Ricatto

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La carrozza ha iniziato da poco il suo tragitto ondeggiando al passo del cavallo che la traina, al suo interno vi è un silenzio carico di tensione di quelli che lentamente ti fanno impazzire perché in realtà urlano.

Noto che le sue mani sono in mezzo a quella massa di spighe ambrate:" Claire, per quale diamine di motivo fai così!? Perché non riesci a comportarti decentemente!? Secondo te mi diverte doverti prendere a schiaffi in mezzo ad una folla di persone, mi fai sembrare una persona crudele!?" Stringo forte i pugni e il tessuto della mia gonna:" Farvi sembrare una persone crudele! Voi lo siete!" Le lacrime mi solcano le guance cadendomi sulle mani.

Io non vedo il suo viso e non riesco neanche ad immaginare il suo sguardo e credo di non volerlo neanche immaginare:"Claire, credo che questo non sia né il momento né il luogo più idoneo per discuterne, ne riparleremo meglio a casa."  Immediatamente alzo il mio sguardo verso di lui, la sue espressione è fredda, mi sembra che lentamente il ghiaccio stia prendendo possesso del mio corpo a causa del modo in cui mi fissa.

" No, io sono dell'idea che ogni luogo sia adatto per far sapere alle persone di quanto voi siate crudele!" La carrozza si ferma con uno scatto violento, lui mi prende il polso e mi fa uscire dall'abitacolo, il cocchiere non chiede neanche la paga che gli spetta sfrecciando via come un lampo.

La sua stretta attorno al mio gracile e ossuto polso si stringe in maniera allarmante, temo che ne uscirà un livido:" Lasciatemi! Mi state facendo male!" Lui però non accenna a lasciare la presa, anzi, l'aggrava ancora di più:" Stai zitta! Non hai idea di ciò in cui ti sei cacciata!" Entrata in casa lui mi getta con inaudita violenza contro il pavimento.

Io inizio aiutandomi con le mani a spingermi indietro, mi aiuto ad alzarmi aggrappandomi ai braccioli del divano:" Vi prego, non fatemi del male, per piacere!" Dico io con ormai le lacrime che  spingono insistenti per sgorgare fuori dai miei occhi:" Claire, io non voglio farti nulla di male, non potrei mai." Dice per poi mettere la sua mano sinistra attorno al mio collo e il dorso della sua mano destra si poggia sul mio zigomo.

Vorrei semplicemente scostarmi dal suo tocco, però a causa della sua presa non ne ho le capacità, il mio labbro inferiore trema incontrollabile come anche le mie mani, lui mi prende in braccio lasciando le mie gambe a penzoloni, io scalcio con tutta la forza che ho nelle mie gambe, cerco di sottrarmi alla sua forte presa sulla mia vita spingendosi il più fortemente possibile con le mie mani.

Aiutandosi con il piede apre la porta della mia stanza per poi gettarmivi dentro, sbatto violentemente la schiena contro uno dei pilastri che sorreggono la struttura del letto, il mio polso ha un grande livido scuro e temo che se ne potrebbe creare uno nuovo sulla mia schiena e probabilmente è presente anche un discreto arrossamento sul collo.

"Claire, dovresti imparare ad avere un po' di rispetto, sono pur sempre il tuo tutore, ho il potere su di te, compreso il potere matrimoniale." Immediatamente un'espressione di stupore si fa largo sul mio viso:" C-che cosa intendete." Lui si avvicina a me:" Intendo dire che io ho amici molto potenti, con figli in età da fidanzamento e sarebbero molto interessati ad avere la tua mano. Francamente non mi stupisco di ciò, sei una creatura alquanto graziosa, però non voglio divagare dal discorso principale.
In quanto tuo tuture legale ho la possibilità, se voglio di farti sposare con  l'uomo che io riterrò più adatto a te."

Io mi sposto sedendomi sul morbido materasso:" Io non voglio sposarmi a quest'età, io voglio andare al college e sposarmi per amore." Il materasso sprofonda leggermente sotto il suo peso, mette le mani tra i miei capelli:" Tu non dovrai farlo, però c'è una condizione mia cara." Dice lui per poi prendere una  discreta ciocca dei mie capelli e stringerli nella sua possente mano:" Mi devi ubbidire. Mi devi portare rispetto. Devi farti fare ciò che voglio, compreso farti mordere. Se farai tutto ciò tra noi sarà tutto rose e fiori." Solo a quel punto i miei capelli vengono lasciati:" I-io no-on vog-voglio. Io volevo solo una vita normale e qualcuno che mi adotti per amarmi come si è amati da un genitore." Lui con un braccio mi cinge le spalle e con l'altro la vita stringendomi al suo corpo freddo:" Io lo posso fare, l'importante  è che tu ti comporti adeguatamente, altrimenti aspettati semplicemente il fidanzamento e il matrimonio." Dice lui per poi andarsene chiudendo delicatamente la porta.

Mi tolgo le scarpe rannicchiandomi sul letto, mi porto le ginocchia al petto e sulla punta delle rotule appoggio la mia fronte, il suo è un puro ricatto, fa sì di rendermi non altro che un misero oggetto obbediente, il materasso pare quasi avvolgermi:" Buongiorno signorina." Dice una voce secca e a me sconosciuta.

Mi volto verso la voce, la donna ha un'aria molto fiera, sicuramenge il corsetto è stretto in maniera esagerata, il suo girovita è estremamente stretto, il suo abito è molto elegante di color blu scuro, i capelli legati in un commesso chignon di un castano ramato molto bello, gli occhi scuri con sfumature tendenti al verde:" Io sono Miss. Montgomery, la sua nuova governante."Io mi rizzo in piedi:" E che fine ha fatto Janet?" Il suo labbro si inarca in un lieve ghigno:" Miss. Janet è la personale governante di Mr. Walker e ora non abbiamo più tempo da perdere, venga nella sala di vestizione che la devo cambierei con un'abito più comodo." La sua voce è molto acida, molto più di un limone.

Io non riesco a capacitarmene oltre che ha un ricatto che mette al centro la mia condizione di nubile o di sposa anche l'unica amica e figura genitoriale che possedevo all'interno di queste mura che paiono soffocarmi mi è stata strappata via come una foglia sai rami di una quercia durante una tempesta.

L'orfana dai capelli bianchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora