Capitolo 19

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Josephine's POV

-George che facciamo?- domanda Martha dal corridoio credendo forse di non essere sentita.
-Hero...-
Il diretto interessato, dopo avermi depositato sul letto, si inginocchia davanti a me e si dedica alle scarpe dorate che ho deciso di indossare. Solo quando me le sfila entrambe mi rendo conto che a una delle due, si è rotto un tacco.
-Te le ricomprerò.-
-Le ho prese in saldo....e poi ho tante scarpe.-
-Non devi fingere con me, lo sai vero?- domanda retorico.
Quando ho i piedi liberi, si rimette in piedi e mi porge la mano per alzarmi. Lo faccio, abbassandomi poi la cerniera del vestito facendolo cadere ai miei piedi.
Sono stata cosi davanti a lui altre volte ma a differenza mia per Hero questa volta sembra essere un problema.
Seguo i suoi occhi, capendo il motivo di tanto shock da parte sua.
Ho delle macchie rosse. Macchie che domani diventeranno lividi. 

Un paio sulle braccia, uno sulla coscia, per non parlare del viso che mi fa male. Alex mi ha dato uno paio di schiaffi abbastanza pesanti. Spero solo che non mi esca un livido sul volto perché siamo durante le feste e l'ultima cosa che voglio è sembrare una donna che viene picchiata dal proprio uomo.

Scommetto che domani questa storia sarà su tutti i notiziari. Questo farà sicuramente più scena della notizia del nostro fidanzamento.

Hero va verso il borsone che abbiamo preparato prima di venire e lo apre prendendo una sua t-shirt che mi servirà da pigiama.
-Mettiti a letto.- ordina porgendomi l'indumento che indosso velocemente.
-Hero...-
-Ti prego Josephine...fai come ti dico.- dice interrompendomi.
Josephine? Lui non mi chiama mai Josephine.
-Dove vai?- chiedo a voce bassa.
-Ho delle cose da risolvere.- dice riabbassandosi alla mia altezza accarezzandomi il viso dolcemente.
-Alex?- domando colpendo l'oggetto dei suoi pensieri.
Non ha modo di rispondere che qualcuno bussa alla porta nonostante sia aperta. Ci voltiamo trovandoci faccia a faccia con mia sorella Katherine.

Ha il viso rigato dalle lacrime.

-Stai bene?- chiede apprensiva restando però dov'è.

-Resta con lei.- le ordina Hero autoritario.

-Non... non te ne andare.- gli chiedo bloccandolo per un polso. –Per favore...-

Ed eccola lì. Di nuovo l'incertezza nei suoi occhi nel non sapere cosa sia giusto fare.

Restare qui con me o seguire la furia omicida?

-Non posso.- sussurra deludendomi liberandosi dalla mia presa andando verso la porta.

-Non fare stronzate.- sento sussurrare a mia sorella prima che lui se ne vada via.

Mi ha lasciato da sola. Io avevo bisogno di lui e lui ha pensato bene di andarsene.

-Hai... hai bisogno di qualcosa?- domanda mia sorella avanzando lentamente verso di me quasi come se avesse paura che potessi farle del male.

-Papà... ti prego vai a controllare papà.- le chiedo solo preoccupata della sua reazione e delle conseguenze del suo gesto.

-Torno subito.- annuncia prima di chiudere la porta della stanza lasciandomi sola.

Completamente sola.

Ma poi ricordo. Non sono sola.
Giro la testa verso il box, disposto dal lato della finestra e mi alzo trovando la piccola ancora addormentata a pancia sotto. Non ci penso due volte a prenderla tra le braccia e a depositarla al centro del materasso, scostando la coperta per coprirla.

Mi stendo accanto a lei, dal lato che del letto che di solito occupo a casa, e la attiro verso di me accoccolandomi contro di lei.



Hero's POV


-Non me ne frega un cazzo di chi sia!- urla Stephen Langford parlando con mio padre nel suo ufficio.
La festa è finita prima ovviamente. Mia madre ha pensato bene di mandare tutti a casa visto ciò che è accaduto.
Alex, il mio amico Alex, stava per violentare Josephine.
Era andata in bagno, volevo accompagnarla ma mi ha invogliato a continuare la conversazione che stavo portando avanti con Chris e Jamie.

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