aria.
Sì, decisamente loro non avevano usta e noi nessuna speranza.
-Mi sporcherò tutte le scarpe!- figuriamoci se Noelle avrebbe passato i primi cinque minuti senza lamentarsi. Ci avevano avvisato che sarebbe stato un gioco tosto.
-Furba tu ad essertele messe bianche. Si sporcano e sei mimetizzata malissimo-
-Ma non potremmo formare un grande gruppo e cercarla tutti insieme?- chiese ingenuamente Clover mentre ci arrampicavamo lungo il pendio.
-Penso che questi ragazzi siano disposti ad ammazzare pur di vincere-
-Sì, concordo anche io- Noelle si fermò per riprendere fiato e anche noi.
Eravamo definitivamente entrate nel fitto del bosco e ormai riuscivamo a scorgere a malapena i resti del fuoco, giù dalla collina.
-Inoltre mi piacerebbe sapere come pensano che noi possiamo placcare Louis o Zayn o uno degli altri ragazzi!- protestò Clover.
-Ah beh la nostra unica opzione è prenderli di sorpresa- le risposi.
-Come procediamo?- domandò Noelle posizionando le braccia sui fianchi impaziente aspettando che qualcuno le dicesse cosa fare.
-Procediamo per logica. Setacceremo il bosco partendo da questo punto e controllandolo a file, in modo da non tralasciare nessuno spazio, ok?- era il mio metodo in tutte le cacce al tesoro a cui avevo partecipato. La gente si stupiva quando vincevo, dato che non ero forte ed ero quasi sempre una delle più piccole. Sostenevo che con un po' di organizzazione, logica ed esperienza, chiunque poteva farcela.
-D'accordo andiamo-
-Una bandiera bianca si dovrebbe vedere bene, insomma le mie scarpe si vedono!-
-Potrebbe essere sotto terra- constatò Clover.
-Mi sembra strano perchè allora dovremmo scavare ovunque. Magari sotto ad un masso o in cima ad un...-
Un grido acutissimo interruppe la mia frase.
Cominciai a correre poichè l'urlo proveniva da non troppo distante da noi.
Le altre mi seguirono a ruota e Noelle lanciò a sua volta un urlo, seminando ancora più panico.
Corsi più velocemente che potei perchè era l'unica arma che avevo.
Sapevo che con uno dei ragazzi alle calcagna potevo solamente scappare: erano troppo forti per tentare altro.
Ci fu un altro urlo, proveniente dalla stessa persona.
Saltai un sacco di sassi enormi e rami caduti dagli alberi, il mio percorso illuminato solamente dalla luce della luna.
Sorrisi, perchè mi era sempre piaciuto correre nei boschi, dava davvero un'incredibile senso di libertà, una delle mie sensazioni in assoluto preferita.
Anche se in quel momento non me lo stavo esattamente godendo.
Dopo vari metri mi fermai e, finita la scarica di adrenalina, la fatica mi piombò addosso tutta all'improvviso facendomi respirare affannosamente.
Voltandomi non vidi nessuno.
Dove accidenti erano finite?
Avevo corso troppo velocemente... oppure Noelle era caduta... sì, era probabile anche questo.
Un altro urlo. Capii fosse Louis.
Mi resi conto di avere fatto il suo gioco.
Ci aveva spaventato e ci aveva divise.
Per caso ci considerava delle potenziali rivali?
Sono lusingata Tomlinson, davvero.
Mi consolava il fatto che se non fossi scappata lui mi avrebbe presa, perciò non era stata una mossa così stupida.
Dato che le urla provenivano da dove ero venuta, non tornai indietro, anche perchè chissà dove erano finite, quindi proseguii per quella nuova direzione.
Il mio piano era andato a farsi fottere quindi optai per il classico metodo del girare a casaccio sperando in un colpo di fortuna e trovare un indizio.
Mi nascondevo tra gli alberi.
Mi ero vestita interamente di nero ed era stata un'abile mossa. Non mi legai nemmeno i capelli per potermi coprire la faccia velocemente in caso di necessità.
Calò un silenzio spaventoso, rotto solamente dal frinire dei grilli, dal bubbolare dei gufi e da altri animali da me non identificati.
Mi appoggiai per un attimo ad un tronco con la fronte e le mani cercando di trovare un modo sensato per proseguire.
Avevo brividi di freddo.
C'era una pace incredibile in quel momento: riuscivo a sentire ogni suono del bosco ed era davvero bello. Alzai lo sguardo: tantissime stelle punteggiavano il cielo quella notte. Gli altri probabilmente si stavano già scannando ed io mi perdevo ad ammirare il panorama... forza Aria tira fuori il lato competitivo che è in te!
Un voce in lontananza interruppe il mio momento idilliaco: -Hemmings! Non fare il coglione che ti ho visto!-
Era la voce di Zayn che chiamava non so quale dei ragazzi.
Ciò significava che almeno due erano lontani, bene.
Giuro che mi sentii in Battle Royale.
Stava diventando quasi eccitante.
Erano le 23:30 circa.
Mi staccai dall'albero e cominciai a camminare, fermandomi di tanto in tanto per sentire se c'era qualcuno nelle vicinanze, ma sembravo essere sola.
Dopo pochi minuti però, non so bene come, credo per istinto, avvertii la presenza di qualcuno.
-Ti conviene scappare- non conoscevo quella voce e questo mi spaventò ancora di più. Deglutii a fatica fermandomi immobile e poi lentamente estrassi lentamente il timbro dalla tasca dei jeans, sperando non se ne accorgesse.
Non avevo intenzione di essere eliminata nella prima ora di gioco e soprattutto non da qualcuno che si divertiva a mettermi paura.
Era nascosto molto bene perchè proprio non lo vedevo.
-Sei carina sai, però adesso devi davvero scappare-
Continuavo a non vederlo, era come se solamente la sua voce fosse presente.
Improvvisamente realizzai che se non era intorno a me forse era... non feci in tempo ad alzare gli occhi che qualcuno, con un tonfo enorme, mi si materializzò davanti e cominciò a correre verso di me.
Dopo aver perso dieci anni di vita, scattai e istintivamente corsi all'indietro per qualche metro poi mi girai così velocemente da sentire male alle costole e scappai velocissima.
Sapevo che al massimo sarei stata eliminata dal gioco ma essere inseguita era sempre stata una cosa ancor più ansiosa di tutte le cose ansiose che normalmente mi capitano.
Anche da piccola quando giocavo a lupo ghiaccio avvertivo questa così forte sensazione di pericolo come se davvero un lupo mi inseguisse per mangiarmi.
Seminai il ragazzo procedendo a zig zag e voltando bruscamente ogni tanto, ma comunque capii che non volesse realmente prendermi, altrimenti ci sarebbe riuscito. Mi aveva addirittura avvertita di scappare e io nemmeno l'avevo ascoltato in principio.
Non sapevo il suo nome ma lo collegai al ragazzo con la bandana americana che prima nella casa mi aveva lanciato uno sguardo, Ashton mi pare si chiamasse. Aveva detto che ero carina e non mi aveva eliminata. Era decisamente simpatico, sì.
Non ebbi nemmeno il tempo di riprendere fiato che sentii un altro urlo disperato alle mie spalle e nemmeno tanto distante.
Ricominciai a correre alzando gli occhi al cielo: non avevo nemmeno ripreso fiato!
Mentre stavo ancora correndo collegai l'urlo alla voce di Noelle: l'avevano sicuramente eliminata.
Adesso anche Clover era da sola. O forse lo era già da prima.
Non mi accorsi nemmeno di qualcuno che proveniva nella direzione opposta alla mia e dunque facemmo un bel frontale, sbattei il mento contro la sua spalla e mi feci un gran male ai denti.
Cademmo entrambi a terra e cominciai a muovermi, cercando di impedirgli di lasciarmi il timbro.
Io stringevo ancora il mio nella mano destra.
Ci fermammo contemporaneamente di dimenarci come bruchi e ci guardammo in faccia.
Era Taïsse.
Per un attimo ringraziai fosse una ragazza e pensai mi lasciasse andare ma poi la vidi scagliarsi su di me, brandendo il suo timbro come fosse un coltello affilato.
Mi fece alquanto paura e con un salto cercai di mettermi in piedi ma lei mi tirò una ginocchiata negli stinchi.
Ma era impazzita??
