Juilliard

3 0 0
                                    

Pv Melanie

Sentivo le punte stringermi le dita, il palco era stato gremito di altre ragazze che come me stavano provando ad entrare alla Julliard. Io mi ero allenata così tanto nello scantinato di casa dove con mamma avevamo allestito una mini palestra. Perché questo era il mio sogno, questa ero io. Sin da quando ero piccola il ballo e la danza erano tutto per me. Mia madre era stata la mia prima insegnante di ballo ed era a lei che dovevo tutto, senza di lei al mio fianco io non sarei qui. Lei era stata la prima a credere in me, mi aveva sempre sostenuta e aveva fomentato il mio sogno. Ed era grazie a lei se io ero qui alla mia prima audizione per entrare in una delle più famose scuole di ballo che ci siano al mondo. Ero pronta, mi sentivo pronta.
Mi sgranchii il collo, feci un po' di stretching e poi sentii che chiamavano il mio numero.
Sentii partire la musica, Wake up. Svegliati, alzati. I miei movimenti seguivano le parole della musica. Mi sentivo come una farfalla che usciva dal suo bozzolo, pronta per nascere e donarsi alla vita. Sbattere le ali e finalmente volare.
La vita è una sola, ma vai in punta di piedi.
Ed io danzavo sulle mie punte. Il tulle della gonna che si gonfiava ad ogni mio giro. Leggera, mi muovevo in tutto il palco.
Usa il tuo dolore, perché ti rende ciò che sei.
La canzone parlava di me. La sentivo dentro di me, in ogni fibra del mio corpo, brillava nel mio cuore. Era la musica a guidarmi. Sentivo le lacrime rigarmi il volto, ma non mi importava, non avevo bisogno di guardare il palco per sapere dove andare. Lo conoscevo a memoria. Sveglia il tuo sogno e realizzalo... Guarda dentro di te, non è quello che hai perso a darti un volto... Riaccendi quella scintilla. Quell'anno avevo perso troppo, tutto. Tutto il mio mondo era stato stravolto. Avevo perso la mia guida, la persona che più amavo al mondo. Quella che tanto mi aveva sostenuta e amata. All'inizio non riuscivo a respirare, l'aria se n'era andata insieme a lei e mi sembrava di affogare. Ero caduta in un baratro. Era stata la stessa danza a risollevarmi. Un giorno capii che tutto quello che pensavo di aver perso dovevo solo ritrovarlo dentro di me. Perché lì, nel mio cuore, ancora brillava forte la sua presenza. Lei era lì. Lo so, sembra una frase fatta, lo pensavo anchio all'inizio, ma è solo questione di punti di vista. La verità risiede dentro noi stessi. È stato grazie a questa consapevolezza che tutto è stato più chiaro e limpido. Per questo ero lì. Insieme avevamo costruito con tanto impegno la mia strada e non potevo buttare tutto al vento. Quello era il mio destino ed io ci credevo con tutta me stessa. E poi la sentivo vicina, sapevo che lei era li insieme a me. Mi stava guardando, danzavamo insieme. Due farfalle che si libravano sul palco. Due cuori uniti da un unico sogno, un unico amore. Un unico turbinio di emozioni.
Suonarono le ultime note della canzone. È ora di uscire dall'oscurità. Svegliati. Svegliati.
Feci un ultimo salto, librandomi in aria, tutto il mio corpo teso verso lalto. Salii più in alto che potei, come a raggiungere le luci delle americane. Tutto intorno a me era luminoso e splendeva ed io ero finalmente felice. Sorrisi in aria, abbagliata, finché non atterrai sul palco, mi sentivo stravolta, dovevo concludere. Poggiai male i piedi. Caddi a terra. Il resto solo buio. Finché non mi svegliai.

Immaterial LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora