27 Settembre
7.39 PM
Lascio in pausa il film che ho visto talmente tante volte da ricordare a memoria e mi asciugo le lacrime dalle guance. Oggi è la mia giornata "relax", per così dire, riempio il tempo come mio solito facendo cose inutili e in attesa che l'evento che tanto bramo arrivi. Accendo l'abat-jour e le stelline attaccate alla parete smettono di illuminarsi nel buio della stanza; non so perché ho sempre avuto la passione per il bricolage. Mi sfilo le coperte di dosso, metto le pantofole ai piedi e una volta alzata dal letto mi dirigo verso la pila di scatoloni accanto alla porta notando che uno sta per cadere lo sistemo perfettamente insieme agli altri; la mia solita fissa per la perfezione dopo prendo il mio portafoto che ritrae me e mio fratello Thomas abbacciati sotto l' albero di Natale...il suo ultimo Natale, e lo sistempo dentro la borsa per non rischiare che si rompa durante il trasloco. Scendo le scale e dirigendomi verso la cucina sento il profumo della bistecca di cavallo, uno dei miei piatti preferiti. Varco la soglia della sala da pranzo con gli occhi ancora rossi e gonfi a causa delle lacrime dovute al film; vedo mio padre seduto al tavolo intento a leggere un giornale, si abbassa gli occhiali rettangolari e mi sorride, noto che i suoi lineamenti duri si addolciscono quando finalmente posa i suoi occhi su di me. «Ciao amore, finito il film?» Ricambio il sorriso avvicinandomi a lui «No, mi manca ancora un'ora.» Gli passo di fianco stringendolo poi in un abbraccio veloce e una volta arrivata in cucina intravedo mia madre, lei ha una vera e propria passione per la cucina e molto spesso dice che se non fosse diventata fotografa le sarebbe piaciuto diventare chef di un ristorante prestigioso qui in città. «Ciao mami hai bisogno di aiuto?» Le chiedo gentilmente, lei gira a guardarmi e sospira «Si, grazie tesoro...mi doveva aiutare qualcun' altro oggi.» Esclama alzando il tono di voce e pronunciando l'ultima frase in modo da farsi sentire da suo marito, sento mio padre ridere dall'altra stanza e mia madre sentendo quella risata mi guarda alzando subito dopo gli occhi al cielo. Finiamo di cucinare e finalmente mio padre si decide a dare una mano almeno ad apparecchiare e dopo aver finito ci sediamo a tavola. Per un momento penso a quanto mi mancherà tutta questa normalità...domani sarà il mio primo giorno di scuola alla Newcastle Upon Tyne University, vivrò nei dormitori per creare un po' la mia indipendenza e staccarmi un po' dai miei genitori, nonostante siano adorabili ammetto che delle volte sono davvero pressanti. Sono estasiata all'idea di partecipare alle lezioni e di intraprendere nuove conoscenze sperando non vadano come le solite amicizie che avuto in vita mia. I miei amici li ho sempre potuti contare sulle dita di una mano, forse anche meno visto che l'unica su cui potevo affidarmi totalmente ero io, io e nessun'altro al di fuori di me. Le tipiche esperienze con le persone che mi stavano attorno che si sono rivelate puntualmente tutte troppo uguali e insignificanti per poter avere la mia attenzione dopo certi episodi che loro stessi hanno creato, anche se a volte mi ponevo la domanda "forse il problema sono io. . . " e allora per distrarmi, come mio solito fare per affrontare i problemi, riempivo il tempo con Instagram, Twitter, Tik tok . . . tutto ciò mi distraeva e allontanava da me certi pensieri creando quasi una bolla attorno a me. Proprio grazie a questa bolla, nel modo più inaspettato che potessi immaginarmi ho conosciuto l'unica persona che fino ad ora si è rivelata quasi la mia ideale amica. «Mi passi il sale Leen? è la quarta volta che te lo chiedo, oggi hai la testa altrove.» A farmi tornare con i piedi per terra è mio padre con la sua voce autoritaria che irrompe nei miei pensieri. «Dai Derek sarà sicuramente in pensiero per domani prova a capirla.» Mia madre mi rivolge un sorriso mentre pronuncia queste parole; premurose e comprensive che puntano sempre a difendermi in qualsiasi momento. Una volta finito di cenare mi alzo per aiutare mia madre a sparecchiare e mentre prendo i piatti dal tavolo per poterli portare a lavare mio padre si piazza in piedi davanti a me e mi blocca i polsi con le sue grandi mani, alzo la testa e lo guardo in modo perplesso «Sbaglio o hai un film da terminare? ci penso io qui.» mi rivolge un sorriso e inclina la testa verso la direzione in cui ci sono le scale. Gli rivolgo un sorriso e lo ringrazio mentre faccio di corsa le scale per tornare in camera; una volta arrivata mi sdraio sul letto e mi metto sotto le coperte. Riavvio il film "Titanic" con la solita luce soffusa causata dalle tapparelle della serranda che non è del tutto abbassata e che porta dentro la camera la luce dei lampioni, le piccole stelline luminescenti appese alle pareti approfittano invece della debole oscurità per illuminarsi, finisco il film con il letto stracolmo di fazzoletti e mi metto a dormire carica per la mattina seguente.
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RomanceIn una città impregnata di arte come Newcastle due persone che vivono di arte pur essendo dei poli opposti possono avere qualcosa in comune e tentare di amarsi follemente? Per amare ci vuole coraggio soprattutto se dentro di te non è rimasta nemmen...