Pareva posseduta da un demone così decisi di utilizzare anche io le maniere forti. Le misi una mano sulla faccia spingendola lontano impedendole così di vedere ma il mio mignolo entrò nella sua narice destra provocandomi una faccia schifata, di cui per fortuna lei non si accorse.
Vista da fuori si sarebbe rivelata alquanto ridicola come scena, ma a me sembrava di starci giocando la vita dal tanto che mi colpiva con pugni e calci, tirandomi anche i capelli.
-Taïsse datti una calmata!- le urlai.
Lei non rispose.
Non capii se era qualche vendetta per Niall... Vendetta per cosa poi che manco ci eravamo baciati... al contrario di lei...
Le tirai un calcio nella pancia che le fece veramente male perchè si buttò in ginocchio stringendosi con le braccia e tossendo.
Approfittai di quel momento per saltarle addosso e lasciarle il timbro sulla spalla, metà sulla maglia metà sulla pelle.
Lei mi spinse lontano la mano facendomi volare per aria il timbro, ma ormai l'avevo marchiata, anche se in modo alquanto confusionario.
A quel punto ammetto che ebbi paura a mettermi a cercare il timbro in quel momento: quella matta avrebbe potuto tirare fuori un bazooka da un momento all'altro!
Il tutto era ancora più inquietante dal momento che non diceva nulla.
Tanto ormai aveva perso.
E io avevo vinto.
Rimase in quella posizione in ginocchio, consapevole di essere stata battuta e a me venne una gran voglia di mollarle un pugno sul naso ma decisi semplicemente di allontanarmi.
Non andai molto lontano però.
Le feci credere di essere andata via quando in realtà mi appostai dietro ad un albero aspettando che si togliesse dalle palle per poter cercare il mio timbro.
Nel frattempo continuavo a pensare che fosse davvero matta: era solo un gioco!
Ci stava il ragazzo che per scherzare mi aveva spaventata, ma lei mi aveva addirittura picchiato!
Ero piena di graffi e lividi, cosa avrei raccontato a casa?
Ma che selvaggia...
Non si decideva ad alzarsi e stavo quasi per preoccuparmi io di averle fatto troppo male quando dopo qualche minuto finalmente sembrò accettare la sconfitta e si avviò giù per la collina.
Cercai ovunque ma alla fine mi rassegnai al fatto di avere perso il mio timbro.
Fantastico, adesso ero anche disarmata!
Salii su un leggero pendio per avere una visuale più ampia.
Guardai ancora l'orologio: 00:23.
Mi bruciava una guancia ma non avevo nulla per controllare come ero messa in faccia; sperai che le unghie di Taïsse avessero scavato meno a fondo di quanto pensassi.
Mi appoggiai al grande albero dal tronco enorme in cima alla collina e cercai di riprendere fiato.
Guardai in basso: il fuoco della cena non si vedeva più e non riuscivo a scorgere altro se non buio e vegetazione.
Da quel punto così in alto sembrava di poter dominare tutto.
Mi sentii osservata e non fu per niente una bella sensazione.
Con la nuova scarica di adrenalina mi era passato il freddo ma ora stava tornando.
Un tuono fortissimo squarciò improvvisamente il silenzio della notte.
Guardai il cielo e mi cadde una minuscola goccia di pioggia sul naso.
Era previsto che sarebbe potuto piovere?
Ero in mazzo agli alberi quindi sperai non cominciassero anche i lampi, sapevo che per nessuna ragione avrebbero annullato il gioco.
In quel momento qualcosa mi pizzicò la mano, la ritrassi in fretta dal tronco come scottata e abbassai lo sguardo: una lunga scia di formiche rosse scorreva in fila indiana lungo l'albero.
Avvertii uno scricchiolio di rami che si spezzavano un po' più in basso di me.
Lo ignorai e mi scostai per guardare il tronco: aveva una strana rientranza... la percorsi con le dita e notai che formava una figura.
Una freccia.
Indicava a destra.
Sorrisi soddisfatta.
Un altro scricchiolio.
Mi voltai nella direzione indicata dalla freccia, pronta a correre, quando li sentii.

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Spazio me
Secondo voi cosa avrà sentito la nostra Aria?
Gia rido.
Anyway spero che la storia vi stia interessando 🖤

Quell'estate colpevole Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora