Miss Catherine Miller, Kate per gli amici, era una sognatrice e amava le sorprese. Sin dall'infanzia aveva adorato ricevere pacchettini – piccoli a piacere – contenenti una sciocchezza qualunque; ciò che lei amava di più era la sensazione di attesa, il battito cardiaco che aumentava e, infine, la felicità data dal piacere della scoperta.
Con gli anni, Kate aveva imparato a gestire la propria eccitazione, persino a simulare un'espressione d'incredulità quando otteneva ciò che, in realtà, aveva esplicitamente richiesto, o si aspettava avvenisse.
Quel ventidue marzo 2020, giorno del suo venticinquesimo compleanno, restò tutto il giorno in trepidante attesa della serata con Timothy, sognando il momento in cui le avrebbe chiesto di sposarlo.
Avrebbe urlato di gioia? Avrebbe dovuto saltare di felicità, abbracciandolo? Oppure sarebbe stato meglio fingere stupore versando anche qualche lacrimuccia di gioia e poi rispondere, timidamente: «Sì»?
Non sarebbe stato un evento del tutto inatteso, perché lei se l'aspettava da tempo ed era sicura che sarebbe avvenuto quella sera, ma avrebbe dovuto dare una certa soddisfazione a Timothy e mostrare il proprio entusiasmo come fosse qualcosa di totalmente inatteso; certo, avrebbe fatto così, si sarebbe mostrata incredula, emozionata e felice.
Colui che lei, in cuor suo, considerava il suo fidanzato l'aveva condotta a cena nel ristorante più rinomato di Manhattan dove, finalmente, sarebbe giunta la proposta di matrimonio che desiderava da quand'era quindicenne e aveva iniziato a frequentarlo.
Timothy Morgan non si poteva definire un vero fidanzato, per la verità; era sempre stato più che corretto e non si era mai preso libertà verso Kate, nemmeno un bacio, ma stavano bene insieme, si divertivano molto, avevano condiviso molte chiacchierate al chiaro di luna e lei era la persona cui lui aveva sempre confidato i propri segreti.
Timothy era il ragazzo perfetto per lei, posato, di buona famiglia, laureato in medicina cum laude, di bell'aspetto e galante come un gentiluomo di altri tempi.
Quando entrarono nel ristorante il maître si avvicinò, salutandolo: «Bentornato Dottore, il suo solito tavolo è pronto.»
A quelle parole Kate si sorprese e si adombrò, erano inaspettate. Credeva di conoscere tutto di Timothy, ma non sapeva che frequentasse quel locale, non ce l'aveva mai condotta prima di quella sera; non se ne preoccupò più di tanto, gli avrebbe chiesto spiegazioni in seguito, dopo la conclusione della serata e avere finalmente indossato l'anello di famiglia destinato alla futura signora Morgan.
Un'altra sorpresa,però, la attendeva al tavolo. Vi trovarono già accomodata una coppia di giovani, che Timothy presentò come Laura e Frederick Thomson.
Kate si chiese come mai lui avesse invitato una coppia di amici proprio quella sera, quando le avrebbe fatto la proposta; poi immaginò che il suo Tim aveva voluto avere dei testimoni all'evento e se ne compiacque.
Si accomodò a fianco di Frederick, mentre Timothy prese posto accanto a Laura.
"Che strano, perché non si è seduto accanto a me?", pensò.
La risposta giunse presto, una sorprendente, devastante, inaspettata risposta.
Timothy, con voce leggermente tremante, disse: «Frederick, Kate, voi siete i miei amici più cari – "come sarebbe a dire... amici?" si chiese lei – e ho voluto avervi accanto nel momento più importante della mia vita.»
Prese la mano di Laura e si inginocchiò, porgendole l'anello dei Morgan.
«Laura, amore mio,vorresti fare di me l'uomo più felice della terra e divenire mia moglie?»
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One-Shot Collection
AléatoireRaccolta di One-Shot per contest di vario genere. E mettiamoci pure una poesia qua e là... grazie alle fuori di testa della Libreria Vero @magicartist2018?