La sveglia suona alle 7.30 strappandomi con violenza dal mondo dei sogni, dal quale non vorrei mai uscire. Con un solo occhio aperto e l'altra metà della faccia schiacciata sul cuscino, raggiungo a tentoni con la mano il telefono posato sul comodino e spengo lo strillo compulsivo – l'unico in grado di destarmi. Nonostante sia sabato e io solitamente a quest'ora mi vado a coricare, riesco a trovare una piccola forza dentro di me per alzarmi e scendere in cucina a fare colazione: oggi finalmente inizia il progetto. Al piano terra trovo già Harry e Cooper intenti a preparare la colazione, sono colpita dal fatto che siano riusciti ad alzarsi senza fare storie... e anche prima di me.
«Di chi è questa felpa?» mi domanda mio fratello, sedendosi accanto a me. Mi strofino gli occhi, mentre lancio uno sguardo alla felpa che avevo completamente dimenticato di stare indossando. Ho dormito con la sua felpa.
«Di Jay.» rispondo, strofino gli occhi.
«Jay cosa?» chiede Lucas, entrando in cucina già allegro e attivo al mattino, saltellando verso il frigorifero. Io voglio sapere come ci riesce, non è umano.
«A quanto pare c'è un flirt tra mia sorella e il nuovo arrivato Jay...» annuncia trattenendo le risate Harry, forse ha deciso di urtarmi stamattina. No problem, ognuno pagherà le proprie conseguenze.
«Non so nemmeno quanti anni ha.» ammetto, mentre aspetto che si raffreddi il caffè. Sono ancora troppo addormentata per reagire, non ho le forze. «E poi ti ricordo che è una scommessa...»
«Una scommessa?» interviene nuovamente Lucas dalla sua postazione a capotavola, sgranando gli occhi e celando un sorrisino malvagio. Ognuno di noi ha dei posti assegnati sia a tavola ché sul divano e vanno religiosamente rispettati. «Non credo che a Jay farebbe piacere saperlo...» continua, alzandosi dalla sedia e facendo per uscire dalla stanza.
«Lucas Taylor!» urlo, quasi mi va il caffè di traverso, poi lo seguo correndo verso le scale.
«Lucas, ti scongiuro, non dirgli niente! Non oseresti... cosa vuoi per stare zitto?»
Lui si gira a guardarmi, qualche scalino più in alto di me, scombinandosi i capelli. «Cosa voglio?» ripete, sorridendo con malizia, «Non lo so, ci devo pensare.». detto questo, mi lascia in asso sulle scale entrando nella sua stanza – proprio di fronte la mia. Resto qualche secondo immobile con la bocca spalancata e le braccia allargate, pensando a cosa potrebbe succedere se Jay venisse a sapere della scommessa. Salgo le scale per andare nella mia stanza, è il momento di prepararsi per questa giornata che inizia già con una meravigliosa nota. Mando un messaggio a Chiara:
"Lucas sa della scommessa e vuole dire tutto a Jay. Non so cosa fare."
"Meglio per me. Sbrigati che io sono quasi pronta."
"Stronza."Scelgo velocemente dei vestiti dall'armadio e corro in bagno prima che qualcuno lo possa occupare, così mi sveglio definitivamente con l'acqua ghiacciata in faccia. Sarà una lunga giornata.
Alle 9 in punto io e il mio gruppo di Giornalismo siamo già ben piazzati nel nostro stand ai piedi del Marble Arch alle prese con i primi gruppi di turisti del giorno. La maggior parte di noi si dedica alla rassegna stampa nella parte interna del gazebo bianco adibita a redazione, supervisionata da me medesima, mentre qualcun altro si dedica all'info point. Gli altri stand, in particolare quello di Arte e Design, sono quelli che si dedicano maggiormente alle spiegazioni. In questo intravedo da lontano Chiara con Amie e... Jay. Un primo tonfo al cuore. In effetti non gli ho nemmeno chiesto che corso frequenta e non nascondo di sentirmi leggermente in colpa. Quando si accorge del mio sguardo scrutatore mi sorride da lontano, per poi lasciare il suo gruppo e venire verso di me. È fatta Sam, complimenti, meglio del previsto.«Buongiorno.» mi saluta, abbracciandomi. A primo impatto resto congelata, non essendo abituata al contatto fisico e respingendolo ogni volta che ne ho la possibilità, ma cerco di sciogliermi ricambiando l'abbraccio. «Quando hai la pausa?»
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| Sfumature |
Teen FictionQuesta storia è la dimostrazione che non sempre tutto va secondo i nostri piani, nonostante la precisione a regola d'arte, l'organizzazione, c'è sempre un 1% di probabilità che tutto vada in fumo, è la dimostrazione che giocare con il fuoco ci fa sc